Regina (Biancaneve)

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Regina
La regina si guarda allo specchio in un'illustrazione della fiaba
UniversoBiancaneve e i sette nani
Lingua orig.Tedesco
AutoreFratelli Grimm
Caratteristiche immaginarie
Specieumana / strega
Sessofemmina

La regina (a volte anche regina cattiva) è il personaggio antagonista della fiaba Biancaneve dei Fratelli Grimm.

Storia originale[modifica | modifica wikitesto]

La regina è la seconda moglie del re di un regno, che fa da matrigna alla principessa Biancaneve. Tuttavia, nella prima edizione del 1812 si trattava della stessa madre di Biancaneve, cambiata in matrigna a partire dalla seconda edizione del 1819.

Donna bella, ma tanto vanitosa e cattiva, possedeva uno specchio magico e, gelosa della bellezza di Biancaneve, incarica un cacciatore di portare la principessa nel bosco, ucciderla e portarle il suo cuore come prova della conclusione del suo compito. Il cacciatore, però, non ha il coraggio di svolgere l'incarico, e dice alla fanciulla di fuggire nel bosco, e poi uccide un cinghiale, portando alla regina l'organo di questo animale.

Dopo qualche tempo la regina cattiva, grazie allo specchio fatato, scopre che Biancaneve è ancora viva, e che vive nella casetta dei sette nani. La matrigna allora cerca per due volte di uccidere Biancaneve: la prima volta si traveste da merciaia, si reca alla casa dei nani e le stringe una cintura in vita fino a toglierle il respiro e la seconda volta si traveste da zingara, arriva alla casa dei nani e conficca tra i capelli di Biancaneve un pettine avvelenato. In entrambi i casi la giovane sviene e viene salvata dall'intervento dei nani, che riescono a farle riprendere i sensi, ammonendola ogni volta di non far entrare nessuno in casa in loro assenza. A questo punto la regina si avvia per la terza volta verso la casa dei nani travestita da contadina, e con l'obiettivo di far assaggiare a Biancaneve una mela avvelenata per metà: per convincerla ad accettare il frutto divide la mela in due parti e assaggia davanti a lei la metà non avvelenata. Biancaneve, al primo morso della parte avvelenata, cade in uno stato di morte apparente da cui nessuno degli sforzi compiuti dai nani riesce a svegliarla.

Un giorno un principe riuscì a risvegliare la principessa, che s'innamora subito di lui e vengono organizzate le nozze a cui viene invitata anche la matrigna di Biancaneve. Questa, che non conosceva il nome della sposa, ma era stata avvertita dallo specchio che era più bella di lei, rimane impietrita riconoscendo Biancaneve. Nel frattempo erano state fatte arroventare sulle braci due scarpe di ferro che la strega viene costretta ad indossare. A causa del dolore procuratole dalle calzature incandescenti la strega è costretta a ballare finché cade a terra, morta.[1]

In un'altra versione il finale è diverso: la matrigna, giunta al castello, rimane stupita. Riavutasi dalla sorpresa tenta di fuggire, ma i presenti chiedono al re di punirla. Così, vestita di cenci e dimenticata, vive a lungo in un carcere oscuro. Solo Biancaneve si reca spesso a darle conforto, poiché i buoni non conoscono l'odio.[2]

Adattamenti[modifica | modifica wikitesto]

La regina appare in diversi adattamenti della fiaba:

Film
Serie e miniserie televisive

Versione Disney[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Grimilde.

La regina è apparsa nel 1937 nel primo lungometraggio animato della Disney, Biancaneve e i sette nani. Si chiama Grimilde ed è apparsa (sia in forma di vecchia strega che di regina) in diversi media disneyani, come i fumetti ambientati dopo il film, la serie di videogiochi Kingdom Hearts e il film per la TV di Disney Channel Descendants (dove appare la sua figlia biologica, Evie), oltre a diversi prodotti del franchise Disney Villains.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ versione dei fratelli Grimm
  2. ^ Tutte le fiabe - Enciclopedia della fantasia - Vol. I - Fratelli Fabbri Ed., 1962

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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