Lucerna (Tolstoj)

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Lucerna
Titolo originaleИз зaписок князя Д. Нехлюдовa. Люцерн
Iz zapisok knâzâ D. Nehlûdova. Lûcern
Altri titoliDalle memorie del principe Nechljudov: Lucerna
Copertina della rivista "Sovremennik" ("Il Contemporaneo")
AutoreLev Tolstoj
1ª ed. originale1857
1ª ed. italiana1953
Genereracconto
Sottogenerediario di viaggio
Lingua originalerusso
AmbientazioneLucerna, 1857
Personaggi
  • Principe D. Nechljudov
  • Un musicista ambulante

Lucerna, o Il cantante di Lucerna o Dalle memorie del principe Nechljudov: Lucerna (in russo Из зaписок князя Д. Нехлюдовa. Люцерн?, Iz zapisok knâzâ D. Nehlûdova. Lûcern) è un racconto di Lev Tolstoj scritto tra il 9 e il 17 luglio 1857 a Lucerna. Il racconto fu pubblicato più tardi sulla rivista "Sovremennik" a firma "Conte L.N. Tolstòj"[1].

Genesi dell'opera

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Lucerna, Hotel Schweizerhof

Nei Diari, alla data del 7 luglio 1857 Tolstòj scriveva:

«Lucerna Sono andato al monumento del leone. Ho lasciato perdere Campo lontano. Sono stato in una casa di tolleranza. Tornando di lì, di notte, era nuvolo, la luna faceva capolino fra le nubi, si udivano voci, due campane risuonavano nella strada larga, e un omino minuto cantava, molto bene, canzoni tirolesi accompagnandosi con la chitarra. Gli ho dato dei soldi e l'ho invitato a cantare davanti allo Schweizerhof: niente, si è allontanato vergognoso, borbottando qualcosa, mentre la gente, ridendo, gli andava dietro. Prima la gente si era affollata silenziosa sulla balconata. Io l'ho raggiunto e l'ho invitato a bere nello Schweizerhof. Ci hanno portati in una saletta appartata. L'artista era banale ma commovente. Mentre noi bevevamo, il cameriere rideva e il portiere si era seduto. Questo mi ha fatto esplodere: li ho insultati e mi sono terribilmente agitato.»

Il racconto fu edito per la prima volta sulla rivista "Sovremennik" ("Il Contemporaneo") n. 10, 1857[1].

Il racconto è strutturato come il resoconto in prima persona, redatto dal principe D. Nechljudov, sul suo soggiorno a Lucerna datato 8 luglio all'inizio dello scritto e 18 luglio 1857 alla fine. Il nome di Dmitrij Ivanović Nechljudov è familiare ai lettori di Tolstoj perché appare in altre opere, quali per esempio Adolescenza (1854), Giovinezza (1856), Il mattino d'un proprietario terriero (1856) e Resurrezione (1859)[3]; ovviamente in Lucerna Nechljudov sta per lo stesso Tolstoj[4].

Il principe Nechljudov è giunto a Lucerna attratto dalle entusiastiche descrizioni della città svizzera nelle guide turistiche. Si è fermato all'Hotel Schweizerhof, il più lussuoso della città; l'albergo ospita un gran numero di turisti inglesi, il cui comportamento freddo e riservato deprime l'umore del narratore. Di cattivo umore, Nechljudov decide di passeggiare da solo per la città; ma «le vie strette, sporche, senza illuminazione, le botteghe chiuse, gli incontri con operai ubriachi [...] rafforzarono ancora di più il mio umore malinconico»[5]. Di ritorno, nei pressi dell'albergo, Nechljudov sente una musica «estremamente piacevole e dolce»[5] eseguita da un cantante ambulante tirolese storpio che si accompagna alla chitarra. Anche i passanti e gli altri ospiti dell'albergo restano incantati dall'ascolto. Dopo aver cantato a lungo, il cantante fa intendere che gradirebbe ricevere un piccolo compenso per la sua esibizione; ma nessuno degli spettatori aderisce alla sua richiesta. Nechljudov invita allora il suonatore al bar dell'albergo per offrirgli da bere. Nella conversazione al bar, il cantante si lamenta per la severità della polizia elvetica nei confronti degli artisti ambulanti e per la scarsa generosità degli ascoltatori. Nechljudov si accorge che il personale dell'albergo mostra ostilità e disprezzo per il povero musicista e li redarguisce con violenza. Più tardi, sul suo diario di viaggio, Nechljudov prende spunto dall'episodio per fare commenti negativi sull'egoismo e la mancanza di solidarietà verso i poveri da parte degli esponenti della ricca società europea dell'epoca:

«L'avvenimento verificatosi a Lucerna il sette luglio mi sembra completamente nuovo, strano, e da ricondursi non più agli aspetti negativi della natura umana in genere, ma a un'epoca precisa dell'evoluzione della società. È un fatto ad uso non della storia delle umane azioni, bensì della storia del progresso e della civilizzazione.[6]»

Già alla fine del racconto Tolstoj aveva tratto delle considerazioni più generali: «Ecco un avvenimento che gli storici del nostro tempo debbono registrare con lettere di fuoco, incancellabili. Questo avvenimento è più importante, più serio ed ha più profondo significato che non i fatti registrati nei giornali e nelle storie.» Secondo lo slavista Ettore Lo Gatto, quest'ultime parole, tutt'altro che insignificanti, anticipano la predicazione tolstojana di ben cinquant'anni dopo. Esse testimoniano la tempesta interiore che si agita nello scrittore, ancora incerto tra la fede e il dubbio, tra la speranza di una motivazione per vivere e il pensiero opprimente della morte, tra l'idea che personaggi come il cantore-mendicante di Lucerna, che vivono per l'arte, siano le persone più felici, e il sospetto atroce che tutto sia inutile, anche e soprattutto la scrittura, per chi è in preda alla sofferenza e allo sconforto.[7]

  • Lev Tolstoj, «Lucerna». In: Racconti, volume secondo; traduzione di Agostino Villa, Torino: Einaudi, 1953
  • Lev Tolstòj, «Lucerna». In: Eridano Bazzarelli (a cura di), Tutte le opere narrative e di teatro di Lev N. Tolstòj; traduz. di Giacinta de Dominicis Jorio, Vol. I (Primi racconti), Milano: Mursia, 1960
  • Lev Nikolaevič Tolstoj, Il cantante di Lucerna; Dio vede la verità; Ermak il cosacco; versione dal russo di Giacinta de Dominicis Jorio; illustrazioni di Claudio Solarino, Roma: Paoline, 1978, pp. 1-54
  • Lev Tolstòj, «Dalle memorie del principe Nechljudov: Lucerna». In: Igor Sibaldi (a cura di); traduz. di Bruno Osimo, Coll. I Meridiani, Milano: A. Mondadori, 1991, Vol. I, pp. 540-569, ISBN 88-04-34454-7.
  • Lev Nikolaevič Tolstoj, «Lucerna». In: Lucerna e altri racconti; a cura di Igor Sibaldi, Coll. Oscar classici n. 400, Milano: A. Mondadori, 1996, ISBN 88-04-42103-7
  1. ^ a b Igor Sibaldi, Commento e note di «Dalle memorie del principe : Lucerna». In: Lev Tolstòj, Tutti i racconti, a cura di Igor Sibaldi, Milano: A. Mondadori, 1991, Vol. I, p. 1190-91, ISBN 88-04-34454-7
  2. ^ Diari, on-line
  3. ^ Alessandra K. Villa, «Nechljudov». In: Dizionario Bompiani delle opere e dei personaggi, vol. Vol. XI (Personaggi), pp. 739–40, Milano: RCS, 2005, ISSN 1825-7887 (WC · ACNP)
  4. ^ Eric de Haard, Narrative and Anti-narrative Structures in Lev Tolstoj's Early Works, Amsterdam: Rodopi, 1989, pp. 117-18, ISBN 90-5183-124-2 (Google libri)
  5. ^ a b Lev Tolstòj, «Lucerna», ed. Mondadori I Meridiani, op. cit., p. 545. Tutte le citazioni sono tratte dalla suddetta edizione.
  6. ^ Lev Tolstòj, Lucerna, Milano, Mondadori, I Meridiani, 1991, p. 565.
  7. ^ Ettore Lo Gatto, Profilo della letteratura russa: dalle origini a Solženicyn, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1975, p. 227.
  • Commento e note di Igor Sibaldi a «Dalle memorie del principe Nechljudov: Lucerna». In: Lev Tolstòj, Tutti i racconti, a cura di Igor Sibaldi, Milano: Mondadori, Vol. I, pp. 808-810 (testo; traduzione di Bruno Osimo), Vol. I, p. 1203 (Note ai testi), Collana I Meridiani, III ed., aprile 1998, ISBN 88-04-34454-7

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