La piccola Roque

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La piccola Roque è un racconto del di Guy de Maupassant del 1885.

Dopo un avvio da poliziesco si rivela invece un racconto naturalista e psicologico con toni di critica sociale verso il protagonista Renardet e la classe sociale che rappresenta, la borghesia in ascesa.

Médéric il procaccia (figura tra un postino ed un messo) passando per il bosco rinviene accidentalmente il cadavere di un'adolescente. Si reca allora dal sindaco e agiato possidente locale Renardet, che mobilità immediatamente i professionisti indispensabili per le indagine e la perizia: medico, procuratore, ecc. Sul luogo è stabilito che la giovane ha subito violenza sessuale e strangolamento; nel mentre i paesani accorrono per vedere la novità, e su tutti spicca la madre, stravolta dal dolore. Si decide di proseguire le indagini, che però vanno su un "binario morto". Renardet, sembra avere comunque in mano la situazione: è uomo energico, amante della vita, reazionario, areligioso, e incline anche a venire alle mani, o all'occorrenza, disposto ad uccidere. In realtà egli, vedovo da circa 6 mesi prima, si è imbattuto nella fanciulla, e colto da un impulso irrefrenabile ha cercato di possederla e compiuto il misfatto, salvo poi depistare tutti. Ma stavolta, contrariamente alla sua natura spiccia, i rimorsi che lo assalgono gli danno inquietudine, allucinazioni e infine lo conducono a suicidarsi. Dopo alcuni tentativi falliti, per attuarlo scrive il procuratore per confessargli in segreto la colpa, e cercare di far sembrare la sua fine un incidente. Senonché, dopo aver imbucato la lettera ha un ripensamento; dopo aver cercato invano di convincere con ogni mezzo il procaccia, e disperato conclude così la sua vita come aveva progettato.

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