Gran Premio d'Argentina 1981

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Bandiera dell'Argentina Gran Premio d’Argentina 1981
345º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 3 di 15 del Campionato 1981
il circuito n°15, usato dal 1974 al 1981
il circuito n°15, usato dal 1974 al 1981
Data 12 aprile 1981
Nome ufficiale XVII Gran Premio de la Republica Argentina
Luogo Oscar Galvez
Percorso 5.968 km
Distanza 53 giri, 316,304 km
Clima Poco nuvoloso
Risultati
Pole position Giro più veloce
Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Brasile Nelson Piquet
Brabham-Ford Cosworth in 1'42"665 Brabham-Ford Cosworth in 1'45"287
(nel giro 6)
Podio
1. Bandiera del Brasile Nelson Piquet
Brabham-Ford Cosworth
2. Bandiera dell'Argentina Carlos Reutemann
Williams-Ford Cosworth
3. Bandiera della Francia Alain Prost
Renault

Il Gran Premio d'Argentina 1981 è stata la terza prova della stagione 1981 del Campionato mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 12 aprile 1981 sul Circuito di Buenos Aires. La gara è stata vinta dal brasiliano Nelson Piquet, su Brabham-Ford Cosworth; per il vincitore si trattò del quarto successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo l'argentino Carlos Reutemann su Williams-Ford Cosworth e il francese Alain Prost su Renault. Per questo ultimo pilota si trattò del primo podio in una gara iridata, mentre Piquet conquistò il secondo Grand Chelem della sua carriera nel mondiale di F1, ottenendo pole position, giro veloce, vittoria e conducendo la gara per tutti i giri.[1]

Vigilia[modifica | modifica wikitesto]

Aspetti tecnici[modifica | modifica wikitesto]

Vi furono dei ritardi nella consegna del materiale tecnico alle scuderie; ciò era dovuto a dei disguidi alla dogana brasiliana, da dove i pezzi venivano spediti, avendo il circus da poco disputato il Gran Premio del Brasile.[2]

Pur in presenza di proteste in merito alla regolarità della Brabham BT49C Jean-Marie Balestre, presidente della FISA, affermò che, per la federazione, la monoposto risultava non contraria alle norme tecniche.[3] Il 3 aprile la FISA invece fissò la riunione decisiva in merito alla legalità della Lotus 88 per il 23 aprile.[4] Però la commissione tecnica del gran premio decise di escludere la vettura dalla gara, prima ancora della decisione definitiva della federazione.[5] Nel corso del weekend della gara Balestre polemizzò sulla regolarità dell'Arrows A3; ciò portò a delle proteste da parte del team.[6]

La Ferrari testò un nuovo tipo di compressore sul proprio motore turbo.[2] La McLaren portò, per il solo John Watson, la MP4/1. La MP4/1, prima McLaren dell'era di Ron Dennis, che diede inizio ai modelli MP4, rappresentò una vera rivoluzione in Formula 1 in quanto fu la prima vettura con telaio in fibra di carbonio a disputare una gara nella massima categoria. Presentava inoltre maggiori protezioni per il pilota e di conseguenza era anche molto sicura.[7]

La McLaren fece debuttare la rivoluzionaria MP4/1, in fibra di carbonio.

Aspetti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

Nell'aprile 1980 la FISA aveva diramato un primo calendario con la gara di Argentina prevista per l'8 gennaio.[8][9]

Una seconda versione del calendario venne presentata nell'ottobre 1980: in questa bozza la gara veniva spostata al 25 gennaio.[10] A seguito dell'incertezza che gravava sul campionato la FISA chiese agli organizzatori del Gran Premio d'Argentina di far slittare la loro gara al 22 febbraio.[11] Il 13 gennaio venne nuovamente cambiata la data del Gran Premio d'Argentina, posticipato al 26 aprile.[12] Infine la data venne fissata per il 12 aprile.

Venne annunciato l'esordio per questa gara della scuderia britannica Toleman, proveniente dalla Formula 2. La scuderia però successivamente rinunciò alla trasferta.[13]

Superati i problemi fisici di inizio stagione, Jean-Pierre Jabouille riprese il suo volante da pilota titolare alla Ligier, prendendo così il posto del suo sostituto, Jean-Pierre Jarier.

Nelle prove libere del giovedì il più rapido fu Alain Prost della Renault che ottenne 1'43"895, precedendo il compagno di scuderia René Arnoux. La Lotus ripresentò il modello 88, anche se Elio De Angelis fu autore di un testacoda ad alta velocità.[14]

Qualifiche[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

La Lotus 88 non venne ammessa alle qualifiche. Per tale ragione il patron della scuderia, Colin Chapman, minacciò di ritirare il suo team dal mondiale qualora la riunione della Federazione, prevista per il 23 aprile a Parigi, non avesse stabilito la regolarità di tale vettura. Il comunicato della Lotus, molto duro nei toni verso la Formula 1, costò una multa di 100.000 dollari comminata dalla FISA.[15]

Il miglior tempo della prima giornata fu di Nelson Piquet, su Brabham BT49C (in 1'42"665); la vettura però destava, come detto, anch'essa dei dubbi sulla sua regolarità, tanto che subì un reclamo da parte della Williams. I commissari, che avevano prediposto una speciale pedana per misurare l'altezza dal suolo delle vetture, trovarono fuori norma, l'Arrows di Riccardo Patrese e la Lotus (modello 81B) di Elio De Angelis; decisero così di cancellare i tempi ottenuti tra la prima misurazione, effettuata nella prima fase della sessione, e la seconda misurazione, effettuata al termine della stessa, ove era stata rilevata l'irregolarità. Anche Didier Pironi era stato trovato con la vettura fuori norma, ma aveva prontamente fatto regolare l'altezza, prima di far segnare tempi validi per lo schieramento.

Successivamente Bernie Ecclestone intervenne coi commissari e fece reinvalidare i tempi, in quanto la pedana non era perfettamente in piano.[16]

Nella notte il tracciato venne bagnato dalla pioggia, anche se la pista si presentò asciutta per le prove, ma poco gommata. Nelson Piquet conservò la pole position, la quarta della carriera nel mondiale di F.1. Alan Jones salì in terza posizione, precedendo così il compagno di team Carlos Reutemann. Tra i non qualificati vi fu anche il rientrante Jean-Pierre Jabouille su Ligier.[15]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Nella sessione di qualifica[17] si è avuta questa situazione:

Pos Pilota Costruttore Tempo Griglia
1 5 Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Brabham-Ford Cosworth 1'42"665 1
2 15 Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera della Francia Renault 1'42"981 2
3 1 Bandiera dell'Australia Alan Jones Bandiera del Regno Unito Williams-Ford Cosworth 1'43"638 3
4 2 Bandiera dell'Argentina Carlos Reutemann Bandiera del Regno Unito Williams-Ford Cosworth 1'43"935 4
5 16 Bandiera della Francia René Arnoux Bandiera della Francia Renault 1'43"997 5
6 6 Bandiera del Messico Héctor Rebaque Bandiera del Regno Unito Brabham-Ford Cosworth 1'44"100 6
7 27 Bandiera del Canada Gilles Villeneuve Bandiera dell'Italia Ferrari 1'44"132 7
8 20 Bandiera della Finlandia Keke Rosberg Bandiera del Brasile Fittipaldi-Ford Cosworth 1'44"191 8
9 29 Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Bandiera del Regno Unito Arrows-Ford Cosworth 1'45"008 9
10 11 Bandiera dell'Italia Elio De Angelis Bandiera del Regno Unito Lotus-Ford Cosworth 1'45"065 10
11 7 Bandiera del Regno Unito John Watson Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford Cosworth 1'45"073 11
12 28 Bandiera della Francia Didier Pironi Bandiera dell'Italia Ferrari 1'45"108 12
13 3 Bandiera degli Stati Uniti Eddie Cheever Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 1'45"117 13
14 33 Bandiera della Francia Patrick Tambay Bandiera di Hong Kong Theodore-Ford Cosworth 1'45"297 14
15 12 Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Lotus-Ford Cosworth 1'45"369 15
16 14 Bandiera della Svizzera Marc Surer Bandiera del Regno Unito Ensign-Ford Cosworth 1'45"734 16
17 22 Bandiera degli Stati Uniti Mario Andretti Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 1'46"059 17
18 8 Bandiera dell'Italia Andrea De Cesaris Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford Cosworth 1'46"387 18
19 30 Bandiera dell'Italia Siegfried Stohr Bandiera del Regno Unito Arrows-Ford Cosworth 1'46"444 19
20 21 Bandiera del Brasile Chico Serra Bandiera del Brasile Fittipaldi-Ford Cosworth 1'46"706 20
21 26 Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera della Francia Ligier-Matra 1'46"854 21
22 23 Bandiera dell'Italia Bruno Giacomelli Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 1'46"918 22
23 9 Bandiera dei Paesi Bassi Jan Lammers Bandiera della Germania ATS-Ford Cosworth 1'47"174 23
24 4 Bandiera dell'Argentina Ricardo Zunino Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 1'47"464 24
Vetture non qualificate
NQ 31 Bandiera dell'Argentina Miguel Ángel Guerra Bandiera dell'Italia Osella-Ford Cosworth 1'47"609 NQ
NQ 32 Bandiera dell'Italia Beppe Gabbiani Bandiera dell'Italia Osella-Ford Cosworth 1'48"121 NQ
NQ 17 Bandiera dell'Irlanda Derek Daly Bandiera del Regno Unito March-Ford Cosworth 1'48"191 NQ
NQ 25 Bandiera della Francia Jean-Pierre Jabouille Bandiera della Francia Ligier-Matra 1'49"581 NQ
NQ 18 Bandiera del Cile Eliseo Salazar Bandiera del Regno Unito March-Ford Cosworth 1'51"086 NQ

Warm up[modifica | modifica wikitesto]

Il più veloce nelle libere della domenica mattina fu ancora Nelson Piquet, in 1'44"852. nel corso delle stesse Gilles Villeneuve uscì di pista alla chicane che segue l'uscita dai box. La sua Ferrari sfiorò la collisione con la Lotus di Nigel Mansell rimasta parcheggiata in quel punto dopo una precedente uscita di pista.[18]

Gara[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

Nelson Piquet festeggia la vittoria

Alan Jones scattò e prese subito la testa del gran premio, davanti al poleman Nelson Piquet che però riprese il comando già nel corso del primo giro, all'altezza del Curvon. Il giro seguente Carlos Reutemann passò l'australiano e si portò al secondo posto. Dietro vi erano Riccardo Patrese, René Arnoux e Héctor Rebaque.

Prost s'installò già al terzo giro dietro ai primi tre, seguito da Rebaque, mentre scendevano in classifica sia Patrese che Arnoux. La rimonta di Prost proseguì al giro 5, quando entrò sul podio virtuale, scavalcando Jones; il campione del mondo, nel giro seguente, venne passato anche da Rebaque.

Alain Prost era rallentato da alcune vibrazioni sulla sua monoposto, tanto che Héctor Rebaque salì al terzo posto, dopo undici giri. Dietro i primi quattro vi era ancora Jones, che precedeva René Arnoux, poi John Watson e Riccardo Patrese. Rebaque, al quindicesimo giro, passò anche Reutemann, ponendosi così al secondo posto, dietro al compagno di scuderia Piquet. La gara del pilota messicano s'interruppe dopo 33 giri per un problema elettrico.

Le posizioni di testa rimasero congelate: solo più dietro Patrese riuscì ad entrare in zona punti al giro 35, passando Watson. Il padovano però guidava un'Arrows molto instabile in curva, tanto che venne passato da Elio De Angelis nel 47º giro.

Nelson Piquet vinse così, per la quarta volta in carriera, davanti a Carlos Reutemann, Alain Prost, Alan Jones, René Arnoux e De Angelis. Per Alain Prost si trattò del primo dei 106 podi della sua carriera. Reutemann batté il record di gare a punti consecutive, con una striscia di 13 gran premi, iniziata col Gran Premio del Belgio 1980.[19][20]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

I risultati del gran premio[21] furono i seguenti:

Pos No Pilota Costruttore Giri Tempo/Ritiro Pos. Griglia Punti
1 5 Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Brabham-Ford Cosworth 53 1h34'32"74 1 9
2 2 Bandiera dell'Argentina Carlos Reutemann Bandiera del Regno Unito Williams-Ford Cosworth 53 + 26"61 4 6
3 15 Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera della Francia Renault 53 + 49"98 2 4
4 1 Bandiera dell'Australia Alan Jones Bandiera del Regno Unito Williams-Ford Cosworth 53 + 1'07"88 3 3
5 16 Bandiera della Francia René Arnoux Bandiera della Francia Renault 53 + 1'31"85 5 2
6 11 Bandiera dell'Italia Elio De Angelis Bandiera del Regno Unito Lotus-Ford Cosworth 52 + 1 giro 10 1
7 29 Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Bandiera del Regno Unito Arrows-Ford Cosworth 52 + 1 giro 9  
8 22 Bandiera degli Stati Uniti Mario Andretti Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 52 + 1 giro 17  
9 30 Bandiera dell'Italia Siegfried Stohr Bandiera del Regno Unito Arrows-Ford Cosworth 52 + 1 giro 19  
10 23 Bandiera dell'Italia Bruno Giacomelli Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 51 Mancanza di benzina[22] 22  
11 8 Bandiera dell'Italia Andrea De Cesaris Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford Cosworth 51 + 2 giri 18  
12 9 Bandiera dei Paesi Bassi Jan Lammers Bandiera della Germania ATS-Ford Cosworth 51 + 2 giri 23  
13 4 Bandiera dell'Argentina Ricardo Zunino Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 51 + 2 giri[23] 24  
Rit 27 Bandiera del Canada Gilles Villeneuve Bandiera dell'Italia Ferrari 40 Trasmissione 7  
Rit 33 Bandiera della Francia Patrick Tambay Bandiera di Hong Kong Theodore-Ford Cosworth 36 Perdita d'olio 14  
Rit 7 Bandiera del Regno Unito John Watson Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford Cosworth 36 Trasmissione 11  
Rit 6 Bandiera del Messico Héctor Rebaque Bandiera del Regno Unito Brabham-Ford Cosworth 32 Problemi elettrici 6  
Rit 21 Bandiera del Brasile Chico Serra Bandiera del Brasile Fittipaldi-Ford Cosworth 28 Cambio 20  
Rit 26 Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera della Francia Ligier-Matra 19 Tenuta di strada 21  
Rit 14 Bandiera della Svizzera Marc Surer Bandiera del Regno Unito Ensign-Ford Cosworth 14 Motore 16  
Rit 20 Bandiera della Finlandia Keke Rosberg Bandiera del Brasile Fittipaldi-Ford Cosworth 4 Alimentazione 8  
Rit 12 Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Lotus-Ford Cosworth 3 Motore 15  
Rit 28 Bandiera della Francia Didier Pironi Bandiera dell'Italia Ferrari 3 Motore 12  
Rit 3 Bandiera degli Stati Uniti Eddie Cheever Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 1 Frizione 13  
NQ 31 Bandiera dell'Argentina Miguel Ángel Guerra Bandiera dell'Italia Osella-Ford Cosworth    
NQ 32 Bandiera dell'Italia Beppe Gabbiani Bandiera dell'Italia Osella-Ford Cosworth    
NQ 17 Bandiera dell'Irlanda Derek Daly Bandiera del Regno Unito March-Ford Cosworth    
NQ 25 Bandiera della Francia Jean-Pierre Jabouille Bandiera della Francia Ligier-Matra    
NQ 18 Bandiera del Cile Eliseo Salazar Bandiera del Regno Unito March-Ford Cosworth        

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Polemiche dopo la gara[modifica | modifica wikitesto]

La Renault inviò un documento di protesta contro la mancata squalifica della Brabham BT49C, che a inizio weekend era stata considerata regolare dai commissari.[24]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Statistiques Pilotes- Grand Chelem-Nelson Piquet, su statsf1.com. URL consultato il 9 ottobre 2013.
  2. ^ a b Cristiano Chiavegato, Caos in Formula 1, in Stampa Sera, 9 aprile 1981, p. 10.
  3. ^ Cristiano Chiavegato, Reutemann e Jones fanno la pace, in La Stampa, 9 aprile 1981, p. 25.
  4. ^ (ES) La FISA dictaminara la legalidad del "Lotus 88", in El Mundo Deportivo, 4 aprile 1981, p. 22. URL consultato il 26 aprile 2013.
  5. ^ (ES) John Reicherts, Piquet, mas rapido que Jones y Reutemann, in El Mundo Deportivo, 11 aprile 1981, p. 38. URL consultato il 26 aprile 2013.
  6. ^ Balestre-Arrows ancora guerra, in Stampa Sera, 13 aprile 1981, p. 17.
  7. ^ Cristiano Chiavegato, L'ora dei turbo in Argentina, in La Stampa, 10 aprile 1981, p. 19.
  8. ^ (ES) Calendario de G. P. para 1981, in El Mundo Deportivo, 20 aprile 1980, p. 25. URL consultato il 15 dicembre 2012.
  9. ^ (ES) Xavier Ventura, Prohibidas las "aventuras", in El Mundo Deportivo, 20 aprile 1980, p. 25. URL consultato il 15 dicembre 2012.
  10. ^ Ecclestone battuto-minigonne vietate, in La Stampa, 8 ottobre 1980, p. 21.
  11. ^ Formula 1 a febbraio?, in La Stampa, 11 dicembre 1980, p. 25.
  12. ^ F.1, Argentina rinvio in aprile, in La Stampa, 14 gennaio 1981, p. 17.
  13. ^ (ES) Debuta el "Candy Toleman", in El Mundo Deportivo, 9 aprile 1981, p. 34. URL consultato il 26 aprile 2013.
  14. ^ Cristiano Chiavegato, Velocissime le Renault, in La Stampa, 10 aprile 1981, p. 19.
  15. ^ a b Cristiano Chiavegato, Cento milioni di multa alla Lotus in F.1, in La Stampa, 12 aprile 1981, p. 29.
  16. ^ Cristiano Chiavegato, La Formula 1 ancora in pieno caos, in La Stampa, 11 aprile 1981, p. 21.
  17. ^ Risultati delle qualifiche, su chicanef1.com.
  18. ^ Cristiano Chiavegato, Prove libere Villeneuve va fuori di pista, in Stampa Sera, 13 aprile 1981, p. 17.
  19. ^ Cristiano Chiavegato, Tutto facile per Piquet con la SuperBrabham, in Stampa Sera, 13 aprile 1981, p. 17.
  20. ^ (FR) Statistiques Pilotes-Points Consécutivement, su statsf1.com. URL consultato il 1º giugno 2013.
  21. ^ Risultati del gran premio, su formula1.com.
  22. ^ Bruno Giacomelli, pur se ritirato, venne ugualmente classificato avendo coperto più del 90% della distanza.
  23. ^ Ricardo Zunino venne penalizzato di un giro.
  24. ^ Documento Renault contro la Brabham, in Stampa Sera, 13 aprile 1981, p. 17.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1981
 

Edizione precedente:
1980
Gran Premio d'Argentina Edizione successiva:
1995
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