Discussione:Salento

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Geografia
Puglia
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Riassunto delle Temperature[modifica wikitesto]

Secondo me c'è un errore nella tabella delle temperature medie: per quanto riguarda Santa Maria di Leuca è indicata una media invernale di 23°C, decisamente improbabile, anche secondo la pagina sulla Stazione meteorologica di Santa Maria di Leuca -- Fabriziomsg 14:38, 9 lug 2018 (CEST)[rispondi]

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Bandiera del Salento[modifica wikitesto]

Da dove viene la Bandiera che è stata recentemente aggiunta alla pagina? Perché, nel caso, non si può creare di punto in bianco il vessillo di un territorio. Saggittarius A (msg) 13:38, 22 giu 2021 (CEST)[rispondi]

In effetti, a meno che non saltino fuori fonti storiche (o fonti terze), la bandiera andrà rimossa.--3knolls (msg) 16:16, 22 giu 2021 (CEST)[rispondi]

Inesattezze a vario titolo[modifica wikitesto]

Sono costretto a sottolineare diverse inesattezze, cominciando dalla collocazione geografica del Salento che è risaputo, comincia lì dove le Murge terminano. Pertanto la città di Taranto, il nord ovest tarantino, la Valle d'Itria tutta, comprendente quindi Locorotondo, Martina Franca, Cisternino, la città e il territorio di Fasano non sono parte del Salento in alcun modo. La retta, geografica, fisica e linguistica che delimita il territorio salentino è ubicata all'incirca all'altezza di San Giorgio sullo Jonio e tra Ostuni e Carovigno sull'Adriatico. Altra inesattezza clamorosa è l'attribuzione dell'artista italiano tra i più famosi al mondo, Domenico Modugno come salentino, quando anche le pietre sanno dei suoi natali polignanesi, quindi barese di provincia. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 37.163.23.108 (discussioni · contributi).

Plinio teneva distinti i Sallentini non soltanto dall'Apulia, ma anche dalla stessa "Calabria" (ossia dall'area brindisina, detta così in epoca romana). Perciò è inutile invocare una presunta antica "diversità" dei Sallentini, considerato che la stessa penisola salentina era divisa in due (Calabria da una parte, e Sallentini dall'altra). Il nome completo della Regio II era infatti: "Hirpini, Calabria, Apulia et Sallentini".-- 3knolls (msg) 16:43, 24 apr 2022 (CEST)[rispondi]

1-Stradone riferisce che Calabri e Salentini non erano due popoli diversi, bensì i due sottogruppi nei quali si divideva l'ethnos dei Messapi, un unico popolo quindi, pur con delle proprie peculiarità da zona a zona. D'altronde le uniche iscrizioni rinvenute in tutto il Salento sono esclusivamente in lingua messapica, a testimonianza che la lingua fosse la stessa. L'archeologia dimostra inoltre che anche la cultura materiale fosse la stessa, il Salento antico si presenta omogeneo sotto ogni punto di vista, distinto e separato dalla Daunia e della Peucezia, jnfluenzate pesantemente dall'elemento osco.
È molto probabile che all'inizio vi fosse una diversificazione più accentuata tra Calabri e Salentini. Mentre i primi sono quasi certamente Illiri, come suggerisce l'etnonimo, i secondi potrebbero essere un'espressione del mondo miceneo, già presente nei lidi salentini in epoche precedenti. L'unica cosa certa è che a un certo punto l'elemento linguistico illirico dei Calabri prevalse, mentre all'incontrario ebbe la meglio quello culturale dei Salentini. Questa fusione ha poi generato l'ethnos Messapico di così difficile inquadrazione.
2-Il territorio dei Calabri arrivava fino a Otranto, altro che "brindisino"...
3-Che ti piaccia o no, "Iapigio" è un costrutto esclusivamente linguistico. L'unico collante tra le tre popolazioni della Puglia era infatti il comune idioma illirico, ma la lingua non basta a fare i popoli e ne abbiamo innumerevoli esempi. Pur parlando un unico idioma, è innegabile che queste tre popolazioni col tempo si diversificarono a tal punto da poter essere effettivamente considerate popolazioni diverse.
Con il tempo infatti, "Iapigia" diverrà uno dei tanti sinonimi di "Messapia", insieme a "Calabria" e "Salentina", e smetterà di indicare anche la Daunia e la Peucezia.
Le evidenze archeologiche dimostrano come le varie stratificazioni etniche che si sovrapposero nella regione a partire dal settimo secolo a.C. andarono a plasmare definitivamente le identità di questi tre popoli, rendendoli diversi e distinti gli uni dagli altri. Mentre però Dauni e Peucezi a un certo punto della storia sembrano condividere un destino comune, a causa della pesante influenza osca che entrambi ricevettero, l'elemento messapico continua a rimanere fuori da questo quadro, a causa dell'influenza greca che ricevettero da Taranto e non solo (come già specificato prima, l'elemento miceneo era già presente in Salento in epoche precedenti, e questo getterà le basi per una diversificazione più accentuata dei Messapi rispetto agli altri due popoli iapigi). Okapi Coinvolto (msg) 09:18, 25 apr 2022 (CEST)[rispondi]
In realtà la lingua osca era diffusa anche nel Salento, conosciuta anche da Ennio (che era di Rudiae). E comunque questo elemento ha ben poca importanza, poiché pur sempre di un'influenza culturale esterna si tratta (così come erano influenze esterne quelle dei normanni o degli svevi). Ciò che conta era invece che il popolo degli Iapigi si distingueva in tre tribù, e la tribù dei Messapi comprendeva a sua volta due sottotribù (Calabri e Sallentini). Questo però non permette assolutamente di dire che Calabri e Sallentini non erano Iapigi. A ben guardare, l'unica entità etno-culturale ben distinta era proprio quella degli Iapigi, unica popolazione in Italia parlante una lingua di probabile origine illirica; ma è ben diverso da quello che avevi scritto tu ("Il Salento veniva identificato come entità etno-culturale a sé stante nell'antichità classica, e ancora in età augustea come suggerisce la doppia nomenclatura Regio II Apulia et Calabria"). Nell'antichità classica, infatti, il Salento non era mai considerato come entità etno-culturale a sé stante, ma sempre come parte integrante della Iapigia (i Messapi erano iapigi a tutti gli effetti, come si è detto); dopodiché in età augustea il nome ufficiale della Regio II (attestato da Plinio il Vecchio) era "Hirpini, Calabria, Apulia et Sallentini", il che attesta che la Calabria era considerata ormai distinta non soltanto dall'Apulia, ma anche dagli stessi Sallentini. Quando si analizzano i documenti storici occorre attenersi fedelmente a ciò che c'è scritto, anche se ciò contrasta con il proprio sentimento regionalista.--3knolls (msg) 10:16, 25 apr 2022 (CEST)[rispondi]
PS Ho sostituito "Brindisino" con "versante adriatico", e ho rimosso il template Senza-fonte dopo il chiarimento su Strabone.--3knolls (msg) 10:40, 25 apr 2022 (CEST)[rispondi]

La lingua e la cultura osca non penetrarono mai saldamente in Salento, è appunto il forte sostrato greco ad aver prevalso e ad aver gettato le basi già con la colonizzazione micenea per la sua diversificazione culturale dalle terre apule. Dobbiamo ricordare però che l'osco era lingua franca di gran parte del meridione, compresa l'Apulia (Daunia e Peucezia), e che sia quindi del tutto naturale pensare che un erudito latino abbia scelto di adottarla come lingua di prestigio, ma ciò non significa che fosse radicata nella maggioranza della popolazione. Francamente, ogni volta che citi 'sto benedettissimo Ennio "osco" rimango spiazzato. Ma come si fa a usare la figura di un poeta latino vissuto dopo la conquista romana come baluardo di una presunta Messapia osca dei tempi antichi? La Lecce in cui nacque Ennio era già da tempo un avamposto dei conquistatori romani, che favorirono l'immigrazione dell'elemento osco per spezzare l'identità indigena, del tutto aliena nel quadro delle culture italiche propriamente dette (osco-umbre). Le peculiarità culturali che distinguono il Salento dalla Puglia non sono nate ieri, sono il frutto di secolari stratificazioni etniche che si sono susseguite per secoli e secoli, e il primo grande fattore ad aver generato questa differenziazione (accentuata poi dalle influenze dei secoli successivi) è proprio la forte persistenza dell'elemento greco in alternativa a quello osco, prevalente in gran parte del meridione. Tale sostrato osco è presente ancora oggi in tutti quei dialetti appartenenti al gruppo napoletano o meridionale, mentre è ovviamente assente nei dialetti appartenenti al gruppo meridionale estremo o siculo (siciliano, calabrese, salentino),dove appunto ha prevalso il sostrato greco. Ma poi cosa vuol dire "eh vabbè ma sono influenze esterne"? I popoli si creano grazie e soprattutto alle influenze esterne, di cosa stiamo parlando? E nel caso della Puglia, le influenze esterne furono così forti da diversificare i suoi tre popoli principali e a separarne i destini. I Dauni e i Peucezi seguiranno il corso degli osco-umbri, i Messapi (di cui Calabri e Salentini erano i principali sottogruppi, come dice Strabone) seguiranno il modello greco già esistente in epoca micenea e precedente alla grande colonizzazione, e questo getterà le basi per il futuro distaccamento delle terre salentine da quelle apule. Continuare a insistere su una presunta omogeneità culturale della Puglia è una cosa assurda, francamente non riesco a capire come si possa negare l'evidenza in maniera così ostinata quando la Storia (di cui il presente è figlio) ci fornisce tutte le prove necessarie. Okapi Coinvolto (msg) 10:46, 25 apr 2022 (CEST)[rispondi]

Il problema è che quella frase che avevi scritto non andava bene, poiché gli influssi greci sono durati circa 1500 anni (dalla Magna Grecia fino alla conquista normanna), e non sarebbe corretto dire che già nell'antichità classica il Salento appariva ormai diverso dal resto della Puglia: anzi, gli influssi bizantini sono stati forse ancora più forti di quelli magno-greci (anche perché soltanto una minima parte del Salento faceva effettivamente parte della Magna Grecia, mentre Otranto e Gallipoli furono per lunghi secoli i baluardi dell'impero bizantino). E poi ti ho già detto che "Apulia et Calabria" è solo una forma abbreviata, poiché in realtà i Sallentini non facevano proprio parte della Calabria (così come gli Hirpini non facevano proprio parte dell'Apulia), anche se tutti appartenevano alla regio II. Devi capire che non puoi continuare a scrivere quella frase senza consenso e interpretando le fonti a modo tuo.--3knolls (msg) 11:23, 25 apr 2022 (CEST)[rispondi]

Stemma Terra d'Otranto[modifica wikitesto]

Lo stemma rappresenta la provincia di Terra d'Otranto, che (volente o nolente) coincide in gran parte con l'attuale Salento (fatta eccezione per Matera, ceduta alla Basilicata nel 1663). Tale entità sopravvisse per secoli fino alle ultime riforme amministrative del 1927, e rappresenta dunque al meglio l'unità storico-politica salentina. Se lo stemma è ritenuto non appropriato, lo si decida (come sempre) tramite decisione collettiva e non per i capricci di un singolo utente. --Okapi Coinvolto (msg) 17:23, 1 set 2023 (CEST)[rispondi]

Ho chiesto gentilmente di indicarmi il punto preciso del progetto Araldica nel quale viene vietato espressamente l'utilizzo degli stemmi storici a rappresentanza dei territori, ma non ho ricevuto alcuna risposta. La rimozione dello stemma risulta pertanto attualmente ingiustificata, e continuerà a esserlo fino a quando non verrà palesato il punto preciso del progetto Araldica che ne vieta l'inserimento. Faccio inoltre presente che vi sono altre pagine dedicate a regioni storico-culturali d'Italia i cui stemmi storici sono ancora presenti nella tabella sinottica (ad esempio nella pagina relativa alla Sabina). Non vedo dunque perché solo lo stemma della Terra d'Otranto, pur essendo stato il simbolo ufficiale del Salento per secoli fino al 1927, non meriti di rappresentare il suddetto territorio. --Okapi Coinvolto (msg) 18:05, 1 set 2023 (CEST)[rispondi]
Trattasi di stemma di una divisione amministrativa, non di un territorio e pertanto non idoneo alla voce. Come d'altronde già diversi utenti ti hanno esaurientemente spiegato in altre discussioni. Grazie della comprensione. --Gac (msg) 10:15, 2 set 2023 (CEST)[rispondi]