Caproni Ca.22

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Caproni Ca.22
Caproni Ca.22
Descrizione
Tipoaereo sperimentale
Equipaggio1
CostruttoreBandiera dell'Italia Caproni
Data primo volo1913
Esemplari1
Altre variantiCaproni Ca.23
Caproni Ca.24
Dimensioni e pesi
Lunghezza8,00 m
Apertura alare14,14 m
Altezza3,50 m
Superficie alare29,18
Carico alare33,50 kg/m²
Peso a vuoto480 kg
Peso carico980 kg
Capacità500 kg
Propulsione
Motoreun rotativo Gnome
Potenza80 CV (59 kW)
Prestazioni
Velocità max125 km/h
Velocità di stallo60 km/h
Velocità di salitaa 1 000 m in 6 min
a 3 600 m in 32 min
Tangenza5 200 m
Record e primati
numerosi primati mondiali e nazionali di altezza e salita

i dati sono estratti da Aerei Italiani 1914-1918[1]

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Il Caproni Ca.22 era un aereo monomotore monoplano ad ala alta a parasole realizzato dall'azienda italiana Aeronautica Caproni nel 1913.

Sviluppato su iniziativa di Giovanni Battista "Gianni" Caproni venne realizzato in un unico esemplare a scopo di ricerca per studiare le caratteristiche di un velivolo dotato di ala ad angolo di incidenza variabile.

Infatti, l'ala era in tre pezzi ed era anteriormente incernierata sul longherone anteriore che faceva da asse di rotazione per la stessa; la variazione di incidenza dell'ala era comandata da un volantino che comandava un tubo elicoidale che agiva sul pilone posteriore. Inoltre con un sistema di tiranti venivano comandati i piani posteriori della coda in modo da compensare le variazioni di pressione esercitate sull'ala mantenendo l'equilibrio longitudinale del velivolo ottimale.[2]

L'aereo nel 1913 ottenne vari record mondiali di altezza e di salita.[2]

I velivoli successivi il Ca.23 e il Ca.24, costruiti entrambi nel 1914, si distinguevano per avere l'ala ad incidenza fissa e due motorizzazioni differenti. Il Ca.23 montava un motore Fiat da 100 hp mentre il Ca.24 un motore Gnome da 100 hp, quest'ultimo dei due fu quello prodotto in serie.[2] Il 30 giugno 1915 i piloti della 15ª Squadriglia da ricognizione e combattimento ritirano a Vizzola Ticino i Caproni 2 Parasol 100 hp portandoli al campo volo di Pordenone ma dopo gli incidenti sul nuovo aereo, di cui uno che causa la morte di un pilota per la rottura di un'ala, la squadriglia viene sciolta il 15 settembre 1915.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Camurati 1974, p. 47.
  2. ^ a b c Caproni 1937, pp. 60-61.
  3. ^ I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentili e Paolo Varriale, 1999 pag. 69

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gastone Camurati, Aerei Italiani 1914-1918, Roma, Aeronautica Militare, 1974, ISBN non esistente.
  • Gianni Caproni, Gli Aeroplani Caproni - studi, progetti, realizzazioni dal 1908 al 1935 (Ed. Del Museo Caproni), Milano, Editore d'Arte Emilio Bestetti, 1937, ISBN non esistente.
  • I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentili e Paolo Varriale, 1999

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