Frazionamento del plasma

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Con frazionamento del plasma ci si riferisce ai processi generali di separazione dei vari componenti del plasma sanguigno, una componente del sangue ottenuta tramite il frazionamento del sangue, per ottenere plasmaderivati.

Il plasma contiene una grande varietà di proteine tra cui albumina, immunoglobuline e fattori della coagulazione come il fibrinogeno.[1] Molte delle proteine nel plasma hanno importanti usi terapeutici:[1] l'albumina è comunemente usata per reintegrare e mantenere il volume del sangue dopo una lesione traumatica, durante un intervento chirurgico e durante le plasma exchange.[2]

L'albumina costituisce circa il 60% delle proteine totali nel plasma ed è presente a concentrazioni comprese tra 35 e 55 mg/mL;[3] è la principale responsabile della pressione osmotica del sangue e funziona come trasportatore di molecole con bassa solubilità in acqua come ormoni liposolubili, enzimi, acidi grassi, ioni metallici e farmaci.[2]

I plasmaderivati

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Componente Indicazioni
Antitrombina III Deficit congenito

Coagulazione intravascolare disseminata

Concentrato del complesso protrombinico Overdose di anticoagulanti

Insufficienza epatica

C1-inibitore Angioedema ereditario
Fattore VIII Emofilia A
Fattore IX Emofilia B
Fattore X Deficit congenito
Fattore XIII Deficit congenito
Fibrinogeno Deficit congenito

Emorragie massive

Immunoglobuline Immunoprofilassi

Immunodeficienze

Porpora trombocitopenica immune

Sindrome di Guillain-Barré

Polineuropatie

Albumina Ipoalbuminemia

Ascite

Ripristino della volemia (trauma, ustioni, chirurgia)

Alfa 1-antitripsina Deficit congenito

Enfisema, BPCO

Cirrosi epatica

Tecniche di frazionamento

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Lo stesso argomento in dettaglio: Processo di Cohn.

Quando l'obiettivo finale della lavorazione del plasma è ottenere un componente plasmatico per iniezioni o per trasfusioni, questo componente deve essere altamente puro.

Il primo metodo pratico su larga scala per il frazionamento del plasma sanguigno fu sviluppato da Edwin J. Cohn durante la seconda guerra mondiale, ed è noto come il processo di Cohn, o frazionamento ad etanolo freddo, poiché comporta un apporto graduale nella soluzione di etanolo a 5 °C e 3 °C.[2] Il processo di Cohn sfrutta le differenze nelle proprietà delle varie proteine plasmatiche, in particolare l'elevata solubilità e il basso punto isoelettrico dell'albumina. Poiché la concentrazione di etanolo viene aumentata gradualmente dallo 0% al 40%, il pH viene ridotto da neutro (circa 7) a circa 4,8, vicino al punto isoelettrico dell'albumina.

Ad ogni stadio alcune proteine vengono fatte precipitare e rimosse; il precipitato finale è l'albumina purificata.

Esistono diverse varianti di questo processo, incluso un metodo adattato da Nitschmann e Kistler che utilizza meno passaggi e sostituisce la centrifugazione e il congelamento con la filtrazione e diafiltrazione.[1][2]

Alcuni nuovi metodi di purificazione dell'albumina aggiungono ulteriori passaggi di purificazione al processo di Cohn e alle sue variazioni, mentre altri incorporano la cromatografia.[2] L'elaborazione cromatografica dell'albumina come alternativa al processo di Cohn emerse all'inizio degli anni '80, tuttavia non fu ampiamente adottata per lungo tempo a causa dell'inadeguata disponibilità di apparecchiature cromatografiche su larga scala.[2] I metodi che incorporano la cromatografia generalmente iniziano con il plasma criodepleto sottoposto a diafiltrazione buffer exchange o cromatografia buffer exchange, per preparare il plasma per le successive fasi di cromatografia a scambio ionico. Dopo lo scambio di ioni vi sono generalmente ulteriori fasi di purificazione cromatografica e buffer exchange.[2]

  1. ^ a b c T. Brodniewicz-Proba, Human plasma fractionation and the impact of new technologies on the use and quality of plasma-derived products, in Blood Reviews, vol. 5, n. 4, 1991-12, pp. 245–257, DOI:10.1016/0268-960x(91)90016-6. URL consultato il 6 maggio 2020.
  2. ^ a b c d e f g P. Matejtschuk, C.H. Dash e E.W. Gascoigne, Production of human albumin solution: a continually developing colloid, in British Journal of Anaesthesia, vol. 85, n. 6, 2000-12, pp. 887–895, DOI:10.1093/bja/85.6.887. URL consultato il 6 maggio 2020.
  3. ^ Yufeng Shen, Jon M. Jacobs e David G. Camp, Ultra-High-Efficiency Strong Cation Exchange LC/RPLC/MS/MS for High Dynamic Range Characterization of the Human Plasma Proteome, in Analytical Chemistry, vol. 76, n. 4, 2004-02, pp. 1134–1144, DOI:10.1021/ac034869m. URL consultato il 6 maggio 2020.

Voci correlate

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