Genserico Fontana

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Genserico Fontana
NascitaRoma, 26 gennaio 1918
MorteRoma, 24 marzo 1944
Cause della morteFucilazione presso le Fosse Ardeatine
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regio Esercito
ArmaArma dei Carabinieri
CorpoFronte clandestino di resistenza dei carabinieri
Anni di servizio1938 – 1944
GradoCapitano(postumo)
GuerreSeconda guerra mondiale
DecorazioniMedaglia d'oro al valor militare
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Targa in memoria di Genserico Fontana, posta sulla casa in cui abitava in Via Nomentana 84.[1]

Genserico Fontana (Roma, 26 gennaio 1918Roma, 24 marzo 1944) fu un ufficiale dei carabinieri. Organizzatore di uno dei gruppi clandestini dei carabinieri durante la Resistenza, fu fucilato alle Fosse Ardeatine. Postumo, fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria e promosso al grado superiore (capitano).

Figlio di un ragioniere libero professionista e giornalista, Luigi Fontana e di Carolina Ginganino, dopo aver frequentato come studente la facoltà di Giurisprudenza, fu arruolato nel 1938 presso il 52° Reggimento Fanteria "Alpi" dove frequentò il Corso Allievi Ufficiali prima di essere assegnato al 3° Reggimento Granatieri di Sardegna. Dopo aver partecipato alla Campagna di Grecia con il grado di Sottotenente di complemento e conseguendo una Croce di guerra al valore Militare per aver resistito contro l'avversario, alla guida dei suoi uomini, per 48 ore su un importante fronte.

Promosso Tenente nel 42 e conseguita la laurea in Legge transitò nell'Arma dei Carabinieri dove venne assegnato dapprima presso il XXVI Battaglione, in seguito presso la Legione Lazio, assumendo il comando della Compagnia di L'Aquila nel cui territorio a fine agosto del 1943 sarebbe arrivato Mussolini, prigioniero prima ad Assergi (AQ) e poi sull'altopiano di Campo Imperatore. Allertato della volontà dei tedeschi di catturarlo si dette alla macchia costituendo in clandestinità il "Nucleo Fontana", in seguito confluito nel Fronte dei Carabinieri Reali.

Dopo essere scampato nuovamente ad un tentativo di cattura venne arrestato insieme al Tenente Rodriguez Pereira e al Brigadiere Manca dalle SS e tradotto prima presso le prigioni di via Tasso e poi presso Regina Coeli con l'accusa di spionaggio a favore degli Alleati e di organizzatore "badogliano" di bande armate. Qui, sopportando atroci sevizie si distinse per fierezza, compostezza e sprezzo del pericolo, non rivelò alcun nome di altri componenti dei reparti clandestini.

Gli ultimi momenti della sua vita lo vedono ancora una volta composto dinanzi alla morte ormai imminente. Prima di essere condotto per la fucilazione presso le Fosse Ardeatine rivolgeva un ultimo saluto all'amata moglie.

Un testimone infatti ha riferito che la moglie, anch'essa detenuta nel carcere di Regina Coeli, era presente quando fu portato via e capì che cosa stava accadendo. A lui sono intitolate la Compagnia Carabinieri di Avezzano e una strada nel quartiere romano della Balduina, tra via Anneo Lucano e via Bignami.[2]

Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«In momenti di drammatiche difficoltà per il Paese, conscio dei suoi doveri di soldato, si rifiutava di collaborare coi nemico, e con grave rischio sfuggiva alla cattura per la deportazione dopo essersi adoperato con tutte le sue forze per mettere in salvo buona parte dei suoi dipendenti. Pur sapendosi attivamente ricercato iniziava tra enormi difficoltà e pericoli l'organizzazione di una banda armata, dando ai suoi dipendenti ampia assistenza morale e materiale. Incurante dei bandi tedeschi, si prodigava instancabilmente per trasportare e nascondere armi necessarie ai suoi organizzati. Catturato su delazione di spia sebbene sottoposto per lunghi mesi a privazioni e torture di ogni genere, manteneva il più assoluto silenzio evitando di far scoprire le fila dell'organizzazione di cui era l'animatore. Nessuna lusinga o allettamento dei suoi aguzzini lo faceva deflettere dal giuramento prestato. Compreso solo del bene della Patria donava la sua giovane esistenza affrontando serenamente la morte per fucilazione nelle Fosse Ardeatine. Luminoso esempio di fedeltà, di onore e sprezzo della vita.»
— Fronte clandestino di resistenza, 8 ottobre 1943-24 marzo 1944
  1. ^ Il testo della targa recita:
    ALLA MEMORIA E ALLA GLORIA DEL

    CAPITANO DEI CARABINIERI DOTTOR GENSERICO FONTANA
    VENTISEIENNE ROMANO - VALOROSO COMBATTENTE D'OLTREMARE
    ANIMOSO COSPIRATORE - ORGANIZZATORE TRA PRIMISSIMI
    DI BANDE ARMATE PER LA LOTTA CLANDESTINA - ARDITAMENTE INSORTO
    CONTRO IL SECOLARE NEMICO E L'INTERNO OPPRESSORE
    DOPO IL CARCERE - INFLITTO ANCHE ALLA SPOSA - E LE SEVIZIE
    COI "320" DELLE FOSSE ARDEATINE BARBARAMENTE TRUCIDATO
    PER LA LIBERTÀ DEL POPOLO E LA REDENZIONE SOCIALE - IL 24 MARZO 1944
    MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE

    SULLA CASA DA LUI ABITATA AMICI ED AMMIRATORI POSERO IL 6-10-1946
  2. ^ Luciana Frapiselli, Undici strade per undici martiri, in Monte Mario, n. 222, Roma, Associazione degli Amici di Monte Mario, Marzo 2004, p. 3.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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