Via Nova (Aventino)

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La Via Nova (via Nuova) era una strada della XII regione augustea dell'antica Roma, che correva parallela al primo tratto della Via Appia lungo le pendici del piccolo Aventino e garantiva l'accesso al grandioso complesso delle Terme di Caracalla.

È citata nei Cataloghi regionari[1].

Nell'antica Roma vi era anche la Via Nova che correva parallela alla Via Sacra alle pendici settentrionali del Palatino.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La via fu realizzata dall'imperatore Caracalla per garantire l'accesso alle terme da lui completate nel 216 d.C. (probabilmente la costruzione delle terme e della via era stata avviata da suo padre Settimio Severo nel 206 d.C.)[2][3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La Via nova era un'ampia strada, probabilmente alberata[4]. Correva parallela alla Via Appia lungo la facciata delle terme di Caracalla[2] ed era in asse con l'ingresso principale del Circo Massimo. Dopo le terme si riuniva alla Via Appia nel punto in cui dipartiva la Via Latina.

Compare sulla lastra Stanford # 1abcde della forma Urbis Severiana, da dove si desume che aveva un'ampiezza di circa 30 metri (la Via Appia era ampia solo un terzo di questa via)[2][5].

La Via Nova è citata in un'iscrizione cristiana[6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cataloghi regionari Archiviato l'8 giugno 2019 in Archive.is., su LacusCurtius.
  2. ^ a b c Via Nova, in: Samuel Ball Platner (completato e rivisto da Thomas Ashby), A Topographical Dictionary of Ancient Rome, Oxford University Press, Londra, 1929, pp. 559-569.
  3. ^ Sesto Aurelio Vittore, De Caesaribus, 21: aucta urbs magno accessu viae novae; Historia Augusta, Caracalla, 9: viam novam munivit, quae est sub eius thermis.
  4. ^ Giuseppe Lugli, Les thermes de Caracalla, G. Bardi, 1962, p. 5.
  5. ^ Forma Urbis Romae - Frammento Stanford # 1abcde
  6. ^ CIL VI, 9684

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Via Nova, in: Samuel Ball Platner (completato e rivisto da Thomas Ashby), A Topographical Dictionary of Ancient Rome, Oxford University Press, Londra, 1929, pp. 559-569.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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