Vespa orientalis

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Vespa orientale
Vespa orientalis
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Arthropoda
Classe Insecta
Ordine Hymenoptera
Famiglia Vespidae
Genere Vespa
Specie V. orientalis
Nomenclatura binomiale
Vespa orientalis
Linnaeus, 1771
Areale

La vespa orientale (Vespa orientalis Linnaeus, 1771) è un vespide simile al calabrone europeo (Vespa crabro). Non deve essere confusa con la Vespa mandarinia, originaria dell'est asiatico e di dimensioni maggiori, non presente in Europa.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie è diffusa nel sud est europeo (compresa l'Italia meridionale)[1], nel Medio Oriente e in Madagascar[2][3].

La vespa orientale è autoctona della penisola, tuttavia si sta osservando un aumento degli avvistamenti nel centro-sud probabilmente dovuto ai cambiamenti climatici[4].

Il suo areale in Italia è in espansione verso nord: risulta insediata a partire dal 2020 nelle città di Grosseto[5][6] e di Trieste[7] e risulta segnalata a Genova nella zona del porto[8]. Il 15 agosto 2022 viene segnalato un esemplare a Livorno[9], e pochi giorni dopo arriva la prima segnalazione dalla Sardegna.[10]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Vespa orientalis costruisce il nido similmente al calabrone, vale a dire nelle cavità arboree ed in case abbandonate, ma talvolta potrebbe nidificare anche nel terreno.[1]

Alcuni ricercatori hanno scoperto che nelle bande gialle dell'addome di questa vespa, è presente un pigmento chiamato xantopterina che ha la capacità di assorbire l'energia solare e rendere attive le vespe, che difatti preferiscono lavorare in pomeriggio inoltrato, al contrario di molte altre specie di calabroni che preferiscono lavorare con il fresco del mattino o prima di sera, per evitare l'eccessivo calore.[11]

In autunno questa vespa compie degli attacchi massivi agli alveari di Apis mellifera sicula (dove questa specie è presente, come ad esempio nell'isola di Cipro), che non possono ucciderle pungendole, poiché il loro tegumento ha una cuticola tanto dura da essere inviolabile ai loro pungiglioni: pertanto le api le appallottolano soffocandole. È stato dimostrato che il limite termico di sopravvivenza è 50,6 ± 0,6 °C per la vespa orientalis, mentre per le api mellifere 50,5 ± 0,1 °C, pertanto non è la temperatura, che in fase di appallottolamento uccide la orientale, bensì lo schiacciamento addominale che ne impedisce la regolare respirazione, con un crollo di umidità ed un picco di anidride carbonica.[12][13]

Riconoscimento[modifica | modifica wikitesto]

La vespa orientale si riconosce per la tinta intensamente rossiccia quasi uniforme, spezzata soltanto dal colore giallo presente in una larga banda nell'addome, ed in una macchia sulla testa.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Severino M, Vespa orientalis, su Gli Imenotteri aculeati di interesse allergologico. URL consultato il 26 settembre 2015.
  2. ^ Oriental Hornet vespa-crabro.de
  3. ^ Vespa orientale animalinelmondo.com
  4. ^ Francesco Crisafi, La Vespa orientalis, su Bioparco di Roma, 8 settembre 2022. URL consultato il 30 ottobre 2023.
  5. ^ Vespa orientalis in Toscana: aggiornamenti, su StopVelutina. URL consultato il 9 novembre 2021.
  6. ^ Vespa velutina e Vespa orientalis in Toscana: continua la diffusione dei due calabroni agli estremi opposti della regione, su StopVelutina. URL consultato il 9 novembre 2021.
  7. ^ Il Calabrone Orientale ha colonizzato Trieste, su Museo di Storia Naturale di Trieste. URL consultato il 9 novembre 2021.
  8. ^ Vespa orientalis: rilevata la presenza a Genova, su Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe). URL consultato il 9 novembre 2021.
  9. ^ Dov’è – Stop Velutina, su stopvelutina.it. URL consultato il 31 agosto 2022.
  10. ^ Prima segnalazione confermata di Vespa orientalis in Sardegna, su stopvelutina.it, 9 settembre 2022. URL consultato il 9 settembre 2022.
  11. ^ (EN) Marian Plotkin et coll., Solar energy harvesting in the epicuticle of the oriental hornet (Vespa orientalis), in Naturwissenschaften, vol. 97, n. 12, 29, p. 1076, DOI:10.1007/s00114-010-0728-1.
  12. ^ (EN) Papachristoforou A, Rortais A, Zafeiridou G, Theophilidis G, Garnery L, Thrasyvoulou A, Arnold G, Smothered to death: Hornets asphyxiated by honeybees, in Current Biology, vol. 17, n. 18, 18 settembre 2007, pp. R795–R796, DOI:10.1016/j.cub.2007.07.033. URL consultato il 15 giugno 2015.
  13. ^ Luigi Bignami, Le api asfissiano le loro vittime sono tre le strategie per uccidere, su repubblica.it, 18 settembre 2007. URL consultato il 15 giugno 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Barr-Nea L, Ishay J, Histopathological changes in mouse and rat skin injected with venom sac extracts of the Oriental Hornet (Vespa orientalis) [collegamento interrotto] (abstract), in Toxicon, vol. 5, 1977, pp. 301-306. URL consultato l'11 novembre 2010.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàJ9U (ENHE987007501304205171
  Portale Artropodi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di artropodi