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Calatrava è nato a Valencia, Spagna, dove ha seguito dei corsi presso la Scuola di Architettura e la Scuola di Arti e Mestieri. Dopo la laurea nel 1975 si è iscritto alla Scuola Politecnica Federale (ETH) di Zurigo per la laurea in Ingegneria Civile. In questi anni Calatrava subisce l'influenza dello svizzero Le Corbusier, la cui cappella Notre Dame du Haut gli permette di esaminare come le forme complesse potessero essere comprese e generate in architettura. Nel 1981, dopo aver completato la propria tesi di dottorato "Sulla piegabilità delle strutture" ("Zur Faltbarkeit von Fachwerken"), ha iniziato la propria attività professionale di architetto ed ingegnere aprendo uno studio a Zurigo.
Lo stile unico, creativo e molto influente di Calatrava combina una sorprendente concezione visuale dell'architettura all'interazione armoniosa con i rigidi principi dell'ingegneria; i suoi lavori spesso sono tratti dalle forme e dalle strutture che si trovano in natura. Il suo lavoro ha elevato il design di progetti di ingegneria civile a nuovi livelli. Ha inoltre disegnato numerose stazioni ferroviarie note per i loro spazi luminosi, aperti e facili da percorrere.
La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano è un passaggio coperto che collega piazza della Scala e piazza Duomo tra loro e con due vie perpendicolari ad esse. Fu progettata dall'architetto Giuseppe Mengoni e realizzata a partire dal 1865 in uno stile eclettico, con grottesche, cariatidi, lunette e lesene, tipico della seconda metà dell'Ottocento milanese. In Galleria hanno sede numerosi negozi di griffe e marchi prestigiosi oltre che famosi caffè e ristoranti, da qualche anno compagni anche di una nota catena di fast food. È considerata, con via Monte Napoleone e via della Spiga, una delle sedi dello shopping di lusso meneghino.
L'architettura della prima metà dell'Ottocento oltre il Rococò, non presenta stili con caratteristiche proprie, ma nuovi stili che tendono a rifarsi ai gusti precedenti, caratterizzati dal prefisso “neo”, tendenti tutti a sorte di revival, di riprese, delineandosi così nell'Ottocento una sorta di codice: l'eclettismo storicistico, dove tutti i gusti possono essere simultaneamente presenti.
È quindi quasi del tutto improponibile una rigida periodizzazione degli stili quando architetti come Karl Friedrich Schinkel si impegnarono nel progettare e realizzare opere neogreche, neoromane, neogotiche, neoromaniche, riprendendo sempre motivi del passato.
Emblematica è la domanda “in quale stile dobbiamo costruire?” (In Welchem Style sollen wir bauen?), titolo di un saggio di Heinrich Hubsch. Solo con la nascita dell'Art Nouveau, con l'opera di Viollet-le-Duc verrà a delinearsi un vero stile guida nel corso di un simile secolo.
Non c'è una documentazione certa sulla fondazione né sulla datazione della chiesa di San Giorgio: gli studiosi si sono esercitati in una serie di ricerche storico-archeologiche per individuarne la data, il patrocinatore e i motivi che vi presiedettero, senza giungere a una conclusione univoca. L'unica data certa è il 1171, in cui risulta, da documenti storici, che la chiesa esisteva, mentre si può ragionevolmente escludere una iniziativa popolare nella sua costruzione, poiché il comprensorio era sottoposto secondo un rapporto feudale all'episcopato di Bergamo, istituzione potente sia sotto l'aspetto politico-militare che economico.
La rilevante importanza che San Giorgio assume nella storia dell'arte non solo lombarda è dovuta, oltre che alla sua architettura romanica, agli affreschi che ornano le sue pareti, superstiti di quello scenario pittorico che all'origine foderava quasi completamente l'interno della chiesa.