Utente:Mushroom/Archivio di Stato di Milano

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Archivio di Stato di Milano
Il Palazzo del Senato, sede dell'Archivio
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàMilano
IndirizzoVia Senato 10
Informazioni generali
CondizioniIn uso

L'Archivio di Stato di Milano (ASMi) è un Archivio di Stato che ha sede a Milano nel Palazzo del Senato. Secondo le disposizioni del Codice dei beni culturali e del paesaggio, l'Archivio ha compiti di conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio documentario in esso conservato.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'archivio visconteo-sforzesco[modifica | modifica wikitesto]

Il 2 novembre 1447 il governo dell'Aurea Repubblica Ambrosiana decise di demolire l'antico castello visconteo di Porta Giovia.[1] Con esso vennero distrutti gran parte dei documenti del Ducato di Milano. Da proseguire

Le riforme austriache[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1706, in seguito alla guerra di successione spagnola, il Ducato di Milano passò alla dinastia austriaca degli Asburgo. Gli austriaci intrapresero un ambizioso programma di riforme che interessò anche gli archivi. Già nel 1722 fu affidato a Martino de Colla il riordino dell'Archivio Segreto, che applicò un ordinamento per materia ma senza l'uso di un titolario fisso. Il lavoro fu proseguito dal figlio Francesco Saverio. In seguito fu il conte Wenzel Anton von Kaunitz-Rietberg, Cancelliere di Stato e Ministro degli Esteri austriaco tra il 1753 e il 1793, a sostenere con forza il riordino complessivo di tutti gli archivi di Milano.[2]

Il 3 dicembre 1750 Maria Teresa d'Austria emanò un Regio Dispaccio che prevedeva il riordino dell'Archivio del Senato.[3] Il progetto di riordino fu osteggiato dalla maggior parte dei senatori, capeggiati dal marchese Giovanni Corrado de Olivera che era stato eletto Presidente nel 1751.[3] I senatori erano ostili alle riforme asburgiche in quanto temevano di perdere le proprie prerogative.[3] Nel 1753 le nomine di Kaunitz a Ministro degli Esteri austriaco, di Francesco III d'Este, duca di Modena, a Serenissimo Amministratore della Lombardia e di Beltrame Cristiani a plenipotenziario consentirono l'inizio dei lavori.[3]

Al centro di quest'opera fu l'archivista Ilario Corte.[3] Corte fu nominato con il Regio Dispaccio del 24 dicembre 1753, sotto la soprintendenza dei senatori Gabriele Verri (padre di Pietro e Alessandro), Girolamo Erba-Odescalchi e Pietro Goldoni-Vidoni.[3] Corte incontrò notevoli difficoltà sia a causa delle resistenze dei senatori, sia per le oggettive difficoltà nel rintracciare i documenti.[3] Corte applicò un ordinamento per materia con l'uso di un titolario. Grazie all'aiuto dei senatori di nuova nomina Giuseppe Pecci e Nicola Santucci, che provenivano dalla Toscana, Corte riuscì a portare a termine il riordino.[3]

Tra il 1765 e il 1767 Corte fu chiamato a Vienna per il riordino dell'archivio del Dipartimento d'Italia, e al suo ritorno a Milano si occupò dell'archivio Panigarola (1769) e poi delle carte della Cancelleria Segreta (1772–1780), riuscendo a istituire presso di essa un archivio corrente.[3] Nel frattempo Kaunitz fece riunire e riordinare i due archivi camerali, ovvero quello del Magistrato Ordinario e quello del Magistrato Straordinario. Il primo era dal 1762 sotto il controllo di Gaetano Pescarenico, che accettò l'incarico. Il secondo invece era gestito da Antonio Carbone, già in carica dal 1749, che si oppose al riordino. Nel 1769 gli subentrò Pescarenico, che tuttavia non riuscì a completare l'opera prima della sua morte nel 1774.

Nel 1765 venne creato il Supremo Consiglio di Economia, che ereditò parte della documentazione dell'archivio del Senato e parte dell'archivio del Censo. Quando nel 1769 Kaunitz ordinò la creazione di un Archivio Feudale, affidato a Giuseppe Giacinto Redaelli, Francesco Saverio de Colla si oppose strenuamente. Nel frattempo la grande riforma del 1771 aveva profondamente modificato l'assetto istituzionale della Lombardia austriaca.

Il concentramento a San Fedele[modifica | modifica wikitesto]

La fondazione vera e propria dell'Archivio di Stato di Milano può essere fatta coincidere con il concentramento nel collegio di San Fedele dei documenti conservati nel Castello Sforzesco, avvenuto nel 1781.[2][4] Il cancelliere Kaunitz era infatti preoccupato che potesse accadere un evento simile alla distruzione del castello, avvenuta nel 1447 con conseguente perdita di quasi tutti i documenti.[1][2] Kaunitz pose a capo della struttura il senatore Giuseppe Pecci. All'interno dell'archivio permase inizialmente la distinzione fra Archivio Segreto, affidato a Ilario Corte, e Archivio Camerale, affidato a Bartolomeo Sambrunico. Alla morte di Corte entrambi gli archivi passarono sotto il controllo di Sambrunico. Da proseguire

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Fonti da aggiungere[modifica | modifica wikitesto]

  1. Alfio Rosario Natale, L'Archivio di Stato di Milano, 1976.
  2. Gabriella Cagliari Poli, L'Archivio di Stato di Milano, 1992.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]