Utente:Marcogenova1991/Sandbox

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Aldo Gentilini (Genova, 7 febbraio 1911[1]Volpeglino, 10 agosto 1982[1]) è stato un pittore e scultore italiano.


Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Seguí i corsi di filosofia e per tre anni visse in clausura in un monastero di Pietrasanta sotto consiglio di Don Orione[1]. Fu un grande ammiratore di San Francesco D’Assisi e per tanto non si poté adeguare al sistema commerciale convenzionale; le sue innumerevoli opere vennero cosí da lui cedute per pochi soldi. Fu artista praticando l’ascetismo, per imitare il Santo a cui era devoto. Le due nature, quella umana e quella estetica, coincidono perfettamente nella sua figura tormentata. [1]

Da Genova a Courmayeur[modifica | modifica wikitesto]

Gentilini nacque a Genova il 7 febbraio 1911, ma Courmayeur, precisamente al Portoud in Val Vení, dove la sua famiglia possedeva un albergo, fu la sua patria d’adozione, dove trascorse la sua giovinezza. Del periodo di Courmayeur sono i “Totem”, come l’artista nominava le sue creazioni in legno, che ricordano qualcosa di primitivo e grezzo, ricche di immagini e di segni che mostrano una forza istintiva, un’esplosione di sensazioni ancora disordinate e confuse.

Il ritiro a Volpeglino[modifica | modifica wikitesto]

Agli inizi degli anni Sessanta, Gentilini si ritiró a Volpeglino, dove resta fino alla sua morte avvenuta il 10 agosto 1982 e, oggi, in seguito a una donazione, la casa-studio in cui egli dipinse pareti, porte, finestre e arredó con mobili e oggetti costruiti assemblando i più svariati materiali, appartiene al Comune e potrebbe essere trasformata in un centro museale dedicato alle opere dell’artista.

La sua pittura[modifica | modifica wikitesto]

La sua pittura coglie gli attimi, piccoli momenti che si cerca di trattenere, sfumature dell’animo, sensazioni che rimangono in un segno, in un tratteggio che ricorda vagamente Mirò con la scomposizione di  Picasso, Braque e Lager. In essa si coglie una caratteristica tipica dell'arte  e Fauve (ricordando cosí Matisse) che suggerisce sentimenti e stati d'animo per mezzo dell'utilizzo soggettivo ed antinaturalistico dei colori.

I suoi dipinti sono caratterizzati da colori accesi, cromatismi stridenti e violenti, sviluppati in composizioni quasi cubiste, in cui le riempiture di colore puro creano una dialettica che si proietta fuori dalla tela, esprimendo in modo genuino gli stati d'animo dell'artista, spesso di dolore e disperazione rispondendo di colore nella gioia di vivere, una tensione mistica e spirituale verso Dio che vuole comunicare al mondo intero. Il suo segno pittorico é veloce, deciso, come la sua gestualitá, essenziale e urgente, espressi caratteri espressi tramite l'uso della guaches e dei colori acrilici.

Fu molto innovativo infatti per il suo tempo, dedicandosi alla pittura con grande trasporto, preferendo la tecnica ad olio senza tralasciare l’uso dei colori acrilici che, risalgono agli anni passati a Portud (Courmayeur), anni cui la sua sensibilitá lo porta ad osservare e proteggere gli animali (come San Francesco)e ad assumere la rana come simbolo dell'uomo. Fondó cosí la Setta dei Ranisti.

Pittura e scultura sono i mezzi per raggiungere misticamente una rivelazione del divino.

Fu molto prolifico ed ebbe il suo periodo d’oro intorno agli anni ’70 quando la sua fama superó i confini regionali arrivando fino in Svizzera.

Alcune testimonianze della sua arte si trovano anche negli affreschi e nelle vetrate della chiesa di Santa Giulietta S. Colombano di Pavia, dove il suo racconto figurativo astratto è fatto di luci, colori di spazi e di ritmi.

Valori dei Ranisti[modifica | modifica wikitesto]

La rana é simbolo dell'uomo: prende lo slancio, fa un piccolo salto e poi ricade a terra per saltare di nuovo, ma non presume di staccarsi dal mondo. Cosí é l'uomo nella sua ricerca di Dio. L'uomo non puó muoversi da sé, ne dominare la materia.[1]

I ranisti sono un gruppo di asceti che nella contemplazione divina e nel lavoro trovano il completamento e la piena realizzazione della vita terrena.

Citazioni proprie[modifica | modifica wikitesto]

"Cerco di fare il vuoto – ha dichiarato Gentilini – Questo vuoto mi provoca una certa catarsi: io osservo dei valori sensibili che rispetto, li rivaluto, però non so mai come cadrò dentro il quadro e questa è la realizzazione di una verità verso il segno mai pensato".[1]

Un talento mosso grazie alla mamma che credeva in lui:[1]

“…da ragazzo disegnavo molto bene. Era un disegno infantile. Aveva delle caratteristiche al di sopra del normale. Poi sono stato avviato da mamma, curato soprattutto da questa mamma, al disegno. Ho iniziato col disegno per passare alla pittura. Quando ho avvertito che questo talento si muoveva e poteva sopperire a ogni tecnica, ho abbandonato anche il disegno per la pittura…”[1]

Da uomo ad artista: “Dovunque io vada ho una cittadinanza ideale. Non per niente ho fatto dieci anni di marciapiede, senza fissa dimora, come dicono i cronisti, alla ricerca di contatti umani, per esprimere meglio nell’arte lo spirito di un’epoca tutt’altro che crepuscolare, incline anzi a convertire l’austerità da parata della vecchia architettura in figurazioni libere, aeree. Vengo dal figurativo, mi interessa immensamente il costume ‘beat’, che considero il meglio della societá di oggi”[1]

Gentilini si definisce non pittore ma "inventore di forme"

Citazioni sull’autore[modifica | modifica wikitesto]

Scrisse di lui la poetessa Curzia Ferrari, quando affermó che Aldo Gentilini riesciva a "scardinare uomini e oggetti per rimescolare i frammenti in "gouaches", quadri e sculture che sembrano ricondurci, attraverso il colore o la forma a una primordiale analisi della materia". Dominga de la Quintana lo definisce come un epigono del cubismo, "una realtà squarciata nei suoi particolari più reconditi e ricomposta secondo schemi sempre diversi".

La rivista "Panorama" del 1963 definisce Aldo Gentilini "pittore di tutte le inquietudini del nostro tempo".

La casa di produzione Corona Cinematografica ne parla nel 1975 in un video[1] dell'Archivio Luce (realizzato per l'Esposizione a Milano presso il Museo della Scienza):

"Accolte con enorme successo al Museo della Scienza di Milano, le Madonne di Aldo Gentilini, il pittore e scultore genovese entrato ormai stabilmente tra i grandi maestri del nostro secolo, dotato di una grande cultura umanistica ed educato ad una  severa quanto volontaria disciplina monastica, Aldo Gentilini ci trasmette con le sue opere un messaggio di fratellanza e un anelito alla libertá che tutti possono comprendere e accettare. Le opere di Gentilini figurano nelle gallerie delle più importanti città italiane e straniere, le mostre dedicate alle sue opere non si contano, ne sono state allestite in Francia, in Belgio, in Olanda, in America e in Australia. La pittura di Gentilini alla quale i critici si sono sempre accostati con la consapevolezza di avere di fronte delle autentiche opere d’arte, sa essere esuberante e piena di colori nella tristezza e sa dispensare gioia anche con le tinte della tragedia. Le composizioni di questo artista hanno un denominatore comune, la volontá di far sentire alla gente la potenza del rapporto umano inteso come una possibilità di sopravvivenza offerta alla nostra civiltà."

Esposizioni[modifica | modifica wikitesto]

Ha esposto in molte mostre collettive e personali in Italia, Francia, Belgio, Olanda, Spagna, Canada, America, Australia, Germania e Svizzera. Nel 1953 espose alla Galleria S. Matteo di Genova, nel 1959 espose al Palazzetto di Venezia di Roma, nel 1958 e 1967 al S. Fedele di Milano. Nel 1973 espose in antologica al Chiostro del Monastero di Pietrasanta e nel 1976 a Lugano. [1]

Come già per Guttuso e Brindisi, nel 1982 a Bologna gli fu assegnato il premio “La quercia d’oro”.[1]

Lista per anno[modifica | modifica wikitesto]

  • 1953 - Mostra a Genova alla Galleria S. Matteo [1]
  • 1958 - Mostra a Milano alla S. Fedele con Fontana e con l‘assistenza di Padre Favero e di Kaisserlian
  • 1959 - Mostra a Roma al palazzetto Venezia [1]
  • Dal 1960 al 1967 varie mostre a Courmayeur, Camogli, Varazze, Portofino, Genova, Chamonix, Sion ed altre località.
  • 1968 - Mostra alla Galleria Europa a Milano [1]
  • 1969 - Mostra alla Galleria Tavolozza di Roma
  • 1970 - Mostra alla Galleria Globarte di Milano
  • 1973 - Mostra al Chiostro S. Salvatore di Pietrasanta [1]
  • 1975 – Milano – Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica – Mostra Antologica di Pittore e scultore [1]
  • 1976 - Lugano – Svizzera – Personale [1]
  • 1992 - Volpeglino (AL) - Retrospettiva [1]
  • 2003 - Firenze - Mitologie del presente [1]
  • 2013 - Prato - Tutto. Frammenti di realtà[2][1]
  • 2015 - Garbagna e Volpeglino - Antologica [1][1]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

ARTE MODERNA - ARTE CONTEMPORANEA - ARTE '900. "presenta Aldo Gentilini" S.E.N. Edizioni Artistiche - Torino

Fonti Esterne[modifica | modifica wikitesto]

Vita - ENCICLOPEDIA TRECCANI ONLINE - http://www.treccani.it/enciclopedia/aldo-gentilini

Esposizione 2015 - https://novionline.ilpiccolo.net/home/2015/07/12/news/antologica-di-aldo-gentilini-aspettando-il-museo-33060/

Esposizione Milano 1975 - ARCHIVIO LUCE, filmato PC047402 - https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL5000081564/2/milano-madonne-aldo-gentilini-al-museo-della-scienza.html?startPage=1900

Vita e tecniche - http://www.miapavia.it/articolo.cfm?id=7221

Ranismo - ARCHIVIO LUCE - https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL5000030273/2/cerca-dio-sculture-e-macchine-simboliche-aldo-gentilini-attua-mistica-dottrina-del-ranismo.html?startPage=0&jsonVal={%22jsonVal%22:{%22query%22:[%22gentilini%22],%22fieldDate%22:%22dataNormal%22,%22_perPage%22:20}}

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w http://www.comune.volpeglino.al.it/section.php?page=a8 Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "comune" è stato definito più volte con contenuti diversi
  2. ^ https://www.exibart.com/evento-arte/aldo-gentilini-tutto-frammenti-di-realta/