Utente:Maddalena Addeo/Treviso

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Piazza dei Signori
Veduta della piazza: Palazzo della Prefettura con la Torre Civica e Palazzo Pretorio.
Nomi precedentiPiazza del Carubio, Piazza del Popolo, Piazza dei Nobili, Piazza Maggiore, Piazza delle Catene, Piazza della Berlina
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàTreviso
Codice postale31100
Informazioni generali
Tipopiazza
Pavimentazionelastre
Collegamenti
Luoghi d'interessevedasi Palazzo dei Trecento e Palazzo del Podestà (Treviso)
Piazza dei Signori e Palazzo dei Trecento

Piazza dei Signori è la piazza più importante di Treviso, ubicata nel cuore della città e suo centro culturale, storico e sociale. La piazza deve il suo nome attuale alla presenza dei palazzi dell'antica Signoria trevigiana (Palazzo del Podestà, Palazzo della Prefettura, Palazzo dei Trecento, Palazzo Pretorio).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

E' possibile solo approssimativamente ricostruire la situazione urbana dell'attuale Piazza dei Signori alla fine del XII secolo, quando venne eretto il primo corpo delle nuove fabbriche comunali. Durante quegli anni, dopo le vittorie militari nelle rivolte antimperiali concluse con la pace di Costanza, venne riconosciuto l'emergere dei laici nella città in un periodo in cui il Duomo e il Vescovo avevano la più alta autorità religiosa e politica. Volendosi distaccare da tutto ciò, le prime aule comunali per le riunioni dei rappresentanti del popolo vennero edificate percettibilmente lontane dall'area che ospitava la casa di Dio. In corrispondenza del Quadruvio sussisteva uno spazio libero molto esteso, in sostanza una piazza, corrispondente al 'foro' di epoca romana. Dopo l'incendio della prima "domus communis" del 1207, il nuovo palazzo, sostitutivo di quest'ultima, venne fatto costruire 6 anni dopo proprio nello spazio del foro, in modo tale da attribuire una maggiore dignità al nuovo edificio, dato che fu inserito nel cuore della città antica.[1]

Con il passare del tempo la piazza ha assunto diversi nomi, tra cui "Piazza del Carubio", la prima denominazione che gli venne attribuita. Carubio è una corruzione di "quadruvio", un termine romano rimasto a lungo nella nostra toponomastica; menzionato in una lapide latina murata sul campanile del Duomo di Treviso ritrovata nel 1760 durante i lavori di ristrutturazione del tempio. L'impresa ricordata dalla lapide testimonia che anche Treviso era ordinata secondo i criteri urbanistici comuni a tutte le città romane per mezzo di strade parallele incrociantesi ad angolo retto, e le maggiori, "cardo" e decumanus", le quali diedero vita alla parola "quadruvio". Tale espressione designa la piazza come "Carubio", che corrisponde all'attuale Piazza dei Signori.

Successivamente alla costruzione del Palazzo del Comune, alla piazza vennero riconosciuti i nomi: "Piazza delle Catene" o "Piazza della Berlina", per indicare il luogo dove i condannati venivano esposti al popolo.

Durante il '500 la piazza dei Signori è detta anche "Piazza Grande", "Piazza del Popolo", e più tardi "Piazza dei Nobili".

In quel periodo nella piazza numerose botteghe iniziarono a sorgere attorno al Palazzo del Podestà, centro della vita politico-amministrativa dell'epoca.[2] [3] La Piazza dei Signori era il luogo in cui, prima del bombardamento di Treviso del 1944, la banda civica suonava la domenica sera, si trattavano gli affari nei giorni di mercato e dove si svolgevano le feste di carnevale [4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Piazza dei Signori, interamente rivestita da lastre, ha pianta di forma rettangolare. Fin dall'epoca Medievale è centro dell'amministrazione locale.

Piazza dei Signori ha una predisposizione naturale ad essere punto di incontro e ritrovo, poiché si trova al centro delle due strade più frequentate per lo shopping, via del Carmine e via XX Settembre. Pur essendo simbolo di potere svolge anche un ruolo importante come luogo in cui i cittadini possono impegnarsi in una piacevole conversazione lungo la giornata.[5]

Attualmente la piazza è deputata ad essere la sede principale di manifestazioni quali: sfilate di moda, concerti, Rassegna Internazionale del Folclore, la mostra mercato del Radicchio di Treviso, Gelato di Marca.[6]

Osservando i palazzi si possono notare numerosi Leoni di San Marco con il libro aperto, segno della dominazione della Serenissima.

A chiudere la piazza è il Calmaggiore il cui nome deriva dal latino “Callis maior”. La strada, splendidamente porticata, conduce da Piazza dei Signori direttamente al Duomo di Treviso. Essa, in epoca romana, coincideva con il Cardo Maximum. E' stato recentemente ritrovato un tratto dell’antica strada nella zona di Galleria Romana (visitabile su richiesta). Nel punto di incrocio tra cardo e decumano sorge la Loggia dei Cavallieri, in stile romantico, costruita sotto il podestà Andrea da Perugia e rivestita da una ricca decorazione a fresco recentemente restaurata.[7]

I palazzi[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione del gruppo dei palazzi comunali si susseguì per diverse epoche, essi, furono anche spesso modificati nel corso dei secoli. Si hanno notizie di una domus lapidea communis nel 1207 e di una domus nova nel 1213[8]. Dal 1202 al 1207 è infatti nota la costruzione del Palazzo pubblico del Consiglio nella Piazza del Carubio, nel luogo che era stato del foro, e l'evento non è poco importante dato che sanziona uno status giuridico e politico sviluppatosi nel giro di almeno due secoli e con esso, il ritorno delle funzioni pubbliche più rappresentative nell'area centrale dell'insediamento, nel punto che era stato delegato a fatti pubblici civili nel periodo romano. Questo segna l'inizio di un processo di ristrutturazione urbana che aveva lo scopo di adattare la città alla più complessa articolazione di istituti pubblici e privati e ad un suo ruolo territoriale più caratterizzato, allo sviluppo delle sue attività produttive, dei suoi fabbisogni e alla crescita demografica.[9] Secondo l'anonimo Foscariniano (inedita cronaca trevigiana del XVI secolo), un incendio distrusse la prima 'domus comunis' del 1207, costruita in legno e con il tetto di paglia. Dopo tale evento si scelse di ricostruirla in pietra nella piazza del quadruvio e fu denominata, appunto, domus nova. La scelta di collocarla nell' attuale piazza dei Signori e lontana dal Duomo, è segno di una voluta separazione del popolo laico da quello religioso.[8] [1] Si discusse molto su quale sia stata codesta "domus nova lapidea". Si era ritenuto che il Salone della Ragione, cioè Palazzo dei Trecento, fu il primo, tra i palazzi comunali, ad essere costruito e che le prime cure furono rivolte alla realizzazione della sala della ragione adibita alle riunioni che avevano lo scopo di prendere delle decisioni ed esprimere i rispettivi giudizi, con sottoposti uffici, al piano terra. Dopodichè venne edificato il Palazzo del Comune, sul fronte corrispondente la Piazza dei Signori ed infine il Palazzo del Podestà, ad angolo con quest'ultimo; tutto ciò, però, non è certo. E' sicuro, invece, che i primi due palazzi (dei Trecento e del Comune) esistevano nei primi anni del XIII secolo.[10]

Palazzo del Podestà[modifica | modifica wikitesto]

Sul lato nord della piazza si trova il Palazzo del Podestà. Questo palazzo, in passato, ospitava vari uffici ed era la zona di residenza del podestà, infatti, durante il dominio Veneziano ha ospitato il simbolo del potere della città lagunare di Treviso. Solo la parte posteriore (nord-est) del palazzo conserva l'antica struttura; tutto il resto è stato abbattuto e del tutto rifatto nel 1874 in stile neoromantico compresa la Torre Civica. Infatti, tra il 1874 e il 1876, su progetto dell'ingegnere Giulio Olivi, la facciata rivolta sulla piazza fu sottoposta ad un adattamento ottocentesco, proprio in stile neoromantico, realizzato quando il palazzo è stato troncato di una parte che penetrava nella piazza per far posto alla successiva collocazione del palazzo della Prefettura; le modifiche apportate alla struttura in quel periodo sono rimaste fino ad oggi e gli conferirono l'aspetto che ha attualmente. Se infatti ci affacciamo sulla Calmaggiore, si può notare una facciata completamente diversa, bugnata in modo rustico, mentre l’ultimo piano è in stile manieristico. L'edificio è oggi sede della Prefettura.[11][12]

Palazzo della Prefettura[modifica | modifica wikitesto]

Il lato lungo della piazza è occupato dal Palazzo della Prefettura. In epoca signorile e comunale qui sorgeva il Palazzo del Comune, dove si riuniva l'assemblea minore della città con funzioni di governo. Conclusa l'epoca di libertà garantita dalla Serenissima, il palazzo ha ospitato, fin dal 1807, i tribunali cittadini. Il precedente edificio, il Palazzo del Comune, presentava una scalinata esterna addossata alla loggia del Palazzo dei Trecento, la quale permetteva l'ingresso diretto dalla piazza al Salone dei Trecento. L'accesso esterno è oggi garantito da una scala edificata nel 1906, sul lato opposto della loggia, che si raggiunge percorrendo Piazza della Vittoria.

L'attuale aspetto del Palazzo, che presenta uno stile finto gotico è stato realizzato quando, tra il 1874 e il 1877, le condizioni della costruzione precedente indussero alla sua demolizione.[13]

Torre civica[modifica | modifica wikitesto]

Edificata nel 1218 e inizialmente distaccata dal restante corpo degli edifici comunali. Circa cinquant’anni dopo, in occasione dei lavori di ampliamento cui fu soggetto il Palazzo del Podestà, la torre fu unita al complesso della Prefettura. La torre ospita la "marangona", la campana che dal 1328 scandisce il tempo della vita pubblica cittadina.[13]

Palazzo dei Trecento[modifica | modifica wikitesto]

Conosciuto anche come Palazzo della Ragione, è l'antica sede del Maggior Consiglio. L'edificio è stato gravemente danneggiato dal bombardamento di Treviso del 7 aprile 1944, ha riacquistato il suo aspetto primitivo grazie ad un accorto restauro. Il palazzo è caratterizzato dalla grande loggia al piano terra, detta "loggia dei soffioni", realizzata nel 1553 con la demolizione dei muri del pianterreno che formavano i locali dei diversi uffici costruiti, insieme al corpo centrale, tra il 1265 e il 1268 circa sulla parte anteriore che affaccia sulla Piazza dei Signori[14][8], e dalle trifore del primo piano, dove si trova il Salone dei Trecento, in cui si ritiene si riunisse la più importante assemblea cittadina, costituita da 300 membri[11]. Oggi il salone è ancora al centro della vita politica e amministrativa della città come sede del Consiglio comunale. Fra il 1874 e il 1877 tutto il corpo centrale del Palazzo dei trecento venne rimodernato; nonostante le polemiche e le opposizioni, fu rifatto dalle fondamenta sulla base del progetto dell'ingegnere Giulio Olivi che in parte si atteneva al progetto di Camillo Boito.[8] Nel novembre 1874 si pose la prima pietra della ricostruzione e fu contemporaneamente restaurata la Torre. Nel 1876 la parte anteriore fu completamente rifatta.[15] I lavori iniziati a fine 800 finirono nel 1939 e il Palazzo rimase così fino al tragico Venerdì Santo del 1944.[16] In questa data, il palazzo venne colpito da una bomba americana e fu salvato solamente grazie all'ostinazione dei trevigiani e dall'opera ingegneristica di Ferdinando Forlati, che all'epoca, era il Sopraintendente ai monumenti. L'ingegnere riuscì a raddrizzare le strapiombanti murature. Tra i vari danni causati da questo disastro ci fù, purtroppo, la caduta di tutte le merlature sommitali in laterizio, realizzate in forma ghibellina durante la già citata ristrutturazione di fine 800. Durante il periodo di restauro, che durò dal 1947 al 1951, si decise che i merli dovevano essere completamente ricostruiti ma in stile guelfo. Sfortunatamente, nemmeno più di mezzo secolo dopo, il palazzo iniziò già a presentare molti problemi di conservazione soprattutto dei singoli elementi in laterizio i quali si erosero e addirittura polverizzarono, causando la caduta di alcune di queste parti. Grazie ad alcune ricerche chimiche si scoprì che ciò accadde perchè molti mattoni, nel periodo dell'ultimo restauro, furono realizzati dalla macinatura di vecchi laterizi, probabilmente quelli che furono recuperati a seguto dei bombardamenti e perciò furono necessari ulteriori e, parecchio urgenti, lavori di restauro che avvennero nel 2007.[17]

Palazzo Pretorio[modifica | modifica wikitesto]

Situato ad ovest della piazza e parallelo al Palazzo dei Trecento, si trova Palazzo Pretorio, il quale, completa il gruppo dei palazzi comunali e chiude la piazza; l'edificio presenta una notevole facciata in bugnato del '600 rivolta sulla via Calmaggiore. All'interno del palazzo si trovava, in epoca veneziana, la Fontana delle Tette. Rimossa dopo la caduta della Repubblica Veneta, fu ritrovata dall'abate Bailo e attualmente si trova nella loggia del Palazzo dei Trecento. Al pianterreno era presente una loggia con affreschi attribuiti al Pozzoserrato. Il fianco rivolto verso la piazza fu completamente ricostruito in occasione del rifacimento del corpo centrale; la fronte sud-ovest di quest'ala, sopra il Calmaggiore, fu modificata numerose volte, sono presenti, però, ancora parti antiche.[18]

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

L'angolo di via Barberia, all’entrata della Piazza, è stato a lungo luogo d’incontro tra giovani, oggi soprannominato “Angolo delle quattro S”, o “siamo studenti senza soldi”, riferito al cameratismo tra studenti senza soldi. Gli studenti che si incontrano in questo angolo non spendono i loro soldi in pasti o per fare compere in piazza, ma si ritrovano semplicemente per fare due chiacchiere.[19]

Portico e loggia dei Soffioni sono i nomi popolari con cui i trevigiani chiamano la loggia del Palazzo dei Trecento e il relativo portico che porta direttamente da Piazza dei Signori a Piazza del Monte di Pietà.[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Eugenio Manzato (a cura di) Treviso città d'arte
  2. ^ Lucio Polo (a cura di), Treviso nostra, Treviso, Associazione Tarvisium, 1964, p. 354
  3. ^ Eugenio Manzato (a cura di) Treviso città d'arte p.43
  4. ^ Lucio Polo (a cura di), Treviso nostra, Treviso, Associazione Tarvisium, 1964, p. XXVIII
  5. ^ "Around The Piazza dei Signori", in Process 1993 p.134
  6. ^ trevisoinfo.it
  7. ^ visittreviso.it"TREVISO Città d'arte e d'acqua"
  8. ^ a b c d Luigi Coletti (a cura di)Catalogo delle cose d'arte e di antichità d'Italia p.31
  9. ^ Franco Mancuso e Alberto Mioni, i centri storici del Veneto p.298
  10. ^ Ferdinando Forlati (a cura di) Il Palazzo dei Trecento di Treviso p.14
  11. ^ a b c Marco Boscolo, "Treviso una guida", Odos, 2019,p.80 ISBN: 978-88-96303-61-0
  12. ^ Luigi Coletti (a cura di)Catalogo delle cose d'arte e di antichità d'Italia p.30
  13. ^ a b Marco Boscolo, "Treviso una guida", Odos, 2019,p.81 ISBN: 978-88-96303-61-0
  14. ^ Luigi Coletti (a cura di) Catalogo delle cose d'arte e di antichità d'Italia p.26
  15. ^ Ferdinando Forlati (a cura di) Il Palazzo dei Trecento di Treviso p.27
  16. ^ Ferdinando Forlati (a cura di) Il Palazzo dei Trecento di Treviso p.36
  17. ^ Acciaio, arte, architettura n.56 (2013): Palazzo dei Trecento a Treviso il restauro della muratura di Rossella Riscica p.100-107
  18. ^ Luigi Coletti (a cura di)Catalogo delle cose d'arte e di antichità d'Italia p.30
  19. ^ "Around The Piazza dei Signori", in Process 1993 p.135

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Lucio Polo (a cura di), Treviso nostra, Treviso, Associazione Tarvisium, 1964.

Luigi Coletti (a cura di), Catalogo delle cose d'arte e di antichità d'Italia, Treviso, 1935.

Marco Boscolo (a cura di), Treviso:una guida, Treviso, Odòs libreria editrice, 2019.

Eugenio Manzato (a cura di), Treviso città d'arte, Treviso, Matteo Editore.

Franco Mancuso e Alberto Mioni, I centri storici del Veneto, Treviso, Silvana Editoriale.

Ferdinando Forlati (a cura di), Il Palazzo dei Trecento di Treviso.


Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]