Utente:Elbloggers/Giacomo Edmondo Zolla

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Giacomo Edmondo Zolla (Soriano nel Cimino, 5 settembre 1924Soriano nel Cimino, 24 ottobre 2010) è stato un partigiano e tipografo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di un artigiano di idee socialiste, viene chiamato Giacomo in onore di Matteotti e di uno zio minatore morto sul lavoro.

Si avvicina all'antifascismo attorno alla metà degli anni Trenta, grazie alla frequentazione di confinati e di vecchi socialisti, come il meccanico Settimio David, nella cui officina aveva trovato, nascosto tra gli scaffali, l'Almanacco socialista del 1918.

Organizza così un gruppo di cospiratori, che avrà modo di uscire allo scoperto il 25 luglio 1943 quando, nell'euforia seguita alla notizia della caduta di Mussolini, si reca presso una batteria contraerea chiedendo ai soldati di togliere il Fascio dalle mostrine[1].

Chiamato alle armi, è inviato al confine con la Francia; l’8 settembre 1943 si trova a Cuneo dove, assieme agli altri commilitoni, fa per tornare a casa, ma ad Alba il treno per il ritorno è bloccato dai tedeschi, che trasferiscono i soldati sui vagoni piombati per deportarli in Germania. Quando il convoglio sta viaggiando nel piacentino i prigionieri si buttano dal treno in corsa e Zolla trova rifugio presso dei contadini.

Tornato clandestinamente a Soriano nel Cimino, partecipa alla formazione della banda partigiana Domenico David - Raffaele Diana, che, in collegamento con il raggruppamento Monte Soratte, compie atti di sabotaggio, diffonde stampa clandestina e aiuta militari alleati sbandati.

Il 9 maggio 1944 è arrestato su delazione e rinchiuso nel carcere di Santa Maria in Gradi di Viterbo. Il 27 maggio un bombardamento alleato è l'occasione per la fuga e per il ritorno a Soriano dove, con l’arrivo degli alleati, entrato nel PCI, s'impegna nella ricostruzione di un paese pesantemente devastato dai bombardamenti.

È eletto segretario della locale sezione del Fronte della gioventù e, nel 1951, entrerà nel Consiglio provinciale per il PCI; in seguito ricoprirà anche l'incarico di consigliere comunale a Soriano nel Cimino[2].

Titolare di una tipografia, verso la metà degli anni sessanta, l’autodidatta Zolla inizia a lavorare su una pubblicazione a carattere storiografico sui comunisti di Soriano nel Cimino. Nel 1972 pubblica così quella che è la principale monografia su antifascismo, Resistenza e ricostruzione nell’Alto Lazio: 30 anni di storia e di lotte dei comunisti di Soriano nel Cimino, 1936-1966: memorie di alcuni compagni della provincia.

Proprio sulla memoria storica Zolla si concentrerà negli anni successivi, anche con interventi sulla stampa. Nel 2002 pubblica Quei vent'anni dell'Era Fascista. Negli ultimi anni Zolla ha messo a disposizione la sua testimonianza per pubblicazioni cartacee e audiovisive realizzate con la collaborazione del Comitato provinciale dell'ANPI di Viterbo: il documentario Antifascismo a Viterbo e in Italia, Storia e cronaca, la mostra fotografica di Daniele Vita Morale della favola, raccontare la Resistenza oggi (2008)[3], lo spettacolo teatrale di Ferdinando Vaselli ad essa unito e l’omonima pubblicazione a cura di Marco Trulli (Purple press, 2009) che ne è seguita[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Silvio Antonini, Giacomo Zolla è morto, la sua opera vivrà sempre, su tusciaweb.it, TusciaWeb. URL consultato il 24 luglio 2014.
  2. ^ Silvio Cappelli, Un punto di riferimento per la sinistra, su tusciaweb.eu, TusciaWeb. URL consultato il 24 luglio 2014.
  3. ^ Morale della Favola, su danielevita.idra.it, Daniele Vita. URL consultato il 24 luglio 2014.
  4. ^ Morale della Favola, su moraledellafavola.blogspot.it, Progetto Morale della favola. URL consultato il 24 luglio 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]