Utente:DedaloNur/Sandbox10

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Problema della datazione

[modifica | modifica wikitesto]

La data di realizzazione delle statue è il principale problema concernente il sito di Mont'e Prama, ma non meno importanti sono le implicazioni storiche che possono derivare dall'accertamento sicuro della data di distruzione e abbandono.

Le indagini scientifiche risalenti al lontano 1979 non hanno risolto tali problemi e ancora dubbi vengono sollevati nonostante le ultime (2015) datazioni al radiocarbonio.

Grafico cronologia di Mont'e Prama

Datazione assoluta degli inumati

[modifica | modifica wikitesto]

Le attese datazioni al carbonio-14 effettuate su tre inumati nella necropoli di Mont'e Prama, supportano le posizioni rialziste di studiosi come Vincenzo Santoni e Fulvia Lo Schiavo. La datazione assoluta offre un contributo fondamentale alla comprensione del sito perché mette a disposizione dei ricercatori un dato cronologico oggettivo ed affidabile in grado di superare le ipotesi basate esclusivamente su fattori formali, ipotesi predilette un tempo dagli storici dell'arte ma mancanti quasi sempre della necessaria oggettività e riproducibilità.[1]. Il sito prima di allora era stato datato attraverso il metodo dello scavo stratigrafico (in alcune aree limitate) e dei reperti rinvenuti (bronzetti, ceramiche, scarabeo e fibula). Secondo lo studioso Marco Lazzati: «..la stratigrafia archeologica fornisce in ogni caso solamente datazioni relative, indicando in quale ordine si sono verificati gli eventi, senza dirci tuttavia "quando" questi hanno avuto luogo.»[2]

La datazione delle statue tramite i resti ossei è consentita dalla presenza di numerosi frammenti scultorei nelle tombe della fase più recente. Al di sopra della lastrina che sigillava le ossa, sono stati individuati un frammento di scudo di guerriero (tomba numero sei) e un dito di statua (tomba numero ventotto); altri frammenti di biocalcare pertinenti a statue o modelli di nuraghe) sono stati rinvenuti nelle tombe numero quattro, sei, ventiquattro, venticinque, ventisei, ventotto, ventinove, trenta, I-bis, due-bis del "settore Tronchetti".[3]

Nel "settore Bedini" si recuperarono frammenti scultorei al di sopra delle tombe della fase più recente, ma non al loro interno, a causa, probabilmente, degli sconvolgimenti effettuati nottetempo da scavi clandestini mentre gli stessi scavi ufficiali erano in corso. Tuttavia nello stesso settore fu rinvenuto un frammento scultoreo, probabilmente di un modello di nuraghe, inserito entro la tomba a pozzetto i della fase più antica della necropoli.[4] Avendo ritrovato in tombe sigillate la presenza di scarti di lavorazione delle statue, indica - secondo gli studiosi - una maggiore antichità delle statue stesse rispetto alle sepolture.

Le analisi sono state effettuate sui resti ossei di tre individui, le cui tombe (la numero otto del "settore Bedini" e le tombe numero uno e venti del "settore Tronchetti") appartengono, tutte, alla fase più recente della necropoli, fase nella quale - secondo gli stessi scavatori del sito - Mont'e Prama venne monumentalizzato con l'apposizione delle statue.[5]

Il metodo del C.14 è stato applicato a campioni di collagene scarso dal punto di vista quantitativo, ma ottimo dal punto di vista qualitativo. Tutti i campioni presentano un rapporto carbonio - azoto (C/N) ottimale di 3.2 o 3.3 che essendo all'interno della forbice 2.9 - 3.6 indica collagene "non degradato ne contaminato".[6]

A conferma della estrema affidabilità del materiale si sottolinea che il δ13C[7] misurato presso l'Università di Groninga è risultato in due casi identico a quello misurato dalla Università di Cambridge. In un caso, quello della tomba venti "settore Tronchetti", la discrepanza è risultata appena dello 0,2%. Anche i valori dei sub-campioni prelevati non mostrano discrepanze tali da mettere in evidenza dei problemi.[6]

Il problema delle datazioni calibrate di Mont'e Prama è l'assenza di resti di animali; questi consentirebbero infatti di misurare la distanza tra fonti di proteine (animali consumati) e coloro che se ne nutrono (consumatori umani). Pertanto, l'entità del consumo di proteine animali e terrestri può essere stimato solo con approssimazione.

Tabella datazione C-14 resti ossei di Monte Prama, eseguita da Luca Lai

Da quanto emerso in queste ultime ricerche, esiste la concreta possibilità che gli individui del "settore Tronchetti" consumassero alimenti di origine marina. Dinanzi a tali problemi gli studiosi hanno calibrato le datazioni C.14 sia considerando il consumo minimo di proteine animali che il consumo massimo di cibi d'origine marina. Questo perché il C.14 di origine marina degradando più velocemente delle proteine di origine animale terrestre necessita di curve di calibratura differenti dal C.14 terrestre[8].

Ne risulta che ove l'individuo datante il "settore Bedini" avesse consumato esclusivamente alimenti di origine terrestre, la tomba numero otto potrebbe risalire alla fine del XII secolo a.C., configurandosi come la più antica del complesso fin qui indagato. Se invece si assume che il medesimo inumato consumò anche prodotti di origine marina, la conseguente calibrazione rende la tomba numero otto virtualmente contemporanea alla tomba numero uno del "settore Tronchetti". Il dato sicuro è che le tre tombe sono da datarsi comunque tra l'XI secolo a.C. e il IX secolo a.C.[9]

In base alla curva standard basata su ecosistemi terrestri (Intcal90) le stime collocano le tre tombe datate entro un range 1123-824 a.C. Più precisamente la tomba otto del "settore Bedini" ricade entro il XII-X secolo a.C, la tomba uno del "settore Tronchetti" tra fine XI e seconda metà de IX secolo a.C. e la tomba venti del "settore Tronchetti" tra inizio X e seconda metà del IX secolo a.C.

Nonostante l'affidabilità del collagene utilizzato e la severità delle procedure utilizzate sono sorte delle controversie anche in merito a tali dati:

  • secondo lo studioso Luca Lai, le recenti datazioni al C.14 imporrebbero una: «"modifica dei presupposti delle interpretazioni correnti del sito".»[10];
  • per gli archeologi Marco Minoja e Carlo Tronchetti, il metodo del C.14 da solo non è sufficiente: «" per modificare un sistema funzionante e collaudato, basandosi solo su dati parziari che non portano a costruire un sistema alternativo coerente".»[11];
  • per l'archeologa Luisanna Usai: «"se si dovesse accettare la stretta connessione statue-sepolture ed in particolare quelle della necropoli Tronchetti, stando alle datazioni radiometriche calibrate, le sculture si dovrebbero datare al XI-X secolo a.C."».[12]

Rapporto cronologico e stilistico tra le statue ed i bronzetti

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Bronzetti sardi.

«Il rapporto linguistico è così stretto, tra statue e statuine, da far ritenere che le seconde siano riproduzioni in piccolo delle prime e che ci sia stato un intreccio continuo, una comunicazione permanente, nella cultura artistica del tempo, tra scultori in pietra ed artigiani del bronzo.»

Museo nazionale etrusco di Villa Giulia: Il Bronzetto raffigurante il "Sacerdote-Guerriero", ritrovato presso la tomba dei bronzetti sardi di Vulci.

A partire dalle considerazioni dell'archeologo Giovanni Lilliu sul rapporto tra statue e sui bronzetti, in campo archeologico è molto acceso il dibattito tra coloro che attestano l'inizio della produzione bronzistica a partire dall'età del Ferro, ed in particolare dal IX secolo a.C., ed i sostenitori della produzione dei bronzetti a partire dal 1100 a.C. al 1000 a.C. come dimostra la stratigrafia del Pozzo sacro di Funtana Coberta a Ballao (CA).[13][14][15] Quest'ultima datazione è corroborata anche dai rinvenimenti effettuati durante la campagna di scavi riguardante la tomba dei giganti di Orroli, non molto distante dal nuraghe complesso di Arrubiu, dove in un contesto archeologico integro sono stati rinvenuti bronzetti datati tra il XIII secolo a.C. e il XII secolo a.C..[16]

Data la strettissima somiglianza tra bronzetti e statue sorge il dilemma se le statue furono d'ispirazione ai bronzetti – risultando in tal caso più antiche – oppure se i bronzetti siano – nella loro maggiore antichità – il modello che l'aristocrazia nuragica impose agli artigiani: in tal caso le statue sarebbero molto meno antiche dei bronzetti.

Tali divergenze tra studiosi non sono risolte dal rinvenimento delle nuove statue di pugili paragonabili al "sacerdote-guerriero" di Cavalupo di Vulci. Al riguardo si possono distinguere due opposte tendenze di pensiero:

  • Per una parte degli studiosi il bronzetto di Cavalupo di Vulci è la pietra angolare a cui ancorare la datazione dell'intera produzione nuragica. Esso infatti fu rinvenuto in un contesto chiuso datato tra il IX e lo VIII secolo a.C e poiché, finora, in Sardegna non sono state effettuate altre datazioni assolute in contesti chiusi, la piccola statua di Cavalupo è riferimento cronologico principale per tutte le statue bronzee rinvenute nei contesti dell'Isola.[17][18]
  • Un'altra parte degli studiosi ritiene che il bronzetto di Cavalupo di Vulci "rappresenti solo un generico terminus ante quem per la cronologia del bronzetto" ;[19] esso costituisce sì un "contesto chiuso" ma anche un "falso contesto" - nel senso di falsificare la datazione di tutti gli altri bronzetti - poiché, la produzione e l'esportazione dalla Sardegna all'Etruria avvennero in tempi ben più antichi rispetto alla sua deposizione nella tomba di Vulci.[20]

In ogni caso - secondo l'archeologo Marco Rendelli - la stretta relazione stilistica tra bronzetti e Giganti depone per il fatto che le due forme d'arte debbano essere, almeno parzialmente, contemporanee.[21]

Comparazione Scarabeo di Monte Prama

Lo Scarabeo egizio della tomba numero venticinque

[modifica | modifica wikitesto]

Di un primo tentativo di datazione dello scarabeo rinvenuto a Mont'e Prama è autore l'archeologo Carlo Tronchetti. Le errate supposizioni sul materiale, ritenuto essere di osso o avorio, l'attribuzione alla categoria degli scaraboidi pseudo Hyksos, indussero lo studioso a datare erroneamente il manufatto al VII secolo a.C. Recenti analisi hanno dimostrato infatti come il manufatto sia fatto di pietra talcosa cotta e invetriata, ascrivendolo alla produzione tipica del Nuovo Regno.[22]

Lo scarabeo di Mont'e Prama
Lo scarabeo e la fibula da Mont'e Prama, esposti presso il Museo archeologico di Cagliari.
dettagli dello scarabeo.

È dibattuta l'interpretazione del motivo iconografico posto alla base del manufatto. Per alcuni studiosi si tratterebbe della stilizzazione di un fiore di loto; per altri le incisioni rientrano nella decorazione ad "encompassed central x cross". In ogni caso, anche la decorazione, non è raffrontabile con quella degli scarabei fenici o egiziani ed egittizzanti dell'VII - VI secolo a.C.[23] mentre trova i più stringenti confronti con altri due esemplari provenienti dalle località palestinesi di Tall al-Ajjul e di Tell el Far'ah (S),[24], località ritenute interessate in vari periodi sia dalla presenza egizia che dalla frequentazione di mercenari micenei e shardana.[25][26]

Quello di Mont'e Prama non è l'unico scarabeo egizio rinvenuto in un contesto nuragico: ne sono stati rinvenuti infatti anche presso il Nuraghe Nurdole ad Orani[27], nell'abitato di Sant'Imbenia ad Alghero[28] e presso il Complesso nuragico di S'Arcu 'e Is Forros a Villagrande Strisaili[29]

Secondo gli studiosi occorre sottolineare la generale inaffidabilità degli scarabei ai fini della cronologia dei siti e dei monumenti in cui furono deposti. Sono numerosi i casi documentati di scarabei rimasti in circolazione anche per quasi un millennio dalla data di produzione, come ad esempio gli scarabei del Nuovo Regno rinvenuti a Cartagine.[30]

Le ceramiche di Mont'e Prama

[modifica | modifica wikitesto]

La datazione dei frammenti ceramici rinvenuti nella necropoli di Mont'e Prama è controversa a causa della generale difficoltà nel distinguere il vasellame appartenente all'Età del bronzo finale da quello dell'Età del ferro nuragica. Infatti nei pozzi sacri, megara, santuari e grotte sacre, sono compresenti tanto i reperti del periodo della fondazione (1350 - 1200 a.C.), quanto quelli del Bronzo finale (1200 - 950 a.C.) che inquinano gli strati dell'Età del ferro.[31].

Secondo l'archeologo Giovanni Ugas, un vaso miniaturistico rinvenuto presso una delle tombe più antiche del settore scavato dall'archeologo Alessandro Bedini e a sua volta costituente la parte più antica della necropoli, è raffrontabile con un'altra miniatura proveniente dal santuario di Santa Vittoria di Serri e datato all'VIII secolo a.C.[32]

Tale raffronto è stato criticato da altri studiosi in quanto il vasetto di Santa Vittoria presenta anse ad X, mentre la miniatura di Mont'e Prama presenta anse a bastoncello trovando migliori confronti con numerosi altri esemplari del Sinis e di Cabras, sia da località sconosciuta, sia da contesti scientificamente indagati come la grotta santuario Su Pirosu Benatzu a Santadi, del nuraghe Sianeddu (Sinis di Cabras), il pozzo sacro di Cuccuru S'Arriu (Prima Fase) a Cabras e della tomba dei giganti di Sa Gora'e sa Scafa (Cabras); tali contesti, ed i loro vasi miniaturistici sono databili al Bronzo recente.[33][34]

Sia gli scodelloni carenati che gli scodelloni a labbro convesso rinvenuti nella parte di necropoli scavata dall'archeologo Carlo Tronchetti, ritenuta meno antica della porzione scavata da Alessandro Bedini, possono appartenere tanto al Bronzo finale che alla prima Età del ferro.[35] L'archeologo Giovanni Ugas pur riconoscendo al Bronzo finale l'inizio di tale produzione vascolare, ritiene preferibile datare i manufatti di Monte Prama all'Età del ferro.

Di opposto avviso è l'archeologo Vincenzo Santoni per il quale l'insieme delle ceramiche ritrovate a Mont'e Prama trova sicuri riscontri in numerosi altri abitati nuragici del Sinis e di Cabras (Nieddu, Crichidoris, Muras, Riu Urchi), presso depositi votivi (di Corrighias e di Sianeddu), in recenti rinvenimenti presso Tharros ad opera dell'archeologo Enrico Acquaro, presso il nuraghe Cobulas di Milis, tutti databili al Bronzo finale[36]. Sia per Ugas che per Santoni le ceramiche di Mont'e Prama trovano preciso confronto nei reperti fittili nuragici rinvenuti presso il castello di Lipari, un sito già frequentato dai Nuragici durante il c.d Ausonio I nel Bronzo recente[37] ma che, per quanto riguarda le forme vascolari, presenta più puntuali paragoni col sito di Monte Prama nella fase del c.d Ausonio II del Bronzo finale.[38] Nei recenti scavi effettuati nel 2014-2015, è confermata la tendenza al rialzo delle datazioni delle tombe a pozzo semplice ad almeno la fine del Bronzo Recente (1250 a.C. circa); ceramica tipica di tale periodo è stata rinvenuta nel pozzetto B/2014 con stringenti confronti nell'insediamento di Brancu Maduli, e soprattutto nei silos de Sa Osa (Cabras); una tazza troncoconica del pieno Bronzo Recente (1300 a.C. circa), con paragoni nei Nuraghi Nolza e Nuracraba, è stata rinvenuta nella tomba a pozzo semplice E/2014.[39]

Modello in arenaria di nuraghe quadrilobato, da Mont'e Prama.

Datazione relativa ed assoluta dei modelli di nuraghe

[modifica | modifica wikitesto]

Per i modelli di nuraghe le difficoltà di datazione - e le conseguenti controversie tra studiosi - sono analoghe a quelle per bronzetti e ceramiche.

I modelli di Mont'e Prama - secondo l'archeologo Alessandro Bedini - sarebbero stati scolpiti in un periodo precedente quello delle grandi statue, ma comunque non prima del IX secolo a.C.[40][41]

Altri studiosi - ritenendo equivoca tale proposta - assegnano i modelli di Mont'e Prama al X secolo a.C., durante la fase terminale dell'Età del bronzo.[42] Quest'ultima ipotesi ha recentemente ricevuto sostegno nell'unica datazione al C14 disponibile per tali oggetti.

Durante gli scavi entro la torre D del nuraghe Arrubiu di Orroli, furono trovate delle ghiande nella medesima stratigrafia in cui fu rinvenuto un modello di nuraghe in basalto. Gli esami al C.14 eseguiti presso l'università di Madrid datano tale livello di frequentazione tra il 1132 a.C. ed il 1000 a.C.[42][43] Tale datazione assoluta parrebbe confermata dagli scavi effettuati nel complesso cultuale di Matzanni presso Vallermosa (Cagliari). In questo sito il pozzo sacro A racchiudeva un modello di nuraghe, un ariete e dei piedi umani di un bronzetto, in un contesto del pieno Bronzo finale.[42][44]

Data della distruzione

[modifica | modifica wikitesto]

La data della distruzione (o la data di formazione della discarica) è determinata dalla presenza di vari frammenti di anfora punica al di sotto di un busto di arciere, e di altri frammenti di statue nelle parti più profonde della discarica e pertanto più antiche, fatto che esclude una loro infiltrazione in periodi successivi.

I frammenti punici sono databili con certezza alla fine del IV secolo a.C. o inizi del III secolo a.C.; il frammento ceramico punico costituisce il limite cronologico ante quem non.[45]

Nei pressi del nuraghe s'Uraki, nel pozzo sacro di Banatou a Narbolia, fu rinvenuto un frammento di statua insieme a statue votive puniche e ceramiche miste puniche e nuragiche, ma purtroppo le difficoltà nelle quali lo scavo si svolse non consentono una datazione affidabile del reperto.[46]

Insediamenti nuragici nella penisola del Sinis e nel Montiferru
  1. ^ Lazzati, Il carbonio-14 e le datazioni archeologiche, 2014.
  2. ^ Lazzati p. 3.
  3. ^ Minoja-Usai (2014), pp. 258-259.
  4. ^ Minoja-Usai (2014), p. 145
  5. ^ Raimondo Zucca, Attilio Mastino, Pier Giorgio Spanu, Raimondo Zucca, Monte Prama, Cabras, (OR). Storia della ricerca archeologica e degli studi, in Tharros Felix, V, Carocci, 2013, pp. 252-253.
  6. ^ a b Luca Lai, Isotopi radioattivi, primi dati sulla dieta e di cronologia assoluta dal sito di Mont'e Prama, in Marco Minoja, Alessandro Usai (a cura di), Le sculture di Mont'e Prama - Contesto, scavi e materiali, Gangemi, 2014, p. 210.
  7. ^ Si definisce “δ13C” (“delta-C13”) la variazione (espressa in "per mille") della frazione 13C/12C del campione in esame rispetto a quella dello standard internazionale VPDB (Vienna Pee Dee Belemnite) costituito da carbonato di calcio fossile. È necessario misurare tale variazione per correggere i risultati del C-14 dagli effetti del frazionamento isotopico. Il δ13C può dare anche indicazioni sull'ambiente (terrestre, fluviale o marino) in cui ha vissuto l'essere da cui deriva il campione da datare, nonché sulla sua zona di provenienza e persino riguardo eventuali squilibri alimentari, Lazzati, pag. 9
  8. ^ Minoja-Usai (2014), pp. 212-215.
  9. ^ Minoja-Usai (2014), p. 215.
  10. ^ Minoja-Usai (2014), p. 207.
  11. ^ Carlo Tronchetti, Gli scavi del 1977 e 1979, in Le sculture di Mont'E Prama - contesto scavi e materiali, Gangemi, 2014, p. 172.
  12. ^ Luisanna Usai, Le statue nuragiche, in Marco Minoja, Alessandro Usai (a cura di), Le sculture di Mont'e Prama - Contesto, scavi e materiali, Gangemi, 2014, pp. 219-262.
  13. ^ Manunza (2008)
  14. ^ Bedini-Tronchetti-Ugas-Zucca (2012), p.116.
  15. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore CampusLeonelliLoSchiavo
  16. ^ L'Unione Sarda, I rivoluzionari bronzetti di Orroli sconvolgono la storia dei nuraghi, in L'Unione Sarda, 28 novembre 2012. URL consultato il 24 marzo 2014.
  17. ^ Lilliu (1966), p.64,97,103-105.
  18. ^ E.Usai-R.Zucca (2014), p. 64,97,103-105.
  19. ^ Milletti (2012), p. 137.
  20. ^ Minoja-Usai (2014), p. 256.
  21. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Rendeli
  22. ^ (EN) G.Artioli I.Angelini, F.Nestola, New milarite/osumilite-type phase formed during ancient glazing of an Egyptian scarab, su Link.springer.com. URL consultato il 14 marzo 2014.
  23. ^ Olianas (2012), p. 41
  24. ^ Stiglitz (2012), p. 1743
  25. ^ D.Oren (1973), p.150
  26. ^ Assaf Yasur-Landau (2010), pp. 197-207
  27. ^ Bernardini (1997), p. 250.
  28. ^ Bernardini (2011), p. 87.
  29. ^ Fadda (2012), p. 65.
  30. ^ Stiglitz (2012), pp. 1742-1745.
  31. ^ Peroni (1997), p. 440.
  32. ^ Bedini-Tronchetti-Ugas-Zucca (2012), p. 266
  33. ^ Santoni (2008), p. 570
  34. ^ L.Usai (1995)
  35. ^ Bedini-Tronchetti-Ugas-Zucca (2012), p. 269.
  36. ^ Santoni (2008), p. 607.
  37. ^ Campus-Leonelli (2012-A), p. 142.
  38. ^ Campus-Leonelli (2012-A), p. 122.
  39. ^ Usai (2015), p.89.
  40. ^ Bedini (2011), p. 19.
  41. ^ Bedini-Tronchetti-Ugas-Zucca (2012), p. 199.
  42. ^ a b c Campus-Leonelli (2012), pp. 121-122.
  43. ^ Rubinos-Ruiz.Gálvez (2003)
  44. ^ Nieddu (2007)
  45. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Tronchetti 2005 p. 2
  46. ^ Stiglitz (2005), p. 62.