Utente:DanielPao/opere2

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Template:Opera pittorica Santa Prassede è un dipinto ad olio su tela di cm 101,6 x 82,6 realizzato nel 1655 dal pittore olandese Jan Vermeer, facente parte della Barbara Piasecka Johnson Collection.

L'opera è firmata Meer 1655, ma l'attribuzione a Vermeer è recente e non sottoscritta in maniera unanime dalla critica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Una copia barocca[modifica | modifica wikitesto]

Il dipinto è copia di una tela di Felice Ficherelli che oggi si trova a Ferrara, in collezione privata. Felice Ficherelli (1605-1660), detto il Riposo, è un pittore barocco che operò soprattutto in Toscana; nonostante il soprannome, probabilmente dovuto alle qualità dell'uomo, più che del pittore, si specializzò in soggetti spesso violenti e crudeli e composizioni ambiguamente morbose[1].

L'esercizio della copia, pratica disprezzata dai sistemi educativi artistici moderni, era invece un tempo assai comune: gli scultori effettuavano calchi dalle statue classiche e i pittori copiavano disegni e dipinti dei loro insegnanti e dei maestri del passato. Copiare era correlato anche al più ampio concetto di emulazione, che per secoli ha costituito il pilastro su cui si reggeva sia la tradizione sia il progresso dell'arte: superare il passato era possibile solo quando ci si fosse impadroniti della tecnica necessaria a competere con successo[1].

Anche i pittori più dotati cominciavano dunque la propria carriera copiando l'opera di altri, e questo, tra l'altro, costituiva anche un modo economico con cui molti collezionisti potevano entrare in possesso di dipinti altrimenti fuori dalla portata delle loro tasche. Nel caso concreto, natualmente, non sappiamo come Vermeer possa aver visto il dipinto del Ficherelli, che non ha mai lasciato l'Italia[1].

Due firme[modifica | modifica wikitesto]

La tela, curiosamente, porta due firme. La prima ad essere scoperta, «Meer 1655», è situata in basso a sinistra. Ma esiste anche, in basso a destra, una iscrizione supplementare, inizialmente sfuggita all'occhio degli studiosi: «Meer N ... R ... o ... O», che è stata interpretata come «Meer N [aar] R [ip] o [s] O», cioè «Vermeer dopo Riposo» (Riposo, come detto, è il soprannome del Ficherelli)[1].

Sulla base di approfondite analisi di laboratorio Arthur Wheelock ha concluso che entrambe le firme e la data sono parte integrante della superficie pittorica[2]. Altri mostrano, invero, perplessità soprattutto per quanto riguarda la firma in basso a sinistra: lo strato di colore al di sotto della firma sembra essere più vecchio della firma sovrastante; d'altra parte anche la firma in basso a destra sembra essere rozza e incerta[3].

Problemi di attribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Da quando Arthur Wheelock, nel 1982, ha con forza sostenuto trattarsi della prima opera conosciuta di Vermeer, si discute sulla certezza attributiva: i dubbi riguardano prima di tutto la presunta scarsa probabilità che aveva Vermeer di realizzare la copia di un dipinto che non ha mai lasciato l'ItaliaErrore nelle note: Parametro non valido nel tag <ref>.

Tuttavia altri fanno notare che tale eventualità non è poi così remota: prima di tutto Vermeer avrebbe potuto realizzare la sua copia a partire da un'altra copia che poteva aver raggiunto l'Olanda. I dipinti italiani, infatti, erano tenuti in gran conto e sappiamo che molte tele di artisti italiani, o loro copie, erano presenti in diverse collezioni private anche a Delft, oltre che naturalmente ad Amsterdam. Un famoso mercante d'arte di Amsterdam, Johannes de Renialme, ne aveva dieci di sua proprietà[4]. De Renialme era poi in contatto con Vermeer anche attraverso il notaio della sua famiglia, Willem de Langue[1]. L'episodio, poi, del 16xx, la convocazione, cioè, di Vermeer all'Aia da parte di Xx, depone certamente per una evidentemente profonda conoscenza, da parte del pittore, dell'arte italianaErrore nelle note: </ref> di chiusura mancante per il marcatore <ref>

  1. ^ a b c d e Essential Vermeer, Saint Prexedis
  2. ^ Citazione di Wheelock, cfr. Arthur Wheelock, tuturi
  3. ^ Citazione di Wadum, cfr. Jorgen Wadum, tuturi
  4. ^ Curiosamente lo stesso de Renialme possedeva una perduta tela di Vermeer, una Visitazione che probabilmente era uno dei primi lavori del pittore cfr. Essential Vermeer, Santa Prassede