Tuffeau

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Tuffeau
Tuffeau del Turoniano a La Chapelle-Huon
Categoriaroccia sedimentaria
TipoCalcari
Minerali principaliCalcite, opale, quarzo, argilla
UtilizzoArchitettura, scultura

Il tuffeau è una roccia diffusa in Francia, specialmente nella Valle della Loira. È costituita da calcare sabbioso a grana fine, di colore bianco o crema, a volte di colore giallastro, e può contenere fiocchi di muscovite. Essendo facile da lavorare, è impiegato principalmente in architettura, per lo più nella zona intorno alla Loira e ai suoi affluenti, nella quale è stato largamente impiegato per la costruzione dei castelli della Loira.

Geologia[modifica | modifica wikitesto]

Il tuffeau si è formato nell'era mesozoica (nello stadio Turoniano del Cretaceo superiore). La Valle della Loira, in quel periodo, si trovava sul fondo del mare; nel corso dei millenni i sedimenti che si depositarono sul fondale, costituiti da organismi viventi fossilizzati e particelle di sabbia, sotto l'effetto della pressione andarono incontro a cristallizzazione e cementazione e formarono il tuffeau.[1] Questo si differenzia dal Chalk per la presenza di foraminiferi e di molti resti di conchiglie depositatesi in acque poco profonde, tra i 2 e i 20 metri, e successivamente agitate, come accade in prossimità del litorale. Al contrario, il Chalk vero e proprio è ricco di un altro tipo di micro-fossile di conchiglia, il coccolite, dovuto al deposito dei sedimenti in acque più profonde e più tranquille (a circa 200 metri di profondità).[2]

Esistono diverse varietà di tuffeau: il tuffeau bianco, la varietà più nobile, utilizzato per la costruzione di edifici di pregio; il tuffeau giallo, più sabbioso, usato in Turenna per la costruzione di edifici rurali; il tuffeau grigio, con riflessi bluastri, usato nella produzione di calce idraulica.[3] Il Tuffeau ha una densità molto bassa, di 1,3 g/cm3. Ha una porosità che raggiunge il 45%; la resistenza alla compressione è altresì molto bassa (10 MPa).[4]

Il termine tuffeau è etimologicamente legato al tufo, a cui non è geologicamente correlato (quest'ultimo è infatti di origine vulcanica), e alla tufa, simile al travertino, a cui invece è geologicamente simile.[2] Tutti questi termini derivano dal latino tōphus o tōfus ("pietra").

Estrazione[modifica | modifica wikitesto]

Les troglodytes a Montsoreau.

L'estrazione del tuffeau, iniziata già nel periodo gallo-romano, ebbe il suo apice nel XV secolo, quando, specialmente in Turenna e nell'Angiò, veniva estratto dalle falesie naturali che si affacciavano sui fiumi, principalmente la Loira, grazie ai quali i blocchi da costruzione venivano trasportati su imbarcazioni.[5] Nel corso dei secoli l'estrazione di materiale ha creato vaste gallerie sotterranee, alcune delle quali lunghe diversi chilometri. Queste grotte artificiali, oggi chiamate les troglodytes e concentrate soprattutto nei dintorni di Saumur, sono state a lungo utilizzate come abitazioni grazie alla costanza della temperatura interna durante tutto l'anno.

Attualmente le cave sono largamente utilizzate come cantine, mentre alcune ospitano delle coltivazioni di funghi; il tuffeau, dopo essere stato abbandonato intorno al 1950, ha ripreso ad essere estratto negli anni '60, principalmente per il restauro degli edifici storici.[3][5][1]

Impiego in architettura[modifica | modifica wikitesto]

Un'abitazione in tuffeau a Montrésor.

Nella valle della Loira numerosi edifici, pubblici e privati, sono costruiti in tuffeau, grazie alla facilità di lavorazione propria di questo materiale, che consente di realizzare geometrie elaborate per fregi, lesene e capitelli.[3] Tra i monumenti costruiti in questo materiale si annoverano la cattedrale di Nantes e molti dei castelli della Loira tra cui quelli di Chambord,[6] Chinon, Azay-le-Rideau e Villandry.[3]

Essendo una pietra tenera, tuttavia, il tuffeau è soggetto a veloce erosione per desquamazione o scheggiatura, accelerata dalle condizioni atmosferiche (umidità, escursione termica) o ambientali (presenza di inquinanti). Per questo le pietre devono essere costantemente sostituite con dell'altro tuffeau o con materiale più resistente.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Le Port.
  2. ^ a b (EN) Steve Turner, Tuffeau - the French limestone of the Loire valley, su pierreheritage.co.uk, 23 agosto 2019. URL consultato il 19 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2021).
  3. ^ a b c d (FR) Le travail de la pierre de tuffeau, su parc-loire-anjou-touraine.fr. URL consultato il 19 febbraio 2021.
  4. ^ Janvier-Badosa, p. 33.
  5. ^ a b (FR) Florence Pagneux, Xavier Renard, Le tuffeau, pierre de lumière du Val de Loire, su la-croix.com, 22 agosto 2013. URL consultato il 19 febbraio 2021.
  6. ^ Janvier-Badosa, pp. 3-5.
  7. ^ Janvier-Badosa, pp. 6-7.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]