Trattato di Fort Laramie (1851)
Trattato di Fort Laramie | |
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Fort Laramie in un quadro di Alfred Jacob Miller | |
Contesto | guerre indiane |
Firma | 17 settembre 1851 |
Luogo | Fort Laramie, Wyoming, Stati Uniti d'America |
Parti | Stati Uniti Tribù Cheyenne, Sioux, Arapaho, Crow, Assiniboin, Mandan, Hidatsa e Arikara |
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Il trattato di Fort Laramie venne firmato il 17 settembre 1851 tra gli Stati Uniti d'America e i rappresentanti di svariate tribù di nativi americani insediate nella regione delle Grandi Pianure settentrionali.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il vasto movimento migratorio innescato dalla corsa all'oro californiana della metà del XIX secolo spinse decine di migliaia di persone, dirette nei nuovi territori di California e Oregon dalla costa orientale degli Stati Uniti, ad attraversare la regione delle Grandi Pianure settentrionali, zona abitata in larga parte solo da varie tribù nomadi e seminomadi di nativi americani. Nel tentativo di mantenere l'ordine nella regione ed evitare conflitti tra coloni e nativi, il governo statunitense intraprese negoziati con le principali tribù indiane per addivenire a un accordo.
Il 17 settembre i vari delegati si incontrarono a Fort Laramie, oggi nel Wyoming, per siglare l'accordo raggiunto; per gli indiani erano presenti rappresentanti delle tribù Cheyenne, Sioux, Arapaho, Crow, Assiniboin, Mandan, Hidatsa e Arikara. Il trattato concedeva agli Stati Uniti il diritto di transito nei territori degli indiani nonché il permesso per il medesimo di costruire strade e insediamenti militari nella regione; in cambio, gli Stati Uniti si impegnarono a proteggere le tribù indiane da attacchi da parte dei bianchi, oltre a versare alle stesse un pagamento pari a 50.000 dollari in beni e merci all'anno per i quindici anni seguenti alla ratifica del trattato, da distribuire in proporzione tra le varie tribù in base alla loro popolazione[1].
Il trattato stabilì inoltre la delimitazione dei vari territori spettanti a ognuna delle tribù firmatarie; esso chiariva inoltre che con la stipula dell'accordo le tribù non rinunciavano ai loro diritti di possesso sui territori o ai privilegi di caccia, pesca e transito negli stessi[2]. Il Senato degli Stati Uniti ratificò il trattato, modificando però il periodo di concessione delle compensazioni materiali da quindici a dieci anni; l'assenso a questa modifica fu poi ottenuto anche da tutti i rappresentanti delle tribù interessate con la sola eccezione dei Crow, e il trattato entrò in vigore[1].
Il trattato di Fort Laramie garantì una certa pace nella regione almeno fino al luglio del 1858, quando si aprì la cosiddetta "corsa all'oro del Pike's Peak": circa 100.000 tra coloni e cercatori bianchi invasero la zona del Colorado orientale dopo la scoperta di vasti giacimenti auriferi nelle Montagne Rocciose, violando i territori spettanti alle tribù Cheyenne e Arapaho; il governo statunitense non fece nulla per trattenere i coloni e far rispettare gli accordi di Fort Laramie, ma decise al contrario di avviare nuovi negoziati con le tribù indiane per diminuire i territori loro spettanti, negoziati che portarono al trattato di Fort Wise del 18 febbraio 1861[3].
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b (EN) Treaty of Fort Laramie with Sioux etc., 1851, su digital.library.okstate.edu. URL consultato il 29 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2014).
- ^ Brown 2013, p. 84.
- ^ Brown 2013, p. 85.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Dee Brown, Seppellite il mio cuore a Wounded Knee, Mondadori, 2013, ISBN 978-88-04-42383-6.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
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