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Michael Jackson's Thriller è il videoclip del singolo Thriller di Michael Jackson del 1983, diretto da John Landis e sceneggiato da quest'ultimo e dallo stesso Jackson. Il filmato è ricco di riferimenti al cinema horror e di serie B e vede protagonisti Jackson e una giovane donna interpretata da Ola Ray. Nel video Jackson si trasforma in uno zombi e si mette a ballare con altri morti viventi.

Il sesto album di Jackson Thriller fu pubblicato il novembre del 1982 e rimase per diversi mesi in cima alla classifica Billboard 200 grazie alla presenza dei singoli Billie Jean e Beat It, entrambi promossi da due celebri videoclip. Nel luglio del 1983, dopo che Thriller fu spodestato dalla vetta della classifica, il manager di Jackson Frank DiLeo propose di girare un video musicale anche per il brano omonimo. Jackson assunse Landis dopo aver visto il suo film del 1981 Un lupo mannaro americano a Londra. Il cortometraggio di Thriller costò 500.000 dollari, la più alta cifra mai spesa fino ad allora per un video musicale. La pellicola venne girata a Los Angeles in soli cinque giorni.

Michael Jackson's Thriller venne lanciato con grande anticipazione e trasmesso costantemente su MTV, e fu il primo videoclip trasmesso nei cinema. Il singolo fece raddoppiare le vendite di Thriller, contribuendo a renderlo l'album più venduto della storia. Michael Jackson's Thriller viene considerato uno dei video musicali più celebri e influenti della storia: si ritiene infatti che abbia trasformato i video musicali in un'espressione artistica, che abbia abbattuto le barriere razziali nell'intrattenimento popolare e portato alla notorietà il format del documentario. Il successo del corto rese Jackson un punto di riferimento della cultura pop globale.

Alcuni elementi distintivi di Michael Jackson's Thriller, come la danza degli zombi e la giacca rossa in pelle indossata da Jackson nel videoclip, sono stati citati in altre opere. Nel 2009 divenne il primo video musicale entrato a far parte del National Film Registry della Biblioteca del Congresso in quanto ritenuto «significativo per motivi artistici, storici o estetici».


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