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Il plebiscito del Veneto del 1866, conosciuto ufficialmente anche come plebiscito di Venezia, delle province venete e di quella di Mantova, fu un plebiscito che avvenne nelle giornate di domenica 21 e lunedì 22 ottobre 1866 per sancire l'annessione al Regno d'Italia delle terre cedute alla Francia dall'Impero austriaco a seguito della terza guerra di indipendenza.

Nell'aprile 1866 il Regno d'Italia strinse un'alleanza militare con la Prussia, avente lo scopo di unire "la Venezia" e Trento al proprio territorio. L'alleanza fu mantenuta nonostante l'offerta austriaca di cedere il Veneto alla Francia di Napoleone III (l'Austria ufficialmente non aveva rapporti diplomatici con l'Italia), che a sua volta l'avrebbe consegnato all'Italia. La terza guerra di indipendenza, scatenata da parte italiana nel quadro più vasto della Guerra austro-prussiana, vide, dopo l'iniziale sconfitta nella battaglia di Custoza avvenuta quattro giorni dopo la dichiarazione di guerra del 20 giugno, i successi militari di Garibaldi in Trentino, a Bezzecca, e di Cialdini, che giunse fin oltre Palmanova e vinse la battaglia di Versa. La sconfitta della marina italiana nella battaglia di Lissa, avvenuta il 20 luglio, convinse il Regno d'Italia ad accettare una tregua a partire dal 25 luglio e a iniziare le trattative che portarono la fine delle ostilità sul fronte italo-austriaco con l'armistizio di Cormons, firmato il 12 agosto.

La tregua del 25 luglio congelava i movimenti di truppe e, a quella data, risultava liberato dalla dominazione austriaca tutto il territorio residuo dell'ex Regno Lombardo-Veneto, con l'esclusione delle sole fortezze del Quadrilatero: Verona, Legnago, Mantova e Peschiera del Garda, oltre a Palmanova e Venezia, quest'ultima città caratterizzata da un forte simbolismo unitario e dal ricordo della sua rivolta durante i moti del '48.

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