Teatro Greco Corbelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Teatro Greco Corbelli
Interno del teatro prima del 1904
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàMirandola
IndirizzoPiazza Costituente
Dati tecnici
Tipoteatro all'italiana
Capienza700 posti
Realizzazione
Costruzione1790-1791
Inaugurazione29 settembre 1791
ArchitettoGiuseppe Maria Soli

Il Teatro Greco Corbelli è un ex teatro situato all'interno del castello dei Pico a Mirandola, in provincia di Modena.

Inaugurato nel 1791, dopo poco più di un secolo venne sostituito dal Teatro Nuovo[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Disegno del teatro da costruirsi nella Mirandola che dal Conte Ottavio Greco Corbelli si umilia a Sua Altezza Serenissima per ottenere la sicura sua approvazione (1789)
Palazzo Ducale del castello di Mirandola (inizio XX secolo), con l'indicazione del Cinematographe di Italo Pacchioni
Cinema Pico (anni 1970)

Nel 1789 il conte Ottavio Greco Corbelli, "per ovviare alla carenza di un teatro 'moderno' nella città mirandolese", chiese ed ottenne dal duca Ercole III d'Este di allestire un teatro moderno all'interno del castello dei Pico, che all'epoca alloggiava le milizie estensi del Ducato di Modena[2]. A tal fine, su progetto dell'architetto Giuseppe Maria Soli,[3] vennero adattati due saloni, realizzando una sala decorata a tre ordini di palchi e con cavea a ferro di cavallo. Vennero altresì approntati grandiosi apparati scenici, come richiesto dalla tradizione teatrale del tardo XVIII secolo.

Il teatro Greco Corbelli fu inaugurato ufficialmente il 29 settembre 1791, prevedendo una stagione di trenta rappresentazioni annue, con prezzi dei palchi di 110 lire per le opere serie, 90 lire per le opere buffe e 40 lire per le commedie.

Il 28 settembre 1838 venne rappresentata l'opera I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini diretta dal maestro Isidoro Rossi.[4]

Nel 1845 si volle dipingere il nuovo sipario del Teatro Greco Corbelli e se ne ordinò l'idea e il disegno a Giacinto Paltrinieri, che disegnò un Giovan Francesco Pico, che mostrando al figlio Giovan Tommaso l'erma dello zio Giovanni, lo incoraggia alla virtù. L'esecuzione dell'opera non fu però fortunata: il giovinetto Giovan Tommaso, dipinto dal Manzini, riuscì storpio, né il resto del lavoro corrispose alla fama del professore Crespellani.[5]

Il teatro entrò in decadenza nell'ultimo ventennio dell'Ottocento, fino alla chiusura nel 1894. Tuttavia le cronache locali registrano una straordinaria proiezione cinematografica (una delle prime in Italia) realizzata il 31 ottobre 1896 dall'inventore-fotografo mirandolese Italo Pacchioni, pioniere del cinema italiano.[6]

Secondo il censimento dei teatri esistenti nel Regno d'Italia nel 1868, il teatro di Mirandola poteva ospitare 700 spettatori[7] ed era classificato di terzo ordine.[8]

Dopo vari passaggi di proprietà, il teatro venne definitivamente chiuso dal prefetto Tamburini per motivi di ordine pubblico a seguito di disordini, cessando ogni attività nel 1903.[9]

In seguito il teatro venne riaperto e ridenominato Teatro Pico della Mirandola.[10]

Il 17 febbraio 1918, dopo la disfatta di Caporetto, fu organizzata una conferenza patriottica intitolata L'aiuola che ci fa tanto feroci, a cura del ragioniere Edgardo Gambuzzi, membro del Comitato di propaganda per il prestito nazionale e di assistenza e di difesa civile.[11]

In epoca successiva all'interno del teatro Pico venne allestito un cinematografo, divenuto in seguito un cinema a luci rosse di proprietà della famiglia Piccinini e infine chiuso alla fine degli anni 1980.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Caterina Spada e Lidia Bortolotti, Teatro nuovo di Mirandola, su Ministero per i beni culturali. URL consultato il 3 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 22 novembre 2016).
  2. ^ Vanni Chierici, Mirandola: il Teatro Nuovo, su Al Barnardon. URL consultato il 3 settembre 2018 (archiviato il 19 novembre 2016).
  3. ^ Giovanni Veronesi, Quadro storico della Mirandola e della Concirdia, Mirandola, 1990 [1849], p. 177.
  4. ^ Teatri, arti e letteratura, vol. 28-30, n. 767, Bologna, Tipografia Gov. della Volpe al Sassi, 8 novembre 1838, pp. 76-77. URL consultato il 3 settembre 2018 (archiviato il 4 settembre 2018).
  5. ^ Felice Ceretti, Giacinto Paltrinieri, in Biografie mirandolesi, III, Mirandola, Tipografia Grilli Cabfido, 1904, p. 13.
  6. ^ Viviana Bruschi, Il pioniere solitario del cinema italiano, in Fatti e figure della Mirandola, 2000, pp. 117-120.
  7. ^ Carlotta Sorba, I teatri lirici in Emilia Romagna al 1868 (PDF) [collegamento interrotto], in Nel paese del melodramma, Einaudi.
  8. ^ Enrico Rosmini, La legislazione e la giurisprudenza dei teatri: trattato dei diritti e delle obbligazioni degli impresari, artisti, autori, etc, vol. 2, F. Manini, 1872, p. 588. URL consultato il 4 settembre 2018 (archiviato il 4 settembre 2018).
  9. ^ Teatro Nuovo di Mirandola – Le origini, su Al Barnardon, 9 novembre 2023.
  10. ^ Annuario generale d'Italia guida generale del Regno, 1933, p. 500. URL consultato il 4 settembre 2018 (archiviato il 4 settembre 2018).
  11. ^ Teatro Nuovo (PDF), in Tracce di guerra, memorie di pace, Comune di Mirandola. URL consultato il 3 settembre 2018 (archiviato il 4 settembre 2018).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Simonetta M. Bondoni (a cura di), Teatri storici in Emilia Romagna, Bologna, Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, 1982, SBN IT\ICCU\CFI\0022654.
  • Lidia Bortolotti (a cura di), Le stagioni del teatro. Le sedi storiche dello spettacolo in Emilia-Romagna, Bologna, Grafis, 1995, SBN IT\ICCU\RAV\0255309.
  • Marta Lucchi, Musica e teatro a Mirandola nel settecento e ottocento.
  • Giuseppe Morselli, Mirandola: 30 secoli di cronaca, San Prospero, CPE-Centro Programmazione Editoriale, 1976, SBN IT\ICCU\MOD\0048091.
  • Giulio Paltrinieri, I cento anni del Teatro Nuovo di Mirandola 1905-2005, a cura di Comune di Mirandola, Mirandola, Grafiche il Dado, 2005, SBN IT\ICCU\MOD\0971225.
  • Claudio Sgarbanti e Paolo Mattioli, Itinerari illustrati e un po' storici di Mirandola, 2012.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]