Sundamys maxi

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Sundamys maxi
Immagine di Sundamys maxi mancante
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
SuperordineEuarchontoglires
OrdineRodentia
SottordineMyomorpha
SuperfamigliaMuroidea
FamigliaMuridae
SottofamigliaMurinae
GenereSundamys
SpecieS.maxi
Nomenclatura binomiale
Sundamys maxi
Sody, 1932
Areale

Sundamys maxi (Sody, 1932) è un roditore della famiglia dei Muridi endemico dell'isola di Giava.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Roditore di grandi dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 218 e 270 mm, la lunghezza della coda tra 258 e 309 mm, la lunghezza del piede tra 52 e 55 mm e la lunghezza delle orecchie tra 24 e 28 mm.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Le parti superiori sono grigio-brunastre, più scure lungo la schiena, mentre le parti ventrali sono grigio scure con dei riflessi giallastri. Le orecchie e il dorso delle zampe sono marrone scure. La coda è più lunga della testa e del corpo ed è uniformemente marrone scura.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

È una specie terricola.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è conosciuta soltanto in due località nella parte occidentale dell'Isola di Giava.

Vive nelle foreste tropicali sempreverdi tra 900 e 1.350 metri di altitudine.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato l'areale ristretto e seriamente frammentato e il continuo declino della qualità del proprio habitat, classifica S.maxi come specie in pericolo (EN).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Musser, G. & Ruedas, L. 2008, Sundamys maxi, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Sundamys maxi, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Musser & Newcomb, 1983.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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