Stemodieae

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Stemodieae
Stemodia maritima
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaPlantaginaceae
SottofamigliaGratioloideae
TribùStemodieae
Reveal, 2012
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineScrophulariales
FamigliaScrophulariaceae
SottofamigliaGratioloideae
TribùStemodieae
Benth. & Hook.f., 1876
Generi

Stemodieae Reveal, 2012 è una tribù di piante spermatofite, dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Plantaginaceae.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome della sottotribù deriva dal suo genere tipo Stemodia L., 1753 la cui etimologia deriva dalla parola abbreviata "stemodiacra" in riferimento agli stami a due punte delle piante di questo genere.[2]

Il nome scientifico della tribù è stato definito dal botanico statunitense James Lauritz Reveal (1941-2015) nella pubblicazione "Phytoneuron. Digital Publications in Plant Biology - 2012-37: 219" del 2012.[3] La struttura di questo gruppo è basata sulla sottotribù "Stemodiinae" definita nel 1876 dai botanici George Bentham e Joseph Dalton Hooker.[4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Stemodia florulenta
Le foglie
Leucospora multifida
Infiorescenza
Achetaria azurea
I fiori
Stemodia verticillata
  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X o * K (4-5), [C (4) o (2+3), A 2+2 o 2], G (2), capsula.[5]
  • Il calice, gamosepalo, è formato da un tubo campanulato terminante con 5 lobi irregolari con strutture 3/2 o 1/4: i lobi esterni sono larghi, con forme da lanceolate a cordato-ovoidi; quelli interni sono più piccoli con forme lineari-lanceolate.
  • La corolla, gamopetala, è formata da un tubo da cilindrico a campanulato con forme allungate, snelle o incurvate. In Otacanthus è del tipo ipocrateriforme (tubo lungo e stretto terminante con grandi lobi patenti). In genere il tubo termina con due labbra (struttura fortemente bilabiata). Spesso è presente un "palato". I colori sono porpora pallido, bianco, malva, violetto o blu e giallo.
  • L'androceo è formato da 4 stami (2 in Otacanthus, Achetaria) inclusi o appena sporgenti dal tubo corollino. In Dizygostemon nel paio adassiale le antere sono monoteche. Se gli stami sono due, allora il paio adassiale è ridotto a lunghi staminoidi. I filamenti sono adnati alla corolla. Le antere hanno due teche separate da un tessuto connettivo. Una teca delle antere spesso è sterile o ridotta oppure in molte specie le due antere abassiali sono sterili.
  • I frutti sono delle capsule con forme ovoidi o ellittiche (raramente lineari in Schistophragma). La deiscenza loculicida e setticida o solamente setticida (in Otacanthus, Schistophragma e Leucospora). I semi sono numerosi con forme da ovoidi a troncate; hanno delle coste longitudinali e le teste hanno delle cellule con ispessimenti simili a ganci o sono alveolato-reticolate oppure minutamente bucate.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questa tribù hanno una distribuzione prevalentemente americana con habitat tropicali.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questo gruppo (Plantaginaceae) comprende 113 generi con 1800 specie[5] (oppure secondo altri Autori 114 generi e 2400 specie[6], o anche 117 generi e 1904 specie[8] o 90 generi e 1900 specie[9]) ed è suddivisa in tre sottofamiglie e oltre una dozzina di tribù. La tribù di questa voce appartiene alla sottofamiglia Gratioloideae.[1]

Storicamente questo gruppo ha fatto parte della famiglia Scrophulariaceae (secondo la classificazione ormai classica di Cronquist). In seguito è stato descritto anche all'interno della famiglia Veronicaceae.[1] Attualmente con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG) è stata assegnata alla famiglia delle Plantaginaceae, sottofamiglia Gratioloideae (Benth.) Luerss..[9]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

In ricerche successive alcune specie dei generi Leucospora e Stemodia sono risultate essere "gruppo fratello" del genere Scoparia posizionata all'interno della sottotribù Gratiolinae (tribù Gratioleae). Inoltre alcune specie dei generi Otacanthus, Achetaria e Stemodia sono risultate essere "gruppo fratello" del genere Gratiola posizionata all'interno della sottotribù Gratiolinae (tribù Gratioleae), ma anche delle specie Hydrotriche e Limnophila posizionate all'interno della sottotribù Dopatriinae.[10]

Composizione della sottotribù[modifica | modifica wikitesto]

La sottotribù comprende 13 generi e 111 specie:[1][8][11]

Genere Numero specie Distribuzione
Achetaria
Cham. & Schltdl., 1827
5 Brasile e Caraibi
Adenosma
R. Br., 1810
15 Cina, Indomalesia e Australia
Cheilophyllon
Pennell ex Britton, 1920
8 Caraibi
Conobea
Aubl., 1775
7 America tropicale
Darcya
B.L. Turner & Cowan, 1993
3 Costa Rica e da Panama a Colombia
Dizygostemon
(Benth.) Radlk. ex Wetts., 1891
2 Brasile
Leucospora
Nutt., 1834
Una specie:
Leucospora multifida (Michx.) Nutt.
America del Nord orientale
Morgania
R. Br., 1810
4 Australia
Otacanthus
Lindl., 1862
6 Brasile (una specie naturalizzata in Madagascar)
Schistophragma
Benth. ex Endl., 1839
2 America del nord e centrale
Schizosepala
G.M. Barroso, 1956
Una specie:
Schizosepala glandulosa G.M. Barroso
Brasile (Matto Grosso)
Stemodia
L., 1794
56 Aree tropicali dell'America, Africa e Asia
Tetraulacium
Turcz., 1843
Una specie:
Tetraulacium veronicaeforme Turcz.
Brasile

Note: da questo elenco è escluso il genere Lindenbergia Lehm., 1829 attualmente descritto all'interno della famiglia Orobanchaceae e il genere Stemodiopsis Engl., 1897 incluso nella famiglia Scrophulariaceae.[9]

Alcune specie[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Kadereit 2004, pag. 387.
  2. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 19 marzo 2017.
  3. ^ Indices Nominum Supragenericorum Plantarum Vascularium, su plantsystematics.org. URL consultato il 19 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 19 marzo 2017.
  5. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 493.
  6. ^ a b Strasburger 2007, pag. 852.
  7. ^ Musmarra 1996.
  8. ^ a b Olmstead 2012.
  9. ^ a b c Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 15 gennaio 2017.
  10. ^ Estes 2008, pag. 42.
  11. ^ Albach et al 2005.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]