God Save the King: differenze tra le versioni

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Esclusa l'attribuzione del testo a Ben Jonson,<ref name="Donaldson" /> si è fatto notare il rinvenimento di una [[Coppa (contenitore)|coppa]] d'epoca [[Dinastia Stuart|Stuart]] con incisi versi molto simili, che potrebbero tuttavia essere stati aggiunti in un secondo momento.<ref>{{cita|Cummings|pp. 63-65}}</ref> Altra ipotesi, basata sulla corrispondenza di [[Charles Burney]], è che la lettera dell'inno si basi su un coro in [[Lingua latina|latino]] (in due strofe dalla medesima metrica, quasi perfettamente aderenti al senso delle prime due in inglese) che si sosteneva fosse stato scritto per [[Carlo II d'Inghilterra|Carlo II]]. Secondo la testimonianza dell'anziana madre di Arne, tale coro sarebbe stato eseguito nel 1688 per [[Giacomo II d'Inghilterra|Giacomo II e VII]] minacciato dalla [[Gloriosa rivoluzione]] e dall'avvento di [[Guglielmo III d'Inghilterra|Guglielmo d'Orange]],<ref>{{cita|Cummings|pp. 38-40}}.</ref> forse già in inglese e con il verso «God save great James our King» («Dio salvi il grande Giacomo nostro Re»).<ref name="Dimont" />
Esclusa l'attribuzione del testo a Ben Jonson,<ref name="Donaldson" /> si è fatto notare il rinvenimento di una [[Coppa (contenitore)|coppa]] d'epoca [[Dinastia Stuart|Stuart]] con incisi versi molto simili, che potrebbero tuttavia essere stati aggiunti in un secondo momento.<ref>{{cita|Cummings|pp. 63-65}}</ref> Altra ipotesi, basata sulla corrispondenza di [[Charles Burney]], è che la lettera dell'inno si basi su un coro in [[Lingua latina|latino]] (in due strofe dalla medesima metrica, quasi perfettamente aderenti al senso delle prime due in inglese) che si sosteneva fosse stato scritto per [[Carlo II d'Inghilterra|Carlo II]]. Secondo la testimonianza dell'anziana madre di Arne, tale coro sarebbe stato eseguito nel 1688 per [[Giacomo II d'Inghilterra|Giacomo II e VII]] minacciato dalla [[Gloriosa rivoluzione]] e dall'avvento di [[Guglielmo III d'Inghilterra|Guglielmo d'Orange]],<ref>{{cita|Cummings|pp. 38-40}}.</ref> forse già in inglese e con il verso «God save great James our King» («Dio salvi il grande Giacomo nostro Re»).<ref name="Dimont" />


La prima versione pubblicata dal ''Thesaurus musicus'' includeva solo le due prime strofe, e la seconda presentava sul finale un'importante differenza concettuale con la versione poi invalsa nell'uso: «On him our hopes are fix'd» («In lui – il re – sono riposte le nostre speranze») anziché «On thee our hopes we fix» («In te – Dio – riponiamo le nostre speranze»). La terza strofa apparve nel 1745, prima nella pubblicazione non autorizzata del ''Magazine'' e subito dopo nella nuova edizione del ''Thesaurus.''
Nel primo secolo di vita dell'inno si usò adattarne i versi al nome del sovrano regnante: in base alla metrica il primo («God save great George our King», «Dio salvi il grande Giorgio nostro Re») o il secondo («William our noble King», «Guglielmo il nobile nostro Re»), o eventualmente entrambi, ripudiando la prima versione «God save our Lord the King» («Dio salvi il nostro signore, il Re»).<ref name="Treccani" /><ref>{{cita|Cummings|pp. 29-30}}.</ref> Ciò potrebbe dipendere dall'ambiguità sul nome del legittimo sovrano,<ref name="Piggott">{{cita|Piggott}}.</ref> che gravò sul regno di Giorgio II<ref>{{cita|Fuld|p. 249}}.</ref> come su quello di Giacomo. Gli adattamenti, nonostante l'esistenza di una versione che recita «God save Victoria»<ref>{{cita web|titolo=God Save the Queen|url=https://www.gettyimages.ch/detail/nachrichtenfoto/sheet-music-cover-image-of-the-song-god-save-the-queen-nachrichtenfoto/727100521?language=it|pubblicazione=GettyImages|accesso=2022-09-25}}</ref> («Dio salvi Vittoria»), caddero in disuso proprio in [[età vittoriana]], quando si stabilizzò il verso «God save our gracious Queen» («Dio salvi la nostra magnanima Regina»).<ref name="Treccani" /><ref name="Piggott" />


Nel primo secolo di vita dell'inno si usò adattarne i versi al nome del sovrano regnante, ripudiando la prima versione «God save our Lord the King» («Dio salvi il nostro signore, il Re»). In base alla metrica poteva trattarsi del primo verso («God save great George our King», «Dio salvi il grande Giorgio nostro Re») o del secondo («William our noble King», «Guglielmo il nobile nostro Re»), o eventualmente di entrambi come nell'arrangiamento di Arne («God save bless our noble King, God save great George our King», «Dio benedica il nobile nostro Re, Dio salvi il grande Giorgio nostro Re»).<ref name="Treccani" /><ref>{{cita|Cummings|pp. 29-30}}.</ref> Ciò potrebbe dipendere dall'ambiguità sul nome del legittimo sovrano,<ref name="Piggott">{{cita|Piggott}}.</ref> che gravò sul regno di Giorgio II<ref>{{cita|Fuld|p. 249}}.</ref> come su quello di Giacomo. Gli adattamenti, nonostante l'esistenza di una versione che recita «God save Victoria»<ref>{{cita web|titolo=God Save the Queen|url=https://www.gettyimages.ch/detail/nachrichtenfoto/sheet-music-cover-image-of-the-song-god-save-the-queen-nachrichtenfoto/727100521?language=it|pubblicazione=GettyImages|accesso=2022-09-25}}</ref> («Dio salvi Vittoria»), caddero in disuso proprio in [[età vittoriana]], quando si stabilizzò il verso «God save our gracious Queen» («Dio salvi la nostra magnanima Regina»).<ref name="Treccani" /><ref name="Piggott" />
La versione che segue corrisponde a quella riportata dal sito ufficiale della famiglia reale britannica, limitatamente alla prima e alla terza strofa (la seconda è omessa).<ref>{{cita web|titolo=National Anthem|url=https://www.royal.uk/national-anthem|pubblicazione=The Royal Family|lingua=en|accesso=2022-09-25}}</ref> Per le regine l'inno viene adattato con le opportune sostituzioni: ''King'' → ''Queen'' («Re» → «Regina»), ''he'' → ''she'' («lui» → «lei»), ''him'' → ''her'' (pronome «lo» → «la»), ''his'' → ''her'' (possessivo «di lui» → «di lei»).

La versione che segue corrisponde a quella riportata dal sito ufficiale della famiglia reale britannica, limitatamente alla prima e alla terza strofa.<ref>{{cita web|url=https://www.royal.uk/national-anthem|titolo=National Anthem|lingua=en|accesso=2022-09-25|pubblicazione=The Royal Family}}</ref> Per la seconda, che è omessa, fa riferimento alla versione pubblicata nel ''Thesaurus'' del 1745, adeguata all'ortografia dell'inglese moderno. L'unica differenza sostanziale tra i due testi è l'inversione nel testo moderno del penultimo verso da «With heart and voice to sing» a «To sing with heart and voice», che annulla la rima ''sing''/''King'' presente nell'antica edizione.

Per le regine l'inno viene adattato con le opportune sostituzioni: ''King'' → ''Queen'' («Re» → «Regina»), ''he'' → ''she'' («lui» → «lei»), ''him'' → ''her'' (pronome «lo» → «la»), ''his'' → ''her'' (possessivo «di lui» → «di lei»).


{|
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Confound their politics,<br />
Confound their politics,<br />
Frustrate their knavish tricks,<br />
Frustrate their knavish tricks,<br />
On Thee our hopes we fix.<br />
On thee our hopes we fix.<br />
God save us all.
God save us all.


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God save the King.
God save the King.
||
||
Dio salvi il nostro magnanimo Re!<br/ >
Dio salvi il nostro magnanimo Re!<br>
Lunga vita al nobile nostro Re!<br/ >
Lunga vita al nobile nostro Re!<br>
Dio salvi il Re!<br/ >
Dio salvi il Re!<br>
Lo renda vittorioso,<br/ >
Lo renda vittorioso,<br>
Felice e glorioso,<br/>
Felice e glorioso,<br />
A lungo regni su di noi,<br/ >
A lungo regni su di noi,<br>
Dio salvi il Re.
Dio salvi il Re.


O Dio, nostro Signore, sorgi,<br/ >
O Dio, nostro Signore, sorgi,<br>
Disperdi i suoi nemici<br/ >
Disperdi i suoi nemici<br>
E falli cadere;<br/ >
E falli cadere;<br>
Confondi i loro intrighi,<br/ >
Confondi i loro intrighi,<br>
Frustra le loro maliziose insidie,<br/>
Frustra le loro maliziose insidie,<br />
In te riponiamo le nostre speranze,<br/ >
In te riponiamo le nostre speranze,<br>
Dio salvi tutti noi!
Dio salvi tutti noi!


I doni più preziosi che hai in serbo</br />
I doni più preziosi che hai in serbo<br />
Voglia tu riversarli su di lui,<br/ >
Voglia tu riversarli su di lui,<br>
Regni egli a lungo.<br/ >
Regni egli a lungo.<br>
Difenda le nostre leggi<br/ >
Difenda le nostre leggi<br>
E sempre ci dia occasione<br/ >
E sempre ci dia occasione<br>
Di cantare di cuore e a viva voce<br/ >
Di cantare di cuore e a viva voce<br>
Dio salvi il Re.
Dio salvi il Re.
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Versione delle 12:22, 27 set 2022

Disambiguazione – Se stai cercando l'album di Robert Fripp, vedi God Save the King (Robert Fripp).
Disambiguazione – "God Save the Queen" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi God Save the Queen (disambigua).

Template:Inno ufficiale

«Un vero gioiello musicale; il tipo più perfetto dell'inno-preghiera.»

God Save the King («Dio salvi il Re») è il brano musicale patriottico e popolare inglese che funge per consuetudine[2] da inno nazionale e reale britannico, dei territori d'oltremare del Regno Unito, e da inno reale dei reami del Commonwealth. Quando sul trono siede una sovrana, l'inno assume il titolo God Save the Queen («Dio salvi la Regina») e un testo adattato nel genere grammaticale.

D'autore ignoto sia per il testo sia per la musica, affonda le proprie radici nella tradizione religiosa, politica e popolare della Gran Bretagna e si lega all'avvento dello stato costituzionale moderno, che adotta tipicamente un inno nazionale, di cui pochi paesi hanno fornito un modello: tra questi, il Regno Unito ha dato avvio alla tradizione degli inni reali e monarchici.

La stessa melodia di God Save the King, oltre a servire da inno di tutti i paesi legati alla corona britannica, è stata più volte riusata da altre nazioni, soprattutto di lingua tedesca, in qualche caso anche di tradizione repubblicana ma legate per cultura alla Gran Bretagna (Stati Uniti) o alla Germania (Svizzera).

Storia

God Save the King è indicato a volte come l'inno nazionale più antico al mondo ancora in uso, essendo stato pubblicato completo di testo e musica non più tardi del 1744 e adottato al massimo nel 1825,[3] in quanto – pur in assenza di ufficialità – costantemente indicato come inno nazionale fin dai primi anni del regno di Vittoria.[4]

Con riguardo alla pubblicazione di testo e musica, il Wilhelmus, adottato nel 1932 ma redatto per iscritto nel 1574,[5] risulta in realtà più antico. Invece l'adozione di fatto di God Save the King avvenne per gradi, tra la Rivoluzione francese e le guerre che ne seguirono;[6] non è quindi legata a una data esatta e va retrodatata intorno al tempo dell'adozione ufficiale della Marsigliese.[7]

Titolo e contesto storico

Il titolo del brano corrisponde al terzo e settimo verso della prima strofa, che chiudono rispettivamente la terzina e la quartina di cui essa si compone e le corrispondenti frasi musicali.

L'espressione God save the King e la sua equivalente del secondo verso, long live [the] King, ricorrono da secoli nella lingua inglese. Esse corrispondono all'augurio che nelle prime traduzioni della Bibbia rendeva il latino vivat rex («viva il re») del I Libro dei Re, al versetto 1 Re 1,39[8] dedicato all'incoronazione di Salomone, che nelle edizioni dal 1390 in poi diventa alternativamente «Lyue the kyng» e «God save the kynge».[9]

L'intreccio del potere politico con la liturgia è lungamente radicato in Inghilterra, e la stessa cerimonia di incoronazione del sovrano è un rito religioso che, fin dal tempo di Edgardo (973),[10] si serve di un anthem (termine per «inno» che designa letteralmente l'antifona) per cantare il passo 1,38-40 del I Libro dei Re.[11] A ridosso della prima pubblicazione del futuro inno nazionale, Händel stesso musicò una versione di Zadok the Priest per l'incoronazione di Giorgio II (1727).[12]

Ma nell'Inghilterra postrivoluzionaria e del primo costituzionalismo moderno era mutata la concezione del potere sovrano, e la legittimazione reciproca tra il re e il popolo coinvolgeva ormai la totalità dei sudditi: fu proprio negli anni 1740-1745 che si assistette al fiorire della musica patriottica a carattere popolare, di cui sono espressione composizioni rimaste poi celebri in tutto il mondo, come Rule, Britannia! di Arne. Su questa scia maturò il passaggio dall'anthem elevato, affidato al coro professionale, all'anthem pur sempre di stampo religioso e solenne ma orecchiabile e cantabile dal popolo unito.[13]

Pubblicazioni e prima esecuzione

L'inno pubblicato sul Gentleman's Magazine nel 1745 presenta due errori rispetto alla prima edizione del brano e una melodia ancora in più parti diversa da quella accolta nell'uso

God Save the King fu pubblicato per la prima volta negli anni 1740. Chappell assume che la prima edizione sia stata inclusa nella raccolta Harmonia Anglicana del 1744,[14] e solo in seguito nel Thesaurus musicus del 1745. La circostanza, per colpa dell'autore che mancò di indicare puntualmente la fonte primaria, è stata lungamente posta in dubbio; solo nel XX secolo il reperimento alla Biblioteca del Congresso di copia dell'Harmonia contenente il brano, unita all'evidente rinomina della medesima raccolta in Thesaurus musicus, ha reso plausibile tale testimonianza.[15]

Il corpo delle pubblicazioni iniziali dell'inno all'epoca è incluso: nell'edizione del Thesaurus databile tra il 20 aprile e il 16 novembre 1744;[16] in quella del Gentleman's Magazine dell'ottobre 1745; nell'altra del Thesaurus uscita intorno al dicembre 1745;[15] in copia dell'arrangiamento di Thomas Arne conservata presso il British Museum.

Quest'ultima fu usata per la prima esecuzione pubblica nota dell'inno, tenuta al Drury Lane il 28 settembre 1745.[17] L'esecuzione seguì la rappresentazione dell'Alchimista di Jonson e fu affidata a un coro maschile guidato da tre celebri voci: Susannah Cibber (mezzosoprano[18]), sorella di Arne, John Beard (tenore) e Thomas Reinhold (basso).[4]

Ognuna di queste prime pubblicazioni presenta una diversa versione della melodia di God Save the King. La versione pubblicata per prima, nella prima delle due edizioni del Thesaurus, potrebbe non essere il vero originale, poiché la copia conservata al King's College di Cambridge presenta abrasioni e altri segni d'alterazione.[19] Il brano è comunque scritto nella tonalità originale di sol maggiore.[20]

a) Thesaurus musicus 1744


\new GrandStaff <<
  \new Staff \with { midiInstrument = "trumpet" \magnifyStaff #5/7 }
  \relative g' { 
    \set Score.tempoHideNote = ##t
    \key g \major
    \time 3/4
    \tempo 4 = 60
     g4 g g fis4. g8 a4 b b c a4. a8 b4 a fis4. g8 g2. \bar "||"
     d'4 d d d4. c8 b4 c c c c4. b8 a4 b c8[ b] a[ g] b4. c8 d4 e a,4. g8 g2. \bar "|."
  }
  \addlyrics {
    \override LyricText.font-size = #-2
    God save our Lord the King,
    Long live our no -- ble King,
    God save the King!
    Send him vic -- to -- ri -- ous,
    Hap -- py and Glo -- ri -- ous,
    Long to __ _ reign __ _ o -- ver us,
    God save the King!
  }
  \addlyrics {
    \override LyricText.font-size = #-2
    O Lord our God a -- rise,
    Scat -- ter his E -- ne -- mies,
    And make them fall:
    Con -- found their Pol -- i -- ticks,
    Frus -- trate their Knav -- ish Tricks.
    On him __ _ our __ _ Hopes are fix’d,
    O save us all.
  }
  \new Staff \with { midiInstrument = "trombone" \magnifyStaff #5/7 }
  \relative g {
    \key g \major
    \clef bass
     g4 g, g' d4. e8 fis4 g g a fis4. fis8 g4 c, d4. d8 g,2. \bar "||"
     b'4 b b b4. a8 g4 a a a a4. g8 fis4 g a8[ g] fis[ e] d4. c8 b4 c d4. d8 g,2. \bar "|."
  }
>>

Si tratta musicalmente della stessa versione riportata (con ogni probabilità senza l'autorizzazione dell'editore del Thesaurus John Simpson) come A Song for two Voices. As sung at both Playhouses dal Magazine, che introdusse però un doppio errore alla battuta 4:[17] una sequenza la-si-do invece di la-la-si, scritta sulla stessa figurazione ritmica.[14] Dal punto di vista testuale, invece, la versione del Magazine corrisponde a quella che sarebbe uscita poco dopo nell'edizione 1745 del Thesaurus, qui riportata come versione d).

La ricostruzione dei frammenti alterati della versione a), omesse le note di abbellimento, dà un risultato melodicamente quasi identico[21] (l'unica, rilevante differenza è alle battute 13-14) alla linea della voce femminile della versione arrangiata da Arne, sebbene questa sia trasportata in mi♭ maggiore.[22] In seguito alla ricostruzione, l'ipotetico originale dell'inno doveva suonare come segue.[23]

b) Ricostruzione di Thesaurus musicus 1744


\new GrandStaff <<
  \new Staff \with { midiInstrument = "trumpet" \magnifyStaff #5/7 }
  \relative g' { 
    \set Score.tempoHideNote = ##t
    \key g \major
    \time 3/4
    \tempo 4 = 60
     g4 g a fis4. g8 a4 b b c a4. b8 g4 a fis4. g8 g2. \bar "||"
     d'4 d d d4. c8 b4 c c c c4. b8 a4 b c8[ b] a[ g] b4. c8 d4 e a,4. g8 g2. \bar "|."
  }
  \addlyrics {
    \override LyricText.font-size = #-2
    God save our Lord the King,
    Long live our no -- ble King,
    God save the King!
    Send him vic -- to -- ri -- ous,
    Hap -- py and Glo -- ri -- ous,
    Long to __ _ reign __ _ o -- ver us,
    God save the King!
  }
  \addlyrics {
    \override LyricText.font-size = #-2
    O Lord our God a -- rise,
    Scat -- ter his E -- ne -- mies,
    And make them fall:
    Con -- found their Pol -- i -- ticks,
    Frus -- trate their Knav -- ish Tricks.
    On him __ _ our __ _ Hopes are fix’d,
    O save us all.
  }
  \new Staff \with { midiInstrument = "trombone" \magnifyStaff #5/7 }
  \relative g { 
    \set Score.tempoHideNote = ##t
    \clef bass
    \key g \major
     g4 c,2 d4. e8 fis4 g g a fis4. d8 e4 c d2 g,2. \bar "||"
     b'4 b b b4. a8 g4 a a a a4. g8 d4 g8[ fis] e[ d] c[ e] d4. e8 d4 c d2 g2. \bar "|."
  }
>>

Si riporta di seguito la versione arrangiata da Arne, ritrasportata per comodità in sol maggiore, scritta nello stesso metro, senza abbellimenti e con le sole voci del coro. La linea del mezzosoprano è scritta in chiave di violino per uniformità con gli altri esempi.

c) Thomas Arne 1745


\new GrandStaff <<
  \new Staff \with { midiInstrument = "trumpet" \magnifyStaff #5/7 }
  \relative g' { 
    \set Score.tempoHideNote = ##t
    \key g \major
    \time 3/4
    \tempo 4 = 60
     g4 g a fis4. g8 a4 b b c a4. b8 g4 a fis4. g8 g2. \bar "||"
     d'4 d d d4. c8 b4 c c c c4. b8 a4 b c8[ b] a[ g] b4. c8 d4 e a,4. d8 b2. \bar "|."
  }
  \addlyrics {
    \override LyricText.font-size = #-2
    God bless our no -- ble King,
    God save great George our King,
    God save the King!
    Send him vic -- to -- ri -- ous,
    Hap -- py and glo -- ri -- ous,
    Long to __ _ reign __ _ o -- ver us,
    God save the King!
  }
  \new Staff \with { midiInstrument = "trumpet" \magnifyStaff #5/7 }
  \relative g { 
    \set Score.tempoHideNote = ##t
    \clef tenor
    \key g \major
     b4 d e d4. e8 fis4 g g e fis4. fis8 b,4 e a,4. d8 b2. \bar "||"
     b'4 b b b4. a8 gis4 a a a a4. g8 fis4 g g e d4. fis8 g4 g fis4. g8 g2. \bar "|."
  }
  \new Staff \with { midiInstrument = "trombone" \magnifyStaff #5/7 }
  \relative g { 
    \set Score.tempoHideNote = ##t
    \clef bass
    \key g \major
     g4 b c d2 d,4 g e c d2 e4 c d2 g,2. \bar "||"
     g'4 g f e2. a4 a a d,2. g4 e c g'4. a8 b4 c d d, g2. \bar "|."
  }
>>

Si può notare che la battuta 1 (sol-sol-la) del canto nelle versioni b) e c) è identica a quella della versione moderna, mentre nella versione a) e in quella del Magazine figura alterata (sol-sol-sol). Questa vistosa differenza rispetto alla versione corrente, dunque, potrebbe non essere venuta meno per inventiva di Arne, in quanto non appartenente nemmeno all'originale.

Differiscono invece dalle corrispondenti battute della versione moderna la battuta 4 (le note la-si dell'originale saranno invertite in si-la) e quelle immediatamente precedenti alla conclusione delle due frasi, sulle cui note si cantano in entrambi i casi, alla prima strofa, le sillabe God-save-the (5 e 13). La difformità della battuta 4 – che è diversa anche da quella riportata nella prima edizione del Thesaurus e, con il doppio errore, nel Magazine – è però già superata dalla versione apparsa nella successiva edizione del Thesaurus sotto il titolo A Loyal Song. Sung at the Theatres Royal,[24] che qui per semplicità si riporta di nuovo senza abbellimenti.

d) Thesaurus musicus 1745


\new GrandStaff <<
  \new Staff \with { midiInstrument = "trumpet" \magnifyStaff #5/7 }
  \relative g' { 
    \set Score.tempoHideNote = ##t
    \key g \major
    \time 3/4
    \tempo 4 = 60
     g4 g a fis4. g8 a4 b b c b4. a8 g4 a fis4. g8 g2. \bar "||"
     d'4 d d d4. c8 b4 c c c c4. b8 a4 b c8[ b] a[ g] b4. c8 d4 e a,4. g8 g2. \bar "|."
  }
  \addlyrics {
    \override LyricText.font-size = #-2
    God save great George our King,
    Long live our no -- ble King,
    God save the King!
    Send him vic -- to -- ri -- ous,
    Hap -- py and glo -- ri -- ous,
    Long to __ _ reign __ _ o -- ver us,
    God save the King!
  }
  \addlyrics {
    \override LyricText.font-size = #-2
    O Lord our God a -- rise,
    Scat -- ter his e -- ne -- mies,
    And make them fall;
    Con -- found their Pol -- i -- ticks,
    Frus -- trate their Knav -- ish Tricks,
    On thee __ _ our __ _ hopes we fix,
    God save us all.
  }
  \addlyrics {
    \override LyricText.font-size = #-2
    Thy choi -- cest gifts in store,
    On George be pleas’d to pour,
    Long may he reign.
    May he de -- fend our laws,
    And ev -- er give us cause,
    With Heart __ _ and __ _ Voice to sing,
    God save the King.
  }
  \new Staff \with { midiInstrument = "trombone" \magnifyStaff #5/7 }
  \relative g { 
    \set Score.tempoHideNote = ##t
    \clef bass
    \key g \major
     g4 g, c d4. e8 fis4 g g c, d4. d8 e4 c d4. d8 g,2. \bar "||"
     b'4 b b b4. a8 g4 a a a a4. g8 fis4 g a8[ g] fis[ e] d4. c8 b4 c d4. d8 g,2. \bar "|."
  }
>>

Se quindi la forma moderna delle battute 1 e 4 fu raggiunta nel giro di un anno (e quella della battuta 1 era forse presente già nell'originale), diversa sorte ebbe la melodia del verso conclusivo delle due frasi, «God save the King». La linea melodica adottava l'uso corrente all'epoca di anticipare la tonica alla penultima battuta (il sol di King veniva cioè cantato anche su the). Riferisce Chappell che quest'uso passò di moda qualche anno dopo, e si preferì quindi raggiungere la nota conclusiva con due passaggi per grado congiunto, a formare due semplici scale discendenti (la-sol-fa♯ e do-si-la).[25]

e) Battute 5-6


  \new Staff \with { midiInstrument = "trumpet" \magnifyStaff #5/7 }
  \relative g' { 
    \set Score.tempoHideNote = ##t
    \key g \major
    \time 3/4
    \hide Staff.TimeSignature
    \tempo 4 = 60
     a4 g fis g2. \bar "||"
  }
  \addlyrics {
    \override LyricText.font-size = #-2
    God save the King!
  }

f) Battute 13-14


  \new Staff \with { midiInstrument = "trumpet" \magnifyStaff #5/7 }
  \relative g' { 
    \set Score.tempoHideNote = ##t
    \key g \major
    \time 3/4
    \hide Staff.TimeSignature
    \tempo 4 = 60
     c4 b a g2. \bar "|."
  }
  \addlyrics {
    \override LyricText.font-size = #-2
    God save the King!
  }

Per scongiurare la banalità della soluzione sul finale della strofa, i cantanti presero allora l'abitudine di eseguire una corona sulla sillaba us, prolungandola, per poi salire al mi dell'originale e cantare una terzina mi-re-do sulla sillaba God. Questo nuovo uso, criticato da Chappell,[26] si è poi stabilizzato dando luogo ad almeno due altre varianti.

g) Battute 13-14: terzina


  \new Staff \with { midiInstrument = "trumpet" \magnifyStaff #5/7 }
  \relative g'' { 
    \set Score.tempoHideNote = ##t
    \key g \major
    \time 3/4
    \hide Staff.TimeSignature
    \tempo 4 = 60
    \times 2/3 {e8 d c} b4 a g2. \bar "|."
  }
  \addlyrics {
    \override LyricText.font-size = #-2
    God ___ _ save the King!
  }

h) Battute 13-14: variante ritmica


  \new Staff \with { midiInstrument = "trumpet" \magnifyStaff #5/7 }
  \relative g'' { 
    \set Score.tempoHideNote = ##t
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i) Battute 13-14: variante ritmico-melodica


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Testo

Il testo di God Save the King è rimasto anonimo. Singole parti di esso sono variamente rintracciabili nella tradizione politica e religiosa. Il penultimo verso della prima strofa formò ad esempio, con il primo, parte di una parola d'ordine della marina inglese in epoca Tudor (10 agosto 1545): all'esclamazione «God save King Henrye» (Enrico VIII) doveva darsi risposta «And long to reign over us».[4][27] Secondo Scholes, i versi della seconda strofa potrebbero essere legati dalla preghiera in uso nelle chiese anglicane per l'anniversario della congiura delle polveri («scatter our enemies», «disperdi i nostri nemici», e «assuage their malice, and confound their devices», «placa il loro rancore e confondi i loro piani»).[28][29]

Esclusa l'attribuzione del testo a Ben Jonson,[28] si è fatto notare il rinvenimento di una coppa d'epoca Stuart con incisi versi molto simili, che potrebbero tuttavia essere stati aggiunti in un secondo momento.[30] Altra ipotesi, basata sulla corrispondenza di Charles Burney, è che la lettera dell'inno si basi su un coro in latino (in due strofe dalla medesima metrica, quasi perfettamente aderenti al senso delle prime due in inglese) che si sosteneva fosse stato scritto per Carlo II. Secondo la testimonianza dell'anziana madre di Arne, tale coro sarebbe stato eseguito nel 1688 per Giacomo II e VII minacciato dalla Gloriosa rivoluzione e dall'avvento di Guglielmo d'Orange,[31] forse già in inglese e con il verso «God save great James our King» («Dio salvi il grande Giacomo nostro Re»).[4]

La prima versione pubblicata dal Thesaurus musicus includeva solo le due prime strofe, e la seconda presentava sul finale un'importante differenza concettuale con la versione poi invalsa nell'uso: «On him our hopes are fix'd» («In lui – il re – sono riposte le nostre speranze») anziché «On thee our hopes we fix» («In te – Dio – riponiamo le nostre speranze»). La terza strofa apparve nel 1745, prima nella pubblicazione non autorizzata del Magazine e subito dopo nella nuova edizione del Thesaurus.

Nel primo secolo di vita dell'inno si usò adattarne i versi al nome del sovrano regnante, ripudiando la prima versione «God save our Lord the King» («Dio salvi il nostro signore, il Re»). In base alla metrica poteva trattarsi del primo verso («God save great George our King», «Dio salvi il grande Giorgio nostro Re») o del secondo («William our noble King», «Guglielmo il nobile nostro Re»), o eventualmente di entrambi come nell'arrangiamento di Arne («God save bless our noble King, God save great George our King», «Dio benedica il nobile nostro Re, Dio salvi il grande Giorgio nostro Re»).[6][32] Ciò potrebbe dipendere dall'ambiguità sul nome del legittimo sovrano,[33] che gravò sul regno di Giorgio II[34] come su quello di Giacomo. Gli adattamenti, nonostante l'esistenza di una versione che recita «God save Victoria»[35] («Dio salvi Vittoria»), caddero in disuso proprio in età vittoriana, quando si stabilizzò il verso «God save our gracious Queen» («Dio salvi la nostra magnanima Regina»).[6][33]

La versione che segue corrisponde a quella riportata dal sito ufficiale della famiglia reale britannica, limitatamente alla prima e alla terza strofa.[36] Per la seconda, che è omessa, fa riferimento alla versione pubblicata nel Thesaurus del 1745, adeguata all'ortografia dell'inglese moderno. L'unica differenza sostanziale tra i due testi è l'inversione nel testo moderno del penultimo verso da «With heart and voice to sing» a «To sing with heart and voice», che annulla la rima sing/King presente nell'antica edizione.

Per le regine l'inno viene adattato con le opportune sostituzioni: KingQueen («Re» → «Regina»), heshe («lui» → «lei»), himher (pronome «lo» → «la»), hisher (possessivo «di lui» → «di lei»).

Testo originale Traduzione

God save our gracious King!
Long live our noble King!
God save the King!
Send him victorious,
Happy and glorious,
Long to reign over us,
God save the King.

O Lord our God arise,
Scatter his enemies,
And make them fall;
Confound their politics,
Frustrate their knavish tricks,
On thee our hopes we fix.
God save us all.

Thy choicest gifts in store
On him be pleased to pour,
Long may he reign.
May he defend our laws,
And ever give us cause,
To sing with heart and voice,
God save the King.

Dio salvi il nostro magnanimo Re!
Lunga vita al nobile nostro Re!
Dio salvi il Re!
Lo renda vittorioso,
Felice e glorioso,
A lungo regni su di noi,
Dio salvi il Re.

O Dio, nostro Signore, sorgi,
Disperdi i suoi nemici
E falli cadere;
Confondi i loro intrighi,
Frustra le loro maliziose insidie,
In te riponiamo le nostre speranze,
Dio salvi tutti noi!

I doni più preziosi che hai in serbo
Voglia tu riversarli su di lui,
Regni egli a lungo.
Difenda le nostre leggi
E sempre ci dia occasione
Di cantare di cuore e a viva voce
Dio salvi il Re.

Musica

Riguardo all'autore della musica, si è fatto il nome di Henry Carey, il cui figlio anni dopo (1795) si spinse a chiedere una pensione al Parlamento britannico sul presupposto che il padre avesse composto l'inno, senza riuscire a provarlo. Secondo un'altra tesi l'autore (almeno indiretto) sarebbe John Bull, ma anche in questo caso non esistono conferme e anzi vi sono indizi di segno contrario.[6] Riposa invece su due falsi del 1834, presto demoliti, l'attribuzione a Lulli di un'aria originale Grand Dieu, sauvez le Roy scritta per Luigi XIV, che sarebbe poi stata riusata per l'inno britannico[37] (il compositore francese d'origine italiana scrisse piuttosto un mottetto Domine salvum fac regem LWV 77/14, dal titolo latino corrispondente al senso letterale del verso «God save the King»). La musica non è poi certamente di Thomas Arne, che si limitò ad arrangiare l'inno per la prima esecuzione pubblica, nel 1745.[6][38]

Diffusione

Legato al sovrano di Gran Bretagna e poi del Regno Unito, anche dopo aver perso il carattere di attestazione di fedeltà alla casa regnante per acquisire quello di canto nazionale[6] God Save the King è rimasto in uso in tutto l'Impero britannico e nei paesi che, pur dopo la fine di questo, fanno capo alla corona: non solo i territori d'oltremare, ma anche i superstiti reami del Commonwealth, che pur essendo indipendenti e dotati di propri inni nazionali riconoscono il sovrano del Regno Unito come capo di stato e conservano quindi il brano come inno reale.

Dalla prima esecuzione fino a tutto il regno di Elisabetta II, nel corso di quasi 277 anni, è stato cantato come God Save the Queen per oltre 134 anni: ciò è dovuto ai lunghi regni delle due sole regine, Vittoria (63 anni e 216 giorni) ed Elisabetta (70 anni e 214 giorni), che hanno quasi pareggiato il tempo (poco meno di 143 anni) in cui sul trono britannico è seduto uno degli otto re (Giorgio II, Giorgio III, Giorgio IV, Guglielmo IV, Edoardo VII, Giorgio V, Edoardo VIII, Giorgio VI).[39]

Nella storia contemporanea God Save the King è il prototipo degli inni monarchici[40] come la Marsigliese di quelli repubblicani, e la sua melodia, dotata di nuovi testi in altre lingue, formò gli inni reali, imperiali e nazionali di altri paesi. Ciò avvenne soprattutto in Germania, dove la versione Heil dir im Siegerkranz fu adottata dapprima dalla Prussia[41] (1795[42]) e poi dall'Impero (1871).[40] Molti altri stati tedeschi, entro l'impero, seguirono l'esempio: la Baviera,[43] il Württemberg,[44] il Baden,[45] l'Assia,[46] l'Anhalt,[47] lo Schaumburg-Lippe,[48] la Sassonia,[49] il Meclemburgo-Schwerin.[50] Il Liechtenstein, ultimo erede di questa tradizione, conserva tuttora l'inno come Oben am jungen Rhein. Al di fuori delle nazioni tedesche, il brano è stato adottato nel tempo anche da Svezia (Bevare Gud vår kung),[6][41] Norvegia (Kongesangen,[51] inno reale ancora in vigore), Russia (Molitva russkich),[41] Islanda (Íslands minni),[52] Grecia,[53] Hawaii.[54] Un testo in tedesco fu scritto anche per Cristiano VII di Danimarca.[55]

Anche alcuni regimi repubblicani, di tradizione tedesca o anglosassone, adottarono l'inno. A parte la Repubblica di Weimar, che in un primo momento (1918-1922) mantenne la sola versione strumentale ereditata dal Secondo Reich,[40] si ricordano i casi della Svizzera, che lo impiegò come Rufst du, mein Vaterland[41] dal tempo della sua Costituzione federale (anni 1840) al 1961, e degli Stati Uniti, che, con un nuovo testo dal titolo America (My Country, 'Tis of Thee), riusarono la melodia ereditata dall'ex madrepatria come inno nazionale di fatto per circa un secolo, dal 1832[56] al 1931.[6]

Arrangiamenti

Nel 1962, su richiesta del Leeds Festival, Benjamin Britten compose un arrangiamento di God Save the Queen. Altri noti arrangiamenti dell'inno sono quelli di Elgar (1902) e Bliss (1969).

Inno dell'Impero britannico

Rimase inno nazionale in Canada fino all'adozione di quello attuale nel 1980, così come in Australia fino al 1984. In Sudafrica fu dapprima unico inno nazionale, poi sostituito dal 1961 da quello di Lourens De Villiers Die Stem van Suid Afrika / The Call of South Africa, ancora oggi in vigore sebbene unito all'inno di Sontonga. In Nuova Zelanda era il solo inno nazionale fino al 1977, mentre oggi ha valenza di inno nazionale affiancato a God defend New Zealand.

Europa
  • Regno Unito: inno nazionale dal 1745
  • Irlanda: inno nazionale dal 1745 al 1936, inno reale dal 1936 al 1949
  • Corsica: inno reale dal 1793 al 1795
  • Malta: inno nazionale dal 1805 al 1964, inno reale dal 1964 al 1974
  • Cipro: inno nazionale dal 1878 al 1960
  • Isole Ionie: inno nazionale dal 1814 al 1864
  • Heligoland: inno nazionale dal 1814 al 1890
  • Germania britannica: inno nazionale affiancato dal 1945 al 1949
  • Austria britannica: inno nazionale affiancato dal 1945 al 1955
Africa
Asia
  • Aden e Hadramaut: inno nazionale fino al 1971
  • Bahrein: come inno reale affiancato fino al 1971
  • Bangladesh: inno nazionale fino al 1947, inno reale dal 1947 al 1956
  • Bhutan: inno reale affiancato fino al 1947
  • Birmania: inno nazionale fino al 1948
  • Borneo del Nord: inno nazionale fino al 1963
  • Brunei: inno reale affiancato fino al 1984
  • Ceylon: inno nazionale fino al 1948, inno reale dal 1948 al 1972
  • Costa dei Pirati: come inno reale affiancato fino al 1971
  • Hong Kong: inno nazionale dal 1842 al 1997
  • India: inno nazionale fino al 1947, inno reale dal 1947 al 1950
  • Iraq: inno nazionale dal 1918 al 1932
  • Maldive: inno nazionale fino al 1965
  • Malaysia: inno nazionale fino al 1957
  • Oman: come inno reale affiancato fino al 1971
  • Pakistan: inno nazionale fino al 1947, inno reale dal 1947 al 1956
  • Palestina: inno nazionale dal 1918 al 1948
  • Qatar: come inno reale affiancato fino al 1971
  • Singapore: inno nazionale fino al 1963
  • Transgiordania: inno nazionale dal 1918 al 1946
  • Wei hai wei: inno nazionale dal 1898 al 1931
Americhe
Oceania
  • Australia: inno nazionale dal 1779 al 1977 de facto, fino al 1984 de jure (dal 1974 sostituito da Advance Australia Fair per le competizioni sportive), inno reale dal 1984
  • Figi: inno nazionale dal 1888 al 1978, inno reale dal 1978
  • Isole Salomone: inno nazionale fino al 1978, inno reale dal 1978
  • Kiribati: inno nazionale fino al 1979
  • Nauru: inno nazionale dal 1918 al 1968
  • Nuova Zelanda: inno nazionale dal 1840 al 1977 de facto, 1986 de jure (dal 1977 sostituito da God Defend New Zealand per le competizioni sportive), inno reale dal 1986
  • Territorio dei Papua: inno nazionale dal 1884 al 1918
  • Nuova Guinea: inno nazionale 1918 al 1975, inno reale dal 1975
  • Samoa: inno nazionale fino al 1962
  • Tonga: inno nazionale fino al 1968
  • Tuvalu: inno nazionale fino al 1978, inno reale dal 1978 al 1995 e ancora dal 1997
  • Vanuatu: inno nazionale assieme a "La Marseillaise" fino al 1980
Antartide

Riprese e citazioni

Il compositore e violinista italiano Niccolò Paganini scrisse delle variazioni sul tema del brano.

Nell'opera Il viaggio a Reims (1825) di Gioacchino Rossini, Lord Sidney intona l'inno inglese durante una festa indetta dal Barone Trombonok, nella quale ognuno dei personaggi canta il proprio inno nazionale [57].

Gaetano Donizetti, nell'ouverture della sua opera Roberto Devereux ambientata in terra inglese, rielabora il tema dell'inno.

Giuseppe Verdi, nell'Inno delle Nazioni, inserisce l'inno inglese insieme alla Marsigliese ed all'Inno di Mameli.

God Save the Queen è sempre il titolo di un riadattamento questa volta di Brian May, che suona alla chitarra la melodia principale dell'inno, con una ricca armonizzazione ottenuta attraverso numerose sovraincisioni secondo il suo stile caratteristico; l'orchestrazione è completata da sottofondo di timpani e piatti. La cover fa parte dell'album A Night at the Opera (Queen, 1975).

Note

  1. ^ Visonà, p. 7.
  2. ^ Stringiamci, in Treccani Magazine – Atlante, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 28 aprile 2015. URL consultato il 23 settembre 2022.
  3. ^ Britannica.
  4. ^ a b c d Dimont.
  5. ^ (EN) Frits Noske, Early Sources of the Dutch National Anthem (1574-1626), in Fontes Artis Musicae, vol. 13, n. 1, 1966, pp. 87-94, JSTOR 23504604.
  6. ^ a b c d e f g h Roberto Leydi, La nascita degli inni nazionali, in Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2014. URL consultato il 23 settembre 2022.
  7. ^ (EN) Michael Mould, The Routledge Dictionary of Cultural References in Modern French, New York, Taylor & Francis, 2011, p. 147, ISBN 978-1-136-82573-6. URL consultato il 23 settembre 2022.
  8. ^ 1Re 1,39, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  9. ^ Watts, pp. 7-9.
  10. ^ (EN) A Service to Celebrate the 60th Anniversary of the Coronation of Her Majesty Queen Elizabeth II (PDF), Westminster Abbey, 2013, p. 4. URL consultato il 25 settembre 2022.
  11. ^ (EN) Andrew Hughes, The Origins and Descent of the Fourth Recension of the English Coronation, in János M Bak (a cura di), Medieval and Early Modern Monarchic Ritual, Berkeley-Los Angeles-Oxford, University of California Press, 1990, pp. 197-213, DOI:10.1525/9780520311121.
  12. ^ Conte, p. 39.
  13. ^ Conte, pp. 39-40.
  14. ^ a b Chappell, p. 704.
  15. ^ a b Fuld, p. 250.
  16. ^ Scholes, p. 9.
  17. ^ a b Dart, p. 205.
  18. ^ Susannah Cibber era un soprano, ma nel corso della carriera la sua voce gradualmente si abbassò fino al registro del contralto. La parte femminile nell'arrangiamento di Arne è scritta in chiave di mezzosoprano.
  19. ^ Dart, p. 206.
  20. ^ Cummings, pp. 83-84.
  21. ^ Dart, pp. 206-207.
  22. ^ Cummings, pp. 85-88.
  23. ^ Dart, p. 206.
  24. ^ Cummings, pp. 84-85.
  25. ^ Chappell, pp. 705.
  26. ^ Chappell, pp. 705-706.
  27. ^ (EN) James Gairdner e Robert H. Brodie (a cura di), Henry VIII: August 1545, 6-10, in Letters and Papers, Foreign and Domestic, Henry VIII, Volume 20 Part 2, August-December 1545, London, 1907, p. 43. URL consultato il 25 settembre 2022.
  28. ^ a b (EN) Ian Donaldson, Ben Jonson, London, Oxford University Press, 2011, p. 481. URL consultato il 25 settembre 2022.
  29. ^ (EN) Percy A. Scholes, The Oxford Companion to Music, Londra, Oxford University Press, 1970, pp. 409-411.
  30. ^ Cummings, pp. 63-65
  31. ^ Cummings, pp. 38-40.
  32. ^ Cummings, pp. 29-30.
  33. ^ a b Piggott.
  34. ^ Fuld, p. 249.
  35. ^ God Save the Queen, in GettyImages. URL consultato il 25 settembre 2022.
  36. ^ (EN) National Anthem, in The Royal Family. URL consultato il 25 settembre 2022.
  37. ^ Cummings, pp. 58-63.
  38. ^ (EN) Alan Blackwell e David MacKay, Power, Cambridge University Press, 2006, p. 97, ISBN 9781139445597.
  39. ^ Essendo un inno nazionale di fatto, un tempo anche soggetto a variazioni testuali legate al nome del regnante, non è comunque possibile affermare rigorosamente che sia stato in vigore con l'uno o l'altro titolo con cui è noto.
  40. ^ a b c Conte, p. 40.
  41. ^ a b c d Chappell, p. 691.
  42. ^ (DE) Michael Fischer e Christian Senkel, Reichsgründung 1871: Ereignis, Beschreibung, Inszenierung, a cura di Klaus Tanner, Münster, Waxmann Verlag, 2010.
  43. ^ Boehm, p. 38.
  44. ^ Boehm, pp. 43-44.
  45. ^ Boehm, pp. 44-45.
  46. ^ Boehm, p. 46.
  47. ^ Boehm, pp. 63-64.
  48. ^ Boehm, p. 74.
  49. ^ Boehm, p. 41.
  50. ^ Boehm, p. 49-53.
  51. ^ (NO) Kongesangen, su Store norske leksikon. URL consultato il 24 settembre 2022.
  52. ^ (EN) Daisy Neijmann (a cura di), A History of Icelandic Literature, Lincoln, University of Nebraska Press, 2006, pp. 262, 518.
  53. ^ (EL) Ελλάς, su Anemi, Atene, Pyrsos, 1934, p. 239. URL consultato il 24 settembre 2022.
  54. ^ (HAW) Hawaiʻi ponoʻī, su Huapala. URL consultato il 24 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2018).
  55. ^ Boehm, pp. 13-14.
  56. ^ (EN) John A. Garraty e Mark C. Carnes (a cura di), American National Biography, vol. 20, New York, Oxford University Press, 1999, p. 281.
  57. ^ Teatro alla Scala Archiviato il 30 settembre 2017 in Internet Archive. › includes › doc il libretto dell'opera

Bibliografia

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