God Save the King: differenze tra le versioni

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Versione delle 13:55, 10 set 2022

Disambiguazione – Se stai cercando l'album di Robert Fripp, vedi God Save the King (Robert Fripp).
Disambiguazione – "God Save the Queen" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi God Save the Queen (disambigua).

Template:Inno ufficiale God Save the King («Dio salvi il Re») è il brano musicale patriottico e popolare inglese che dal 1825[1] funge de facto da inno nazionale e reale britannico, dei territori britannici d'oltremare, e da inno reale di alcuni reami del Commonwealth.[2]

Quando sul trono britannico siede una regina è noto come God Save the Queen. («Dio salvi la Regina»).

Composto presumibilmente dal compositore barocco Thomas Arne, autore anche della nota e celebre canzone patriottica Rule, Britannia!, il brano è stato arrangiato nel 1962 dal compositore, direttore d'orchestra e pianista Benjamin Britten e a oggi la sua versione è suonata ai BBC Proms, oltre anche all'arrangiamento di Sir Arthur Bliss.

Storia

«Un vero gioiello musicale; il tipo più perfetto dell’inno-preghiera, composto per Giorgio II d’Inghilterra dal musicista poeta Henry Carey nel 1740. Alcuni eruditi hanno voluto contestare l’origine di questo canto nazionale, attribuendolo a Ben Johnson, a Haendel o al nostro Lully; le argomentazioni sono tutt’altro che convincenti. La musica di questo grave e superbo canto d’Inghilterra, con parole diverse, serve per il Kaiserlieder Prussiano, per l’inno della Svizzera, e si può affermare che sia l’inno più cantato nel mondo.»

Scritto tra il 1736 e il 1740 ed entrato in uso il 28 settembre 1744, è l'inno nazionale più antico al mondo[3].[senza fonte] È stato probabilmente scritto da John Bull. Come altri aspetti dell'ordinamento britannico, il suo utilizzo come inno nazionale non è sancito da alcuna legge parlamentare o proclama reale, essendo invece frutto della consuetudine. È probabilmente l'inno più famoso al mondo in quanto in uso in tutti i territori dell'Impero britannico; rimase inno nazionale in Canada fino all'adozione di quello attuale nel 1980, così come in Australia fino al 1984. In Sudafrica fu dapprima unico inno nazionale, poi sostituito dal 1961 da quello di Lourens De Villiers Die Stem van Suid Afrika / The Call of South Africa, ancora oggi in vigore sebbene unito all'inno di Sontonga. In Nuova Zelanda era il solo inno nazionale fino al 1977, mentre oggi ha valenza di inno nazionale affiancato a God defend New Zealand; per gli altri paesi del Reame del Commonwealth, il God Save the King è l'inno reale suonato in presenza del sovrano o di qualche membro della famiglia reale, oppure in commemorazioni particolari.

Essendo stato lungamente l'inno nazionale di molti paesi del mondo, talvolta le persone più anziane tendono a riconoscerlo come proprio inno nazionale a discapito degli inni successivamente adottati: succede così in Canada, Australia e in altri paesi dove comunque rimane come inno reale. La melodia del God save the King fu composta su comando di Giorgio II Hannover divenuto re di Gran Bretagna, ma essendo questi principe elettore di Hannover, l'inno divenne tale anche per la Confederazione Germanica, passando poi nel 1871 all'Impero tedesco (1871-1918) di Guglielmo II che lo adottò come inno nazionale col nome di Heil dir im Siegerkranz (Ave a te nella corona della vittoria), e rimase poi in vigore senza testo nella Repubblica di Weimar fino al 1922, quando fu adottato Das Lied der Deutschen.

All'epoca i compositori venivano considerati dai monarchi dei semplici servitori e perciò il nome del compositore, come pure quello del poeta, sono rimasti ignoti. Sono state avanzate delle ipotesi storico-musicologiche con i nomi di Henry Carey (1687-1743) e John Bull (1562-1628) ma, come si può notare, le date non coincidono con il 1745. La posizione ufficiale del Governo britannico è "autori ignoti".

Impero britannico

Europa

  • Regno Unito: inno nazionale dal 1745
  • Irlanda: inno nazionale dal 1745 al 1936, inno reale dal 1936 al 1949
  • Corsica: inno reale dal 1793 al 1795
  • Malta: inno nazionale dal 1805 al 1964, inno reale dal 1964 al 1974
  • Cipro: inno nazionale dal 1878 al 1960
  • Isole Ionie: inno nazionale dal 1814 al 1864
  • Heligoland: inno nazionale dal 1814 al 1890
  • Germania britannica: inno nazionale affiancato dal 1945 al 1949
  • Austria britannica: inno nazionale affiancato dal 1945 al 1955

Africa

Asia

  • Aden e Hadramaut: inno nazionale fino al 1971
  • Bahrein: come inno reale affiancato fino al 1971
  • Bangladesh: inno nazionale fino al 1947, inno reale dal 1947 al 1956
  • Bhutan: inno reale affiancato fino al 1947
  • Birmania: inno nazionale fino al 1948
  • Borneo del Nord: inno nazionale fino al 1963
  • Brunei: inno reale affiancato fino al 1984
  • Ceylon: inno nazionale fino al 1948, inno reale dal 1948 al 1972
  • Costa dei Pirati: come inno reale affiancato fino al 1971
  • Hong Kong: inno nazionale dal 1842 al 1997
  • India: inno nazionale fino al 1947, inno reale dal 1947 al 1950
  • Iraq: inno nazionale dal 1918 al 1932
  • Maldive: inno nazionale fino al 1965
  • Malaysia: inno nazionale fino al 1957
  • Oman: come inno reale affiancato fino al 1971
  • Pakistan: inno nazionale fino al 1947, inno reale dal 1947 al 1956
  • Palestina: inno nazionale dal 1918 al 1948
  • Qatar: come inno reale affiancato fino al 1971
  • Singapore: inno nazionale fino al 1963
  • Transgiordania: inno nazionale dal 1918 al 1946
  • Wei hai wei: inno nazionale dal 1898 al 1931

Americhe

Oceania

  • Australia: inno nazionale dal 1779 al 1977 de facto, 1984 de jure (dal 1974 sostituito da Advance Australia Fair per le competizioni sportive), inno reale dal 1984
  • Figi: inno nazionale dal 1888 al 1978, inno reale dal 1978
  • Isole Salomone: inno nazionale fino al 1978, inno reale dal 1978
  • Kiribati: inno nazionale fino al 1979
  • Nauru: inno nazionale dal 1918 al 1968
  • Nuova Zelanda: inno nazionale dal 1840 al 1977 de facto, 1986 de jure (dal 1977 sostituito da God Defend New Zealand per le competizioni sportive), inno reale dal 1986
  • Territorio dei Papua: inno nazionale dal 1884 al 1918
  • Nuova Guinea: inno nazionale 1918 al 1975, inno reale dal 1975
  • Samoa: inno nazionale fino al 1962
  • Tonga: inno reale affiancato fino al 1968
  • Tuvalu: inno nazionale fino al 1978, inno reale dal 1978 al 1995 e dal 1997
  • Vanuatu: inno nazionale assieme a "La Marseillaise" fino al 1980

Antartide

Testo e traduzione

Quando il monarca in carica è donna, l'inno diventa God Save the Queen (Dio salvi la Regina). Nel titolo e nel testo ogni ricorrenza di King (Re) viene sostituita con Queen (Regina), con relativi cambi di pronomi (heshe) e aggettivi possessivi (his o himher). Inoltre, l'ordine delle parole del penultimo verso viene invertito (with heart and voice to singto sing with heart and voice).

Testo

God save our gracious King!
Long live our noble King,
God save the King!
Send him victorious,
happy and glorious,
long to reign over us,
God save the King!

O Lord, our God, arise,
scatter his enemies,
and make them fall.
Confound their politics,
frustrate their knavish tricks,
on Thee our hopes we fix,
God save us all.

Thy choicest gifts in store
on him be pleased to pour,
long may he reign!
May he defend our laws,
and ever give us cause
with heart and voice to sing,
God save the King!

Traduzione letterale

Dio salvi il nostro grazioso Re,
lunga vita al nostro nobile Re,
Dio salvi il Re!
Donagli la vittoria,
la felicità e la gloria,
possa regnare a lungo su di noi;
Dio salvi il Re!

O Signore, nostro Dio, sorgi,
disperdi i suoi nemici
e falli cadere;
confondi i loro intrighi,
frustra le loro manovre disoneste,
su di te sono riposte le nostre speranze,
oh, salvaci tutti!

I regali più preziosi che conservi,
sii disposto a riversarli su di lui;
possa regnare a lungo;
possa difendere le nostre leggi
e sempre darci l’occasione
di cantare col cuore e con la voce,
Dio salvi il Re!

Traduzione poetica

[4] Dio salvi il nostro re,
sia lunga vita al re,
Dio salvi il re!
A lui vittoria,
a lui la gloria,
regni su noi felice;
Dio salvi il re!

Sorgi o Signore,
fa' i suoi nemici
spersi cader;
frustra gli inganni,
scalza i lor piani,
con lui ch'è nostra speme
Tu ci salvi insiem!

Spargi o Signore
d'eletti doni
il suo regnar;
leggi ei difenda,
renda felici
chi canta con gran cuor,
Dio salvi il re!

Adattamenti stranieri

In Russia la stessa melodia venne adottata dal 1816 al 1833 col nome di "Bože, Zarja chrani!" (Dio salvi lo Zar). La Svizzera lo adottò col nome di "Rufst du mein Vaterland" fino al 1961, e il Liechtenstein, come membro superstite della vecchia Confederazione Tedesca lo utilizza ancora oggi come inno nazionale col nome di "Oben am jungen Rhein" (In alto lungo il giovane Reno). La melodia fu adottata persino negli Stati Uniti d'America come "God Save Washington" e poi nel 1832 come America, più conosciuta come "My Country, 'Tis of Thee" che fino al 1931 anno di adozione dell'inno attuale ("The Star-Spangled Banner") fu consuetudinariamente utilizzato come inno nazionale degli Stati Uniti. Inoltre è stato l'inno ufficiale, con la stessa melodia e con parole diverse (intitolato "Heil Dir im Siegerkranz") di Casa Hohenzollern come re di Prussia prima e come imperatori di Germania dopo, divenendo de facto l'inno nazionale del Secondo Reich dal 1871 al 1918. Ne esiste anche una versione francese dal titolo Grand Dieu Sauve le Roi, che secondo una certa tradizione sarebbe stata composta dal musicista barocco Jean Baptiste Lully per Luigi XIV, quindi prima di quello britannico, anche se non vi sono riscontri effettivi e documentali a tale teoria.

Versione di Benjamin Britten

Lo stesso argomento in dettaglio: God Save the Queen (Britten).
Benjamin Britten, l'autore dell'arrangiamento, nel 1968.

Nel 1962, per richiesta del noto Leeds Festival, il compositore, pianista e direttore d'orchestra Benjamin Britten compone una sua personale versione dell'inno ufficiale britannico, arrangiandolo per orchestra e coro e pubblicando come singolo insieme alla London Symphony Orchestra, per poi eseguirlo, insieme alla sua personale ouverture The Building of the House, nel 1967 insieme alla English Chamber Orchestra per l'apertura di due sale da concerto a Londra. Esso è ancora oggi suonato ai Proms trasmessi dalla BBC, durante la fine ed è stato definito ''Una straordinaria progressione dal pianissimo a forma di preghiera fino ad arrivare a un fortissimo corale''.[5]

Il testo tuttavia riprende quello della canzone originale, trasformandolo in tono solenne, come se fosse una preghiera:

God save our gracious Queen!
Long live our noble Queen,
God save the Queen!
Send her victorious,
happy and glorious,
long to reign over us,
God save the Queen!

O Lord, our God, arise,
scatter her enemies,
and make them fall.
Confound their politics,
frustrate their knavish tricks,
on Thee our hopes we fix,
God save us all.

Thy choicest gifts in store
on her be pleased to pour,
long may she reign!
May she defend our laws,
and ever give us cause
to sing with heart and voice,
God save the Queen!

Riprese e citazioni

Il compositore e violinista italiano Niccolò Paganini scrisse delle variazioni sul tema del brano.

Nell'opera Il viaggio a Reims (1825) di Gioacchino Rossini, Lord Sidney intona l'inno inglese durante una festa indetta dal Barone Trombonok, nella quale ognuno dei personaggi canta il proprio inno nazionale [6].

Gaetano Donizetti, nell'ouverture della sua opera Roberto Devereux ambientata in terra inglese, rielabora il tema dell'inno.

Giuseppe Verdi, nell'Inno alle Nazioni, inserisce l'inno inglese insieme alla Marsigliese ed all'Inno di Mameli.

God Save the Queen è sempre il titolo di un riadattamento questa volta di Brian May, che suona alla chitarra la melodia principale dell'inno, con una ricca armonizzazione ottenuta attraverso numerose sovraincisioni secondo il suo stile caratteristico; l'orchestrazione è completata da sottofondo di timpani e piatti. La cover fa parte dell'album A Night at the Opera (Queen, 1975).

Vasco Rossi termina la canzone Fegato, fegato spappolato riprendendo la canzone dei Sex Pistols.

Note

  1. ^ Britannica.
  2. ^ (EN) God Save the King, in Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. URL consultato il 10 settembre 2022.
  3. ^ Qual è stato il primo inno nazionale del mondo?
  4. ^ GOD SAVE THE KING, su lorien.it. URL consultato l'8 giugno 2017.
  5. ^ Benjamin Britten - The National Anthem, su boosey.com. URL consultato il 15 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2018).
  6. ^ Teatro alla Scala Archiviato il 30 settembre 2017 in Internet Archive. › includes › doc il libretto dell'opera

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Collegamenti esterni

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