Winnie the Pooh: differenze tra le versioni

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Versione delle 02:23, 15 apr 2019

Winnie the Pooh
Winnie the Pooh
Lingua orig.Inglese
AutoreA. A. Milne
EditoreThe Walt Disney Company (detentore del copyright sul personaggio ed editore di cartoni animati e fumetti)
1ª app.14 ottobre 1926
1ª app. inLe avventure di Winnie the Pooh
Editore it.Buena Vista Distribution (per i cartoni animati)
Voci orig.
Voci italiane
Caratteristiche immaginarie
Specieorso giocattolo
SessoMaschio
Luogo di nascitaBosco dei Cento Acri

«Oh Rabbia!»

Winnie the Pooh è un famoso orsacchiotto[1] protagonista della letteratura per ragazzi, inventato da A. A. Milne. Inizialmente tradotto con il nome italianizzato Ninni Puf, è anche noto come Winnie Puh, Winny Puh, Winnie Pooh e Winnie-the-Pooh (con trattini): quest'ultima è la prima forma adottata dalla Disney, mentre la seconda era quella italiana Disney originale[2][3].

Winnie Pooh apparve per la prima volta nel romanzo omonimo, pubblicato il 14 ottobre 1926, e in seguito in altri lavori di Milne. Dopo la morte di Milne, i diritti sui personaggi della serie furono ceduti alla Walt Disney, che ha realizzato numerosi film d'animazione e cartoni animati che vedono protagonisti Pooh e altri personaggi di Milne. Winnie Pooh è attualmente una delle principali icone dell'universo di Disney e uno dei suoi personaggi più redditizi.

Origine dei personaggi

I giocattoli originali di Christopher a cui si ispirano i personaggi di Winnie-the-Pooh, esposti al Donnell Library Center di New York

Winnie Pooh è un orso giallo (o più precisamente un orsacchiotto di pezza) che si occupa principalmente di mangiare miele e comporre poesie; vive in una vecchia quercia, e sulla sua porta è affisso un cartello con scritto "Mr. Sanders" (o meglio la più comune versione storpiata "Mr. Sanderz"); sebbene Winnie non risulti affatto chiamarsi "Sanders", Milne osserva che Pooh abita "sotto il nome di Sanders".

Il nome del personaggio deriva da quello di un orsacchiotto di pezza di Christopher, figlio di Milne. In principio, l'orsacchiotto di Christopher era chiamato "Edward" (nome a cui fa riferimento anche l'incipit del libro). In seguito, Christopher fu portato dal padre a visitare lo zoo di Londra, dove si trovava in quel periodo "Winnipeg", una cucciola d'orso che un ufficiale veterinario canadese di nome Colebourn aveva acquistato durante la prima guerra mondiale e poi donato allo zoo.[4] L'animale era diventato rapidamente il beniamino dei bambini londinesi ed era stato ribattezzato "Winnie" per il suo buon carattere. Christopher Robin si entusiasmò a tal punto per quel cucciolo che volle tornare numerose volte allo zoo e alla fine ribattezzò Winnie il proprio teddy bear. Milne iniziò allora a raccontare al figlio fiabe della buonanotte che vedevano Winnie protagonista. Da queste fiabe ebbe origine il nucleo di narrazioni su cui poi Milne basò la propria fortunata opera.

Il nome Pooh, invece, sarebbe il nome di un cigno incontrato da Christopher in un'altra occasione. Nel primo capitolo di "Winnie-the-Pooh" Milne spiega perché Winnie the Pooh è spesso chiamato semplicemente "Pooh":

«Ma le sue braccia erano così rigide... stavano dritte per aria per più di una settimana, e ogni volta che una mosca arrivava e si metteva sul suo naso doveva soffiarla via. E penso – ma non sono sicuro – che è per quello che è chiamato Pooh»

È comunque da ricordare che "poo" è anche il termine infantile inglese usato per indicare le feci[5]. Il significato dell'articolo "the" fra i due nomi (per cui il nome completo risulta essere "Winnie il Pooh") è una curiosità linguistica su cui Milne scherza, senza dare reali spiegazioni, nel primo libro di Pooh.

Gli altri pupazzi di Christopher stimolarono la fantasia di Milne e ben presto il mondo di Winnie si popolò di nuovi amici: Ih-Oh l'asinello, Pimpi il maialino, Tigro la tigre saltellante, la mamma-canguro Kanga e il suo piccolo Ro. Il coniglio Tappo, il gufo Uffa e il castoro De Castor esistevano invece solo nella fantasia di Christopher e del padre.

Il fatto che Winnie Pooh sia un giocattolo animato non viene mai menzionato esplicitamente nei lavori di Milne, ma risulta evidente dalle illustrazioni originali di Ernest Howard Shepard (che lo ritraggono con la forma tipica dell'orsacchiotto di pezza, con tanto di cuciture) e dal rapporto particolare che lega Pooh e Christopher.

I pupazzi originali di Christopher (Winnie the Pooh, Tigro, Ih-Oh, Cangu e Pimpi), a cui Milne si ispirò per creare i suoi racconti, sono esposti nella biblioteca pubblica di New York. Fino al 2008 sono rimasti negli edifici del Donnell Library Center [6], dopodiché (a causa della chiusura di questa struttura), sono stati spostati presso il complesso centrale (Stephen A. Schwarzman Building[7]).

La fortuna dell'opera

Il primo racconto su Winnie pubblicato da Milne fu la storia del volo dell'orsetto attaccato a un palloncino (in seguito divenuto l'episodio iniziale del libro), pubblicato nell'edizione natalizia del London Evening News. Altri episodi furono raccontati via radio. La risposta del pubblico fu talmente positiva che Milne fu spinto a raccogliere i suoi racconti migliori nella forma di un romanzo per bambini, Winnie the Puh, pubblicato nel 1926, che ebbe un grandissimo successo di pubblico e di critica.

Negli anni che seguirono Milne replicò con la pubblicazione della raccolta Now We Are Six e The House at Pooh Corner. Tutte le storie di Winnie scritte da Milne furono illustrate da Ernest H. Shepard, che per ispirarsi frequentò per qualche tempo la casa di Milne, avendo modo di osservare i pupazzi di Christopher Robin e il boschetto vicino alla casa (divenuto, nel romanzo, il Bosco dei Cento Acri).

Winnie-the-Pooh di Disney

Nel 1929, Milne vendette i diritti sui personaggi del Bosco dei Cento Acri a Stephen Slesinger. Nel 1961, tali diritti furono acquistati dalla Walt Disney, che fece di Pooh il protagonista di una serie di cartoni animati, inizialmente adattando le storie originali di Milne e in seguito creandone di nuove.

L'aspetto generale di Pooh di Disney deriva da quello delle illustrazioni di Shepard, ma i tratti sono semplificati. La Walt Disney produce oggi merchandising di Pooh sia nello stile dei cartoni animati sia nello stile di Shepard (etichettato come "Classic Pooh"). Complessivamente, Pooh rappresenta uno dei personaggi più redditizi della storia della letteratura. Libri, video, pupazzi e altri prodotti rendono alla Walt Disney oltre 1 miliardo di dollari all'anno, tanto quanto Topolino, Minnie, Paperino, Pippo e Pluto messi assieme.[senza fonte]

Lungometraggi

Cortometraggi

Serie animate

Film live action

Serie televisive live action

  • Welcome to Pooh Corner (1983-1986), serie televisiva americana in live action, andata in onda su Disney Channel e successivo adattamento in francese Les Aventures de Winnie l'ourson (1985-1988), andato in onda all'interno della trasmissione Le Disney Channel su France 3.

Apparizioni insolite

Winnie Pooh e gli altri personaggi di Milne sono stati utilizzati per spiegare la filosofia/religione taoista in due volumi di Benjamin Hoff (Il Tao di Puh e il seguito The Te of Piglet), nonché in altre opere di filosofia e satira.

Le storie di Pooh sono state tradotte in numerose lingue, tra cui il latino, a opera di Alexander Lenard: Winnie ille Pu (1958) divenne nel 1960 il primo best seller fra i libri in lingua straniera nella classifica del New York Times.

Il 17 luglio 2017 Winnie the Pooh viene bandito in Cina perché usato in alcuni meme per la somiglianza al presidente Xi Jinping. La vicenda era iniziata nel 2013, quando una fotografia di Xi e Barack Obama era stata affiancata e paragonata a una di Winnie the Pooh con il suo compagno Tigro. Da allora, l'immagine di Winnie the Pooh è stata usata da critici del governo: una famosa fotografia ritraeva il dissidente Liu Xiaobo e la moglie mentre brindavano con tazze con l'immagine dell'orsetto. Questi usi hanno portato le autorità cinesi a imporre ulteriori restrizioni contro film e altri prodotti con l'immagine disneyana di Winnie the Pooh.[8]

I libri di Pooh

I libri originali di Milne

Adattamenti

Il Pooh di Disney

  • Le storie golose di Winnie the Pooh, Disney Libri 2002.

Altri libri con Pooh

Giochi con Pooh

  • Le Pregiate Edizioni Cicogna, produttrici di giochi per bambini dal 1925 ormai cessate, produssero negli anni '50 un gradevole gioco da tavolo denominato: "Winny Puh l'Orsetto Ghiottone" basato su segnalini che scorrono l'avventura di Winnie e i suoi allegri compagni ritratti a colori sul coperchio attraverso il lancio dei dadi. Il gioco divenuto assai raro è oggetto di collezionismo. Ad esso molti altri se ne sono naturalmente aggiunti.

Il successo in Unione Sovietica

Un tram dedicato a Vinni-Puch presso il Parco Sokol'niki di Mosca.

Il personaggio, con il nome di Vinni-Puch (in russo Винни-Пух?), ha ottenuto grandissima popolarità in Unione Sovietica a cavallo tra gli anni sessanta e gli anni settanta, grazie alla traduzione di Boris Zachoder Vinni-Puch i vse vse vse (1960) e alla serie di cartoni animati diretti da Fëdor Chitruk per la Sojuzmul'tfil'm (1969-1972), nei quali l'orsacchiotto è doppiato dal famoso attore Evgenij Leonov.[9][10]

Note

  1. ^ Winnie-the-Pooh il lato oscuro dell’orsacchiotto, su LaStampa.it. URL consultato il 1º febbraio 2019.
  2. ^  Winny Puh orsetto ghiottone. URL consultato il 25 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2015). L'immagine è stata tratta da: disneyshorts.org
  3. ^  Troppo vento per Winny Puh. URL consultato il 25 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2015). L'immagine è stata tratta da: disneyshorts.org
  4. ^ (EN) Amelia Butterly, The bear which inspired Winnie the Pooh is actually a girl, su BBC Newsbeat, 11 luglio 2015. URL consultato il 15 aprile 2019.
  5. ^ Lemma: poo, su WordReference.com. URL consultato il 25 settembre 2018.
  6. ^ (EN) NYPL Locations, su New York Public Library. URL consultato il 26 aprile 2018.
  7. ^ (EN) Children's Center at 42nd Street, su New York Public Library. URL consultato il 26 aprile 2018.
  8. ^ Massimo Introvigne, "Giro di vite del PCC contro un altro xie jiao: Winnie-the-Pooh e i suoi amici", Bitter Winter, 6 dicembre 2018.
  9. ^ (RU) Наталия Смолярова, Детский «недетский» Винни-Пух, in Веселые человечки: культурные герои советского детства, Москва, Новое литературное обозрение, 2008, pp. 287-314, ISBN 978-5-86793-649-5.
  10. ^ (RU) Юрий Левинг, «Кто-то там все-таки есть...» Винни-Пух и новая анимационная эстетика, in Веселые человечки: культурные герои советского детства, Москва, Новое литературное обозрение, 2008, pp. 315-353, ISBN 978-5-86793-649-5.

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