Siganus rivulatus

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Siganus rivulatus
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseActinopterygii
SuperordineAcanthopterygii
OrdinePerciformes
FamigliaSiganidae
GenereSiganus
SpecieS. rivulatus
Nomenclatura binomiale
Siganus rivulatus
(Forsskål, 1775)
Sinonimi

Amphacanthus rivulata (Forsskål & Niebuhr, 1775)
Amphacanthus sigan (Klunzinger, 1871)
Amphacanthus siganus (Forsskål, 1775)
Scarus rivulatus (Forsskål & Niebuhr, 1775)
(ambiguo)

Scarus siganus (Forsskål, 1775)
(errore ortografico)

Siganus siganus (Forsskål, 1775)
Teuthis rivulata (Forsskål & Niebuhr, 1775)
Teuthis rivulatus (Forsskål & Niebuhr, 1775)
Teuthis sigan (Klunzinger, 1871)
Teuthis sigana (Forsskål, 1775)
Teuthis siganus (Forsskål, 1775)
(fonti: FishBase e WoRMS)

Nomi comuni

Pesce coniglio marmorizzato

Siganus rivulatus (Rüppell, 1828), noto in italiano come sigano[2], è un pesce osseo marino appartenente alla famiglia Siganidae.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questo pesce ha una sagoma ovale e corpo compresso lateralmente. La bocca è piccola (non raggiunge l'occhio) ma con labbra evidenti. Il muso è ottuso e rivolto in basso. Denti incisiviformi. Scaglie molto piccole e poco visibili. Pinna dorsale con una lunga parte anteriore a raggi spinosi acuti (di cui il primo brevissimo, rivolto anteriormente, e spesso infossato nella pelle) e una più breve posteriore a raggi molli. La pinna anale ha 7 raggi spinosi seguiti da raggi molli. I margini posteriori della pinna dorsale e della pinna anale sono dritti. La pinna caudale è incisa al centro. La colorazione è variabile, in genere più chiara che in Siganus luridus, grigiastra, verdastra o bruno chiara, più chiara sul ventre sul quale sono presenti delle linee longitudinali dorate (che però possono mancare). La livrea notturna è marmorizzata. L'iride dell'occhio è dorata[3][4][5].

La taglia massima nota è di 27 cm ma normalmente sui 20 cm[4].

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie vive nell'Oceano Indiano occidentale lungo la costa africana nonché nel mar Rosso e nel golfo di Aden. In seguito alla migrazione lessepsiana ha colonizzato la parte orientale del mar Mediterraneo. Attualmente (2015) è molto comune lungo le coste di Creta e continentali dalla Cirenaica all'isola di Rodi. Più raro sulle coste tunisine e della Grecia continentale. Segnalato anche nel mar Adriatico, lungo le coste di Croazia, Montenegro e Albania.[3][4][5][6]
Costiero, non si trova a più di 30 metri di profondità. Vive su fondi sabbiosi, specie se con copertura algale. Preferisce zone protette dalle onde.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Specie gregaria, si incontra di solito in gruppi di almeno 50 individui[4].

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

S. luridus ha una dieta erbivora si nutre (in Mediterraneo) soprattutto di alghe verdi e alghe rosse dei generi Ulva e Hypnea.[3][4].

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Avviene in primavera ed estate. Le uova e le larve sono pelagiche[3][4].

Pesca[modifica | modifica wikitesto]

La pesca a questa specie non ha un interesse rilevante anche se ne vengono catturate notevoli quantità con le reti da posta e con le reti da circuizione. Si è tentato, con buon successo, l'allevamento in piscicoltura[3][4].

Veleno[modifica | modifica wikitesto]

I raggi delle pinne sono velenosi, le punture sono molto dolorose ma non mortali[3].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie viene pescata in gran parte dell'areale ma le popolazioni non sembrano risentire di fenomeni di sovrapesca, per questo la IUCN considera questa specie a rischio minimo[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Siganus rivulatus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Denominazione obbligatoria in Italia per tutte le specie del genere Siganus ai sensi del DM 31 gennaio 2008
  3. ^ a b c d e f Scheda dal sito della CIESM, su ciesm.org. URL consultato il 01/01/2016.
  4. ^ a b c d e f g (EN) Siganus rivulatus, su FishBase. URL consultato il 01.01.2016.
  5. ^ a b Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, a cura di Trainito, Egidio, Milano, Il Castello, 2006, ISBN 888039472X.
  6. ^ Nuove specie in Adriatico: cosa fare come riconoscerle (PDF), in Quaderni Ricerca Marina, vol. 9, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, a cura di Trainito, Egidio, Milano, Il Castello, 2006, ISBN 888039472X.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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