Satiro in riposo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Satiro in riposo
Autoreda Prassitele
Data130 d.C. ca.
Materialemarmo bianco
UbicazioneMusei Capitolini, Roma

Copia romana di epoca imperiale, tratta da un originale greco del tardo classicismo. Risalente ca. 130 d.C. (la copia), al IV secolo a.C. (l'originale di Prassitele). Il Satiro in riposo, noto anche come Satiro anapauomenos (dalla lingua greca ἀναπαυόμενος, ἀναπαύω-a riposo) è una tipologia di statua generalmente attribuita originariamente all'antico scultore greco classico Prassitele. A tutt'oggi ne sono noti 115 esempi, di cui la copia più famosa è quella conservata ai musei capitolini a Roma.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Primo piano.

Viene rappresentato un giovane sileno[1], identificabile chiaramente dalle orecchie equine a punta (presenta anche una posa a chiasmo talmente accentuata che ha bisogno di un appoggio per risultare armonico) e dalla pardalide o "pelle di pantera" indossata: drappeggiata casualmente sulla spalla destra, attorno alla vita sinistra e dietro la schiena, di modo che la testa dell'animale selvaggio ricada sulla spalla destra e finisca col coprire parte del petto. L'espressione della testa animale è calma, come se dormisse.

Il corpo dell'adolescente è leggermente paffuto, emanante un senso d'inesperienza ma estremamente affascinante. La testa è leggermente inclinata verso sinistra rivolgendo verso lo spettatore un'espressione dolce, seria ed introversa ma con, al contempo, un accenno di sorriso.

Appoggia in atto di riposo il gomito destro su un tronco d'albero ed in una posizione alquanto instabile, mantenendo come supporto solamente la gamba sinistra. La sua gamba destra rimane piegata, col piede incuneato all'indietro fino a sfiorare il tallone sinistro.

In una serie di copie successive gli autori hanno aggiunto un oggetto che viene tenuto nella mano destra, solitamente un flauto di Pan, mentre quella sinistra si trova appoggiata al fianco tenendo così premuta la pelle di pantera.

I tratti del viso sono ben definiti ed il naso è leggermente arricciato e appiattito; i capelli sono folti, ricciuti e molto curati (ricordando in questo l'iconografia inerente alle divinità fluviali (di Fauno e Silvano), trattenuti sulla fronte da un cordoncino o da una corona, le orecchie ed il collo.

Attribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il "Satiro in riposo" (riposo del satiro) è tradizionalmente identificato con il satiro periboêtos[2] di cui parla Plinio il Vecchio nella sua Historia naturalis XXXIV, 69: Prassitele ha prodotto una scultura in bronzo di Liber, famosa divinità ebbra che i greci denominano satiro periboetos[3].

Lo studioso tedesco del XVIII secolo Johann Joachim Winckelmann l'ha intesa come celebre e famosa[4] e ciò difatti spiegherebbe il gran numero di esempi esistenti di essa, che ne hanno fatto uno dei tipi più popolari nell'intera area del Mediterraneo, più di un centinaio di cui quindici presenti solamente a Roma ed otto in Grecia[5].

Versioni[modifica | modifica wikitesto]

"Stagno del fauno" (1881), di Henryk Siemiradzki.

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

La statua ispira parte degli eventi dell'opera di Hawthorne Il fauno di marmo[6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Piuttosto che un satiro, per metà capra e per metà umano.
  2. ^ Traduzione di Marion Muller-Dufeu, La Sculpture grecque. Sources littéraires et épigraphiques, éditions de l'École nationale supérieure des Beaux-Arts, col. «Beaux-Arts histoire», París, 2002, ISBN 2-84056-087-9, no 1396, p. 485.»
  3. ^ "et Liberum patrum Ebriatem nobilemque una satyrum quem Græci periboeton cognominant"
  4. ^ "Tutto il mondo parla del suo Satiro, oggetto d'innumerevoli elogi (περιϐόητος)." - History of the Art of Antiquity
  5. ^ Bartman, p. 54.
  6. ^ Richard Gregg, Turgenev and Hawthorne: The Life-Giving Satyr and the Fallen Faun, The Slavic and East European Journal, Vol. 41, No. 2 (Summer, 1997), pp. 258-270.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Elisabeth Bartman, Ancient Sculptural Copies in Miniature, Columbia Studies in the Classical Tradition, vol. 19, Brill, Leyde, New York and Cologne, 1992 ISBN 978-90-04-09532-8.
  • Francis Haskell and Nicholas Penny, Taste and the Antique, Yale University Press, New Haven and London, 1981, p36.
  • (FR) Jean-Luc Martinez, "Les satyres de Praxitèle", in Praxitèle, Louvre exhibition catalogue, éditions du Louvre & Somogy, 2007, ISBN 978-2-35031-111-1, p. 236-291.
  • Brunilde Sismondo Ridgway, Fourth-Century Styles in Greek Sculpture, University of Wisconsin Press, Madison, 1997 ISBN 0-299-15470-X, p. 265-267.
  • (DE) Barbara Vierneisel-Schlörb, Glyptothek München. Katalog der Skulpturen, p32, p. 353-369.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Scultura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di scultura