Santuario di San Liberatore

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Santuario di San Liberatore vescovo e martire
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCampania
LocalitàAriano Irpino
Coordinate41°08′56.8″N 15°03′23.18″E / 41.14911°N 15.05644°E41.14911; 15.05644
Religionecattolica di rito romano
Titolaresan Liberatore
Diocesi Ariano Irpino-Lacedonia

Il santuario di San Liberatore è un edificio sacro ubicato circa km a sud-ovest del centro abitato di Ariano Irpino, nell'Appennino campano. Il santuario sorge nell'omonima contrada a un'altitudine di 505 m s.l.m.[1] su di un colle rivestito di oliveti[2]; la località è infatti interamente ricompresa nell'area di produzione dell'olio extravergine di oliva Irpinia - Colline dell'Ufita.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini del santuario sono assai antiche sebbene manchino attestazioni certe negli scritti medievali. Tuttavia fin dal Seicento è documentata la tradizione secondo cui l'edificio sarebbe stato eretto nel luogo del martirio, avvenuto agli inizi del IV secolo, di san Liberatore vescovo; le spoglie del santo, inizialmente sepolte in loco, sarebbero state poi traslate nella chiesa di Santa Sofia in Benevento (distante alcune decine di chilometri) per volontà del principe Arechi nel corso dell'VIII secolo[3]. In effetti in epoca longobarda il luogo sacro acquisì una certa rilevanza strategica in quanto ubicato lungo un antico tracciato che univa Benevento, capitale dell'omonimo ducato, al borgo fortificato di Ariano che i Longobardi stessi avevano fondato e che presto elevarono a sede di gastaldato[4].

Il santuario osservato dal retro

Pare che in prossimità del santuario fosse stato eretto anche un monastero benedettino, andato poi distrutto nel 1139[5] durante il vittorioso assedio normanno condotto da re Ruggero II al castello di Ariano (divenuto ormai sede dell'omonima contea), ove l'anno successivo vi dimorò e vi tenne le celebri Assise. Viceversa la chiesa di San Liberatore dovette mantenersi vitale, conservando la propria autonomia anche nei secoli successivi; i reperti più antichi esistenti all'interno del santuario, ossia le due statue lignee dei compatroni san Liberatore e sant'Elzeario, risalgono infatti al periodo compreso tra il Trecento e il Cinquecento[6] mentre fu solo dal 1451 che l'edificio sacro venne a costituire un santuario capitolare[7] alle dirette dipendenze della cattedrale di Ariano, il cui clero riservò comunque molte attenzioni al luogo sacro. Nel Cinquecento, allo scopo di agevolare l'imponente afflusso di pellegrini, si provvide a realizzare la fontana del Brecceto[8] quasi a metà strada tra il santuario e il centro abitato di Ariano, mentre nel 1670[6] il capitolo della cattedrale provvide ad ampliare la chiesa[7] al fine di assicurare le opportune cure pastorali al territorio rurale circostante.

La fontana del Brecceto lungo la via che conduce al santuario

Anche in epoca moderna la devozione popolare verso san Liberatore si è mantenuta su livelli assai elevati: nell'Ottocento è attestata la presenza di un'immensa quantità di ex-voto stipati all'interno del santuario mentre talune vestigia di fondamenta rinvenute nei pressi furono attribuite all'antico convento benedettino[5]. Il terremoto del 1930 causò danni strutturali piuttosto gravi che le successive riparazioni non furono in grado di risolvere in modo definitivo[8]; ad ogni modo la parrocchia di San Liberatore vescovo e martire fu formalmente istituita il 1º gennaio 1958. Il riconoscimento giuridico giunse il 20 maggio 1960[9], ma due anni più tardi l'ormai vecchissimo santuario fu irreparabilmente devastato[10] dal sisma del 1962.

Tra molte difficoltà, mentre i lavori di ricostruzione erano ancora alle fasi iniziali, nel 1977 la parrocchia poté riprendere le sue funzioni: essa si estende su 7 contrade e conta 243 famiglie per un totale di 790 abitanti[9]. Nel 1993, dopo varie vicissitudini, ebbe termine la ricostruzione del santuario, realizzata secondo rigidi criteri antisismici con forme più orizzontali e minore elevazione (fatta eccezione per il campanile); all'interno furono realizzate o restaurate diverse opere d'arte (statue, dipinti, vetrate) mentre la grande mole di ex-voto fu trasferita in due sale attigue[8]. Finalmente il 20 maggio 2006 con decreto del vescovo Giovanni D'Alise venne ufficialmente istituito il santuario diocesano di San Liberatore vescovo e martire con il titolo "Ut omnes unum sint"[9].

La contrada San Liberatore osservata dal Monte Creta

Il luogo sacro costituisce un'importante meta di pellegrinaggi soprattutto in occasione del 15 maggio (giorno della memoria liturgica di san Liberatore) e nella domenica successiva[5]; la prima domenica di settembre si festeggia invece san Vito martire, cui anticamente era dedicato un altare[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Istituto Geografico Militare, Carta topografica d'Italia - scala 1:100.000, M691, 4ª ed., foglio n.174 Ariano Irpino.
  2. ^ Archeoclub d'Italia (sede di Casalbore), Progetto itinerari turistici Campania interna - La Valle del Miscano, a cura di Nicola D'Antuono, Regione Campania, vol. 2, Avellino, 1995, p. 141.
  3. ^ Mario Vipera, Catalogus Sanctorum, Benevento, 1635.
  4. ^ Centro europeo di studi normanni, Gli statuti di Ariano, a cura di Gianfranco Stanco, Ariano Irpino, settembre 2012, ISBN 978-88-98028-08-5.
  5. ^ a b c Nicola Flammia, Storia della città di Ariano dalla sua origine sino all'anno 1893, Ariano di Puglia, Tipografia Marino, 1893, p. 38.
  6. ^ a b Ottaviano D'Antuono, Ariano Sacra - Itinerario alla scoperta dei principali edifici di culto cittadini, Ariano Irpino, Diocesi di Ariano Irpino - Lacedonia, Ufficio Diocesano Beni Culturali, 2011.
  7. ^ a b c Tommaso Vitale, Storia della regia città di Ariano e sua diocesi, Roma, Stamperia Salomoni, 1794, p. 285. URL consultato il 15 maggio 2018 (archiviato il 5 maggio 2016).
  8. ^ a b c Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia, Santuario di San Liberatore, a cura di don Donato Minelli, Ariano Irpino, 2006.
  9. ^ a b c San Liberatore Vescovo e Martire, su Diocesi di Ariano Lacedonia. URL consultato il 15 maggio 2018 (archiviato il 16 maggio 2018).
  10. ^ Carmine Iuorio, Ariano Irpino (mappa turistica), Ariano Irpino, 1996.

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