Ringarda (moglie di Pipino I)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Ringarda o Ingeltrude (805/10 – dopo il marzo 836) fu, come moglie di Pipino I, regina d'Aquitania, dall'822 all'838.

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Era, come risulta sia da un documento di Brioude[1] la figlia di Teodeberto, un nobile aquitano che secondo la Vita Hludowici Imperatoris[2], è il conte Teodoberto[3] di Madrie[4] ( † 775/85). Ringarda era la sorella di Roberto, signore di Sesseau, nel Berry, uno dei nobili più importanti alla corte del re d'Aquitania, Pipino I[5], che lo storico francese, Christian Settipani, esperto di genealogie, identifica con Roberto il Forte, futuro marchesa di Neustria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nell'822, Ringarda[1] (o Ingeltrude[6]) fu data in moglie a Pipino[3], il figlio secondogenito dell'imperatore Ludovico il Pio e di Ermengarda[7] (780-818), figlia del conte di Hesbaye[8], Ingramm (nipote di Rotrude, moglie di Carlo Martello) e di Edvige di Baviera.
Anche gli Einhardi Annales[4] ed i Miraculis Sancti Genulfi danno notizia del matrimonio e delle parentele di Ringarda[5].
Ringarda e Pipino I, sempre in quello stesso anno, dopo le nozze, andarono a prendere possesso del loro regno[3][4].

Il nome di Ringarda compare in un documento di Pipino I, datato marzo 836, in cui concede dei privilegi alla basilica di Saint-Julien de Brioude[1].

Secondo Ademaro di Chabanne, gli Annales Bertiniani ed il Chronicon Sancti Maxentii Pictavinis, il marito, Pipino I morì il 13 novembre 838[9], lasciando due figli, Pipino e Carlo[10]; Pipino fu sepolto nella chiesa di Santa Redegonda a Poitiers[11]. Secondo lo storico esperto di genealogie, Christian Settipani, Ludovico il Pio, alla morte di Pipino I, avocò all'impero il regno d'Aquitania e lo assegnò al quarto figlio, Carlo il Calvo, figlio della seconda moglie, Giuditta; ma i nobili di Aquitania proclamarono re il figlio di Pipino I, Pipino II.

Di Ringarda, dopo l'836, non si hanno più notizie e non si conosce l'anno della sua morte.
Anche Ringarda fu inumata a Poitiers, nella Chiesa di Santa Redegonda[1].

nella laude che l'Ermoldi Nigelli Carmina ha dedicato a Pipino I[12], Ringarda è ricordata col nome di Irmgart, da cui lo storico francese Christian Settipani ha dedotto che il nome nel manoscritto originale doveva essere Ringart[1].

Figli[modifica | modifica wikitesto]

Ingeltrude diede a Pipino I quattro figli[6][13]:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (EN) Foundation for Medieval Genealogy : Nobiltà carolingia - Rigardis
  2. ^ La Vita Hludowici Imperatoris sono due biografie, dalla nascita all'840, dell'imperatore Ludovico il Pio, scritte, in latino, da due monaci, uno anonimo, conosciuto come "l'Astronomo", mentre del secondo si conosce il nome: Thegano.
  3. ^ a b c (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Vita Hludovici imperatoris, Pag 626
  4. ^ a b c (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus I: Einhardi Annales, Pag 209 Archiviato il 28 settembre 2013 in Internet Archive.
  5. ^ a b (LA) Monumenta Germaniae historica, Scriptores, tomus XV Pars II- Miraculis Sancti Genulfi pagg 1206 e 1207 Archiviato il 9 ottobre 2015 in Internet Archive.
  6. ^ a b c (EN) Genealogy: Carolingi - Ingeltrude (Pepin I)
  7. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Thegani Vita Hludovici Imperatoris , Pag 591
  8. ^ L'Hesbaye era un'antica regione del Belgio, che comprendeva l'attuale provincia di Liegi e parte del Brabante Vallone, del Brabante Fiammingo, del Limburgo e di Namur.
  9. ^ (LA) Chronicon Sancti Maxentii Pictavinis , Pag 359
  10. ^ (LA) Annales de Saint-Bertin , Pag 28
  11. ^ (LA) Adémar de Chabannes, Chronique , Pag 31
  12. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Poetarum Latinorum Medii Aevi, Poetae Latini Aevi Carolini, tomus II: Ermoldi Nigelli Carmina, In Laudem Pipini Regis , Pag 79 e seguenti
  13. ^ a b c (EN) Foundation for Medieval Genealogy : Re d'Aquitania - Rigardis
  14. ^ a b (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Vita Hludovici imperatoris , Pag 645

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura storiografica[modifica | modifica wikitesto]

  • René Poupardin, I regni carolingi (840-918), in «Storia del mondo medievale», vol. II, 1999, pp. 583–635

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]