Renoul d'Angoulême

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Ranulfo
Le contee di Périgord e di Agen e d'Angoulême
Conte d'Angoulême e di Périgord
Stemma
Stemma
In carica962 -
975
PredecessoreGuglielmo III
SuccessoreRiccardo Insipiens
Altri titoliConte di Agen
Morte27 luglio 975
DinastiaTagliaferro
PadreBernardo di Périgord
MadreGarsenda

Ranulfo Tagliaferro o Ranolfo detto Bompar, conte d'Angoulême, di Périgord e di Agen (... – 27 luglio 975) fu conte d'Angoulême di Périgord e di Agen dal 962 alla sua morte.

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Sia secondo il monaco e storico, Ademaro di Chabannes, che secondo la Historia Pontificum et Comitum Engolismensis, Guglielmo detto Talerandus era il figlio maschio secondogenito del conte d'Angouleme di Périgord e di Agen, Bernardo[1][2] e della sua seconda moglie, Garsenda, come ci viene confermato dal documento n° I del Instrumenta sarlatensis Ecclesiae[3], di cui non si conoscono gli ascendenti.
Sia secondo il monaco e storico, Ademaro di Chabannes, che secondo la Historia Pontificum et Comitum Engolismensis, Bernardo di Périgord era l'unico figlio del conte di Périgord e di Agen, Guglielmo I[4][5] e della moglie, Regelinda, la figlia del conte di Quercy, conte di Tolosa e anche conte di Rouergue, Raimondo I e della moglie, Berta[4][6].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Verso il 940, secondo il documento n° I del Instrumenta sarlatensis Ecclesiae, suo padre, Bernardo fece restaurare l'abbazia di Sarlat, con il consenso della seconda moglie, Garsenda, e Ranulfo, assieme ad altri fratelli e fratellastri (firmavit, Guillelmi, Arnaldi, Gauberti, Bernardi, Ramnulphi, Alduini, Gaufredi, Heliæ, Amalgerii, Fulcherii, Odolrici), fu tra coloro che controfirmarono l'atto di donazione[3].

Suo padre, Bernardo, secondo la Historia Pontificum et Comitum Engolismensis, collaborava col cugino Guglielmo II detto Tagliaferro, conte d'Angouleme[7], e quando Guglielmo II detto Tagliaferro morì verso il 945 e fu tumulato nell'Abbazia di San Cybard[1], ancora secondo Ademaro di Chabannes, gli succedette Bernardo[8], già conte di Périgord[1], e dopo di lui furono conti di Angouleme quattro dei suoi figli[1].

Non si conosce la data esatta della morte di suo padre, Bernardo, avvenuta verso il 950[9].
Gli succedette il figlio di primo letto, Arnaldo Barnaba, sia in Angouleme[1], che in Périgord[2].

Di Arnaldo Barnaba non si hanno molte notizie; morì senz'altro prima del fratello Guglielmo, che morì il 6 agosto 962. Sia Ademaro di Chabannes, che la Historia Pontificum et Comitum Engolismensis ci confermano che fu sepolto nell'Abbazia di San Cybard, Angoulême[1][2].
Ad Arnaldo Barnaba succedette il fratello, Guglielmo, come Guglielmo III, sia in Angouleme[1], che in Périgord[2].

Di Guglielmo si conosce la data della morte, che secondo gli Annales Engolismenses, morì il 6 agosto 962 (962. Willelmus comes Egolismensis Talerandus obiit 8 Id Aug)[10].
A Guglielmo succedette Ranolfo, fratellastro di Guglielmo, sia in Angouleme[1], che in Périgord[2].

Ranolfo, secondo gli Annales Engolismenses, morì il 27 luglio 975 (975. Ramnulfus comes Egolismensis gladio interfectus est 6. kal. Aug.)[10]; sia Ademaro di Chabannes che la Historia Pontificum et Comitum Engolismensis riportano la morte Ranolfo, avvenuta combattendo contro Arnoldo Manzer, figlio illegittimo di Guglielmo II Tagliaferro[2][11].
Ancora secondo Ademaro di Chabannes, a Ranolfo succedette il fratello Riccardo detto l'Insipiente[1], sia in Angoulême, che in Périgord; ma dalla contea d'Angouleme fu scacciato poco tempo dopo da Arnoldo Manzer[11], che gli succedette come conte d'Angouleme, come successore di Guglielmo II Tagliaferro[2][11]. Riccardo nella contea di Perigord, invece fu esautorato dalla sorellastra, Emma ( † dopo il 988), che aveva sposato il conte de La Marche, Bosone I[12].

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Di Renoul non si conosce alcuna moglie, e di lui non si conosce alcuna discendenza[13].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura storiografica[modifica | modifica wikitesto]

  • Louis Halphen, Francia: gli ultimi Carolingi e l'ascesa di Ugo Capeto (888-987), in «Storia del mondo medievale», vol. II, 1979, pp. 636–661

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore conte d'Angouleme Successore
Guglielmo III 962–975 Riccardo Insipiens