Pseudastacus
Pseudastacus | |
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Pseudastacus pustulosus | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Phylum | Arthropoda |
Subphylum | Crustacea |
Classe | Malacostraca |
Ordine | Decapoda |
Sottordine | Astacidea |
Superfamiglia | Nephropoidea |
Famiglia | Stenochiridae |
Genere | Pseudastacus Oppel, 1861 [1] |
Lo pseudastaco (gen. Pseudastacus) è un crostaceo estinto, appartenente ai decapodi. Visse nel Giurassico superiore (circa 150 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Germania.[1]
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Questo crostaceo era lungo poco più di 5 centimetri, e l'aspetto era molto simile a quello di un gambero di fiume attuale. Il corpo era piuttosto allungato, ricoperto da un carapace ornato da solchi e da un fitto sistema di piccoli tubercoli. La parte anteriore del carapace si protendeva in un paio di strutture allungate e appuntite poste sopra gli occhi, dotate di una serie di piccole spine inferiori. Il primo paio di appendici toraciche era molto allungato e forte, fornito di due lunghe chele ulteriormente strette e allungate.
Classificazione[modifica | modifica wikitesto]
Pseudastacus venne descritto originariamente nel 1839 da Muenster, sotto il nome di Bolina pustulosa, sulla base di fossili provenienti dal giacimento di Solnhofen. Solo successivamente Oppel, nel 1861, attribuì correttamente i fossili a un nuovo genere, Pseudastacus appunto. Come indica il nome, questi animali avevano una stretta parentela con gli astacidi, o gamberi di fiume, ma conservano alcune caratteristiche primitive.
Di Pseudastacus si conoscono due specie, entrambe del Giurassico superiore tedesco: P. pustulosus, la specie tipo, e P. minor.[1] Altri resti fossili provenienti dal Cretaceo del Libano e attribuiti originariamente a Pseudastacus sono stati in seguito interpretati come fossili di altri generi di crostacei, come Homarus e Carpopenaeus. Nel 1862 Oppel descrisse un'altra specie del Giurassico tedesco, P. muensteri, sulla base di alcune differenze rispetto a P. pustulosus: la nuova specie era più piccola e possedeva chele più sottili. Studi più recenti hanno determinato che le differenze tra i due animali sono dovute in realtà a un esempio di dimorfismo sessuale: si suppone che la forma più grande (P. pustulosus) fosse il maschio, e che P. muensteri fosse la femmina. Altri crostacei ritrovati a Solnhofen mostrano lo stesso tipo di dimorfismo sessuale, come Mecochirus e Cycleryon.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c (EN) Pseudastacus, su paleodb.org, The Paleobiology Database. URL consultato il 16 maggio 2013.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Münster G. von 1839. Decapoda Macroura. Abbildung und Beschreibung der fossilen langschwänzigen Krebse in den Kalkschiefern von Bayern. Beitr. Petrefactenkde 2: 1-88.
- Oppel A. 1861. Die Arten der Gattungen Eryma, Palaeastacus, Magila und Etallonia. Jh. Ver. vaterl. Naturk. Württ. 17: 355-361.
- Oppel A. 1862. Über jurassische Crustaceen. Palaeont. Mitt. 1: 1-120.
- Alessandro Garassino & Günter Schweigert. 2006. "The Upper Jurassic Solnhofen decapod crustacean fauna: review of the types from old descriptions. Part I. Infraorders Astacidea, Thalassinidea, and Palinura". Memorie della Società Italiana di Scienze Naturali e del Museo Civico di Storia Naturale di Milano 34.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pseudastacus
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Pseudastacus, su Fossilworks.org.