Progetto:WikiDonne/Donne in architettura

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WikiProgetto Donne in architettura

"Signelinna", costruzione residenziale nella città di Pori (Finlanda) disegnata dall'architetta Signe Hornborg (1862–1916)

Le donne in architettura appaiono nei documenti per molti secoli, sia come professioniste (o dilettanti), che come educatrici e clienti. Nel momento in cui l'architettura viene organizzata come professione nel 1857, il numero delle donne in architettura diminuisce. Alla fine del 19 ° secolo, a partire dalla Finlandia, alcune scuole di architettura in Europa iniziano ad ammettere le donne nei loro programmi di studio. Nel 1980 M. Rosaria Piomelli, nata in Italia, diventa la prima donna a ricoprire un ruolo importante in una scuola di architettura negli Stati Uniti, come Decano del City College di New York School of Architecture. [1] Tuttavia, solo negli ultimi anni le donne iniziano ad ottenere un riconoscimento più ampio, tra cui la vittoria di 2 premi Pritzker a partire dalla fine del millennio (Zaha Hadid nel 2004 e Kazuyo Sejima nel 2010). Nonostante il fatto che circa il 40% dei laureati in architettura nel mondo occidentale sono donne, si stima che non più del 12% sono registrate all'albo ed esercitano la professione di architetto. [2][3]

I primi esempi[modifica wikitesto]

Due europee si distinguono come primi esempi di donne che giocano un ruolo importante in architettura e progettazione. In Francia, Katherine Briçonnet (ca. 1494-1526) è stata influente nella progettazione del castello di Chenonceau nella Valle della Loira, supervisione dei lavori di costruzione tra il 1513 e il 1521 e prendendo importanti decisioni architetturali, mentre il marito era via combattendo nelle guerre d'Italia.[4] In Italia, Plautilla Bricci (1616-1690) lavorò a cappelle e palazzi vicino a Roma, da sola e con il fratello Basilio.[5]

In Gran Bretagna, ci sono prove che Lady Elizabeth Wilbraham (1632-1705) ha studiato l'opera dell'architetto olandese Pieter Post, così come quella di Palladio nel Veneto e il Stadtresidenz a Landshut, in Germania.[6] E' stata presentata come l'architetto di Wotton House nel Buckinghamshire e di molti altri edifici. E' stato anche suggerito che lei avesse istruito Sir Christopher Wren. Wilbraham ha dovuto utilizzare architetti maschi per supervisionare i lavori di costruzione.[7] In seguito a recenti ricerche, compresa quella di John Millar[7] si ipotizza che Wilbraham potrebbe aver progettato un massimo di 400 edifici, tra cui 18 chiese di Londra, in precedenza attribuite al suo allievo di Sir Christopher Wren.

Verso la fine del 18° secolo, un'altra inglese, Mary Townley (1753-1839), allieva dell'artista Sir Joshua Reynolds, ha progettato diversi edifici a Ramsgate, in Inghilterra sud-orientale, tra cui Townley House, considerato un gioiello architettonico.[8] Sarah Losh (1785-1853) era una proprietaria terriera inglese di Wreay. E' stata descritta come un genio romantico perduto, antiquaria, architetta e visionaria. Il suo lavoro principale è stato la Chiesa di Santa Maria (Wreay), in Cumbria, ma ha costruito anche altri edifici e monumenti associati.[9][10][11]

Statistiche[modifica wikitesto]

Non è facile trovare statistiche affidabili sul posto delle donne nell'architettura nel mondo. Molte delle informazioni sono datate e alcune si basano su sondaggi che invitano a risposte ma senza alcuna garanzia di una copertura completa.

Europa

Nel 2010, un'indagine condotta dal Consiglio degli architetti d'Europa in 33 paesi, ha rilevato che gli architetti erano 524.000, di cui il 31% erano donne. Tuttavia le proporzioni differivano ampiamente da paese a paese. I paesi con la percentuale più alta di architetto donne sono stati Grecia (57%), Croazia (56%), Bulgaria (50%), Slovenia (50%) e Svezia (49%), mentre quelli con la percentuale più bassa Slovacchia (15%), Austria (16%), Paesi Bassi (19%), Germania (21%) e Belgio (24%). Oltre 200.000 architetti europei si trovano in Italia o in Germania, dove la percentuale di donne è rispettivamente del 30% e del 21%. [12]

Australia

Uno studio condotto in Australia nel 2002 ha indicato che le donne costituiscono il 43% degli studenti di architettura mentre la loro rappresentanza nella professione variava dall'11,6% nel Queensland al 18,2% nel Victoria. Dati australiani più recenti, raccolti e analizzati nell'ambito del progetto di ricerca Equity and Diversity in the Australian Architecture Profession, mostrano che qualsiasi misura viene presa dalle donne, esse continuano a scomparire dalla professione.[13] Le donne hanno costituito oltre il 40% dei laureati in architettura australiani per oltre due decenni, ma sono solo il 20% degli architetti registrati in Australia.[14][15][16][17]

Sudafrica

Nel 2016 solo il 21% dei professionisti dell'architettura registrati in Sud Africa erano donne. Un sondaggio dell'istituto SA Institute of Architects Eastern Cape ha mostrato che nel 2014 solo il 29% degli studenti di architettura laureati alla Nelson Mandela Metropolitan University erano donne.[18]

Gran Bretagna

Un sondaggio del Regno Unito nel 2000 ha affermato che il 13% degli architetti praticanti erano donne, sebbene le donne costituissero il 38% degli studenti e il 22% del personale docente.[19] I dati del Fees Bureau nel novembre 2010 hanno mostrato, tuttavia, che solo il 19% degli architetti professionisti erano donne, un calo del 5% dal 2008.[20]

Stati Uniti

Negli Stati Uniti, il National Architectural Accrediting Board ha riferito nel 2009 che il 41% dei laureati in architettura erano donne, mentre l'AIA National Associates Committee Report del 2004 indica la percentuale di architetto donna con licenza del 20%. Nel 2003, uno studio dell'AIA Women in Architecture ha rilevato che le donne rappresentavano il 27% del personale negli studi di architettura statunitensi.[21] Nel 2005 il titolo onorifico di Fellow of the American Institute of Architects (FAIA) era detenuto da 174 donne e 2.199 uomini, ovvero circa l'8%.[22]

Italia

Lista architette[modifica wikitesto]

Lista di donne in architettura

  1. ^ rosaria_piomelli, su digital-archives.ccny.cuny.edu, 24 ottobre 1937.
  2. ^ Garry Stevens, Women in Architecture, su archsoc.com.
  3. ^ Suzanne Stephens, "Not Only Zaha. What is it like to be a female architect with a solely owned firm in the U.S. today?", Architectural Record, Dicembre 2006., su archrecord.construction.com.
  4. ^ (FR) M. E. Aubry-Vitet, "Chenonceau", in Revue des deux mondes, no 69 (1867), p.855
  5. ^ Clara Erskine Clement Waters, Women in the Fine Arts: From the Seventh Century B.C. to the Twentieth Century A.D., Public domain, Houghton, Mifflin, 1904, 63–.
  6. ^ John Millar The first woman architect, The Architects' Journal, 11 novembre 2010. Accesso 16 aprile 2012.
  7. ^ a b Jay Merrick Elizabeth Wilbraham, the first lady of architecture, The Independent, 16 febbraio 2011. Accesso 16 aprile 2012.
  8. ^ Paul Nettleingham, "Townley House in Ramsgate", Michaels Bookshop Ramsgate. Accesso 16 aprile 2012.
  9. ^ St Mary's Church Wreay (Accesso settembre 2012)
  10. ^ Jenny Uglow, The Pinecone, Faber and Faber (2012)
  11. ^ J.B. Bullen, Sara Losh: Architect, Romantic, Mythologist in The Burlington Magazine, Vol. 143, No. 1184, novembre 2001, pp. 676-684
  12. ^ "The Architectural Profession in Europe 2010", Architects' Council of Europe, accesso 24 aprile 2012
  13. ^ Research - Parlour, su archiparlour.org.
  14. ^ The 'half-life' of women architects - Parlour, su archiparlour.org, 14 settembre 2013.
  15. ^ Gill Matthewson, Updating the numbers, part 1: at school - Parlour, su archiparlour.org, 29 gennaio 2013.
  16. ^ Gill Matthewson, Updating the numbers, part 2: at work - Parlour, su archiparlour.org, 26 gennaio 2013.
  17. ^ Gill Matthewson, Updating the numbers, part 3: Institute membership - Parlour, su archiparlour.org, 10 febbraio 2013.
  18. ^ Only 21% of SA architects are women - what can be done?, su property24.com, Property24, 25 August 2016.
  19. ^ Karen Burns, "Women in architecture", ArchitectureAU. Retrieved 24 April 2012.
  20. ^ Chrissi McCarthy, "Alarm as number of women architects falls for first time in nearly a decade", Constructing Equality, 11 November 2010. Retrieved 24 April 2012.
  21. ^ Alexis Gregory, "Calling All Women: Finding the Forgotten Architect", AIArchitect, November 12, 2009. Retrieved 24 April 2012.
  22. ^ Structural inequality : black architects in the United States, Lanham, Md., Rowman & Littlefield, 2006, 26, ISBN 978-0742545830.

Voci correlate[modifica wikitesto]