Prionops plumatus

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Averla dall'elmo crestalunga
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
SuperclasseTetrapoda
ClasseAves
SottoclasseNeornithes
SuperordineNeognathae
OrdinePasseriformes
SottordineOscines
FamigliaVangidae
SottofamigliaPrionopinae
GenerePrionops
SpecieP. plumatus
Nomenclatura binomiale
Prionops plumatus
(Shaw, 1809)
Sinonimi

Prionops plumata

L'averla dall'elmo crestalunga (Prionops plumatus (Shaw, 1809)) è un uccello passeriforme della famiglia Vangidae[2].

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Esemplare impagliato.
Esemplare con cresta eretta in Gambia.

Il nome scientifico della specie, plumatus, deriva dal latino e significa "munito di piume", in riferimento alla cresta erettile sulla testa.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Misura 19–25 cm di lunghezza, per 25-49 g di peso[3].

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di uccelli dall'aspetto robusto, muniti di grossa testa squadrata e allungata, becco conico forte e appuntito, ali arrotondate, coda mediamente lunga e dall'estremità squadrata e zampe forti e grosse, anche se non molto lunghe: caratteristica di questi animali è la presenza di penne allungate su fronte e vertice, che formano una cresta erettile ben visibile quando l'animale è curioso o eccitato.

Il piumaggio è grigio-biancastro su buona parte della testa, gola, petto, ventre e sottocoda, con sfumature beige sulla testa (dove fronte e vertice sono più scuri e tendenti al grigio-brunastro chiaro, mentre tempie e nuca sono di color grigio argenteo) e sul petto: sulla nuca è presente una banda di colore bruno scuro a forma di mezzaluna, la quale va a formare due basette nere ai lati del collo, alla base della testa. Ali, dorso e coda sono di colore nero, le prime con copritrici dall'orlo bianco e la seconda con superficie inferiore bianca.

Il becco è di colore nerastro, le zampe sono di color carnicino-rosa brillante, e gli occhi sono piuttosto grandi e di colore giallo chiaro, con cerchio perioculare esteso e glabro, a forma di margherita, di colore giallo.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Gruppo nel parco nazionale Kruger.
Esemplare con cresta eretta nel parco nazionale del delta del Saloum.
Esemplare nel parco nazionale Marakele.
Esemplare al suolo nel parco nazionale Etosha.

Si tratta di uccelli dalle abitudini di vita essenzialmente diurne, che vivono in gruppi a base familiare che comprendono una coppia riproduttrice coi figli di più covate, contando una decina di individui.
I vari membri di un gruppo passano la maggior parte della giornata alla ricerca di cibo al suolo o fra i cespugli, tenendosi in costante contatto vocale mediante richiami alti ed aspri mediante i quali vengono regolati anche i rapporti gerarchici fra i vari membri[3]: durante la notte, i gruppi cercano riparo fra la vegetazione arborea.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

L'averla dall'elmo crestalunga si nutre principalmente di insetti ed altri invertebrati e delle loro larve (i soli bruchi costituiscono da soli quasi la metà della loro dieta[3]), ma anche di piccoli vertebrati, come rettili e topi di piccole dimensioni: questi uccelli, inoltre, possono sporadicamente nutrirsi anche di frutta e bacche.

Questi uccelli catturano le prede in maniera simile alle averle nostrane, appostandosi in agguato su rami in evidenza e planando su di esse dall'alto, trattenendole con le zampe robuste e finendole col becco affilato, per poi consumarle dopo averle portate su di un posatoio elevato.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di uccelli monogami, che sono virtualmente in grado di riprodursi durante tutto l'arco dell'anno, pur mostrando picchi delle schiuse fra marzo e luglio ed ottobre e dicembre[3].

Il nido viene costruito dalla femmina nel folto della vegetazione arbustiva, intrecciando a forma di coppa profonda rametti e fibre vegetali: al suo interno, essa depone 3-5 uova, che provvede a covare per poco più di due settimane, al termine delle quali schiudono pulli ciechi ed implumi.
I nidiacei vengono accuditi da ambedue i genitori, spesso con la cooperazione degli altri membri del gruppo (che sono in genere i fratelli maggiori dei pulli, nati in stagioni riproduttive precedenti): in tal modo, essi s'involano attorno alle tre settimane di vita, pur rimanendo col gruppo ancora per un certo periodo di tempo prima di allontanarsene definitivamente.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Esemplare sul Lago Nakuru.
Esemplare nel KwaZulu-Natal.

L'averla dall'elmo crestalunga è diffusa in un'ampia porzione dell'Africa subsahariana, occupando un areale che si estende attraverso gran parte del Sahel dalla Senegambia al Somaliland attraverso Guinea, Mauritania meridionale, Mali sud-occidentale, Burkina Faso, nord di Costa d'Avorio e Ghana, Benin, Togo, Nigeria, Camerun centrale e settentrionale, Repubblica Centrafricana, Ciad meridionale, Sudan meridionale e Sudan del Sud, e da qui a sud attraverso Etiopia, Uganda, Ruanda, Burundi, Kenya, Tanzania, Congo orientale e meridionale (Katanga), Zambia, Angola centrale, nord di namibia e Botswana, Zimbabwe, Zambia, Mozambico centrale e meridionale, Swaziland e Sudafrica settentrionale e nord-orientale.

L'habitat di questi uccelli è rappresentato dalla savana alberata e cespugliosa e dalle foreste subtropicali e tropicali secondarie secche: durante la stagione degli amori, questi animali divengono maggiormente frequenti nelle foreste di Baikiaea[3].

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Se ne riconoscono sei sottospecie[2]:

Femmina impagliata della sottospecie poliocephalus.

Alcuni autori riconoscerebbero inoltre le sottospecie adamauae del Camerun centrale (sinonimizzata con concinnatus), melanopterus dell'Etiopia sud-orientale (sinonimizzata con vinaeigularis) ed angolicus dell'Angola settentrionale (sinonimizzata con talacoma)[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) BirdLife International 2016, Prionops plumatus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Vangidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 27 novembre 2018.
  3. ^ a b c d e f (EN) White-crested Helmetshrike (Prionops plumatus), su Handbook of the Birds of the World. URL consultato il 4 febbraio 2018.

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