Porporano
Porporano frazione | |
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Chiesa di San Pietro | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Provincia | Parma |
Comune | Parma |
Territorio | |
Coordinate | 44°45′15.2″N 10°20′58.8″E |
Altitudine | 84 m s.l.m. |
Abitanti | 1 104[2] |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 43123 |
Prefisso | 0521 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
Porporano è una frazione del comune di Parma, appartenente al quartiere Cittadella.
La località è situata 5,82 km a sud del centro della città.[1]
Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]
La frazione sorge in posizione pianeggiante sulla sponda destra del torrente Parma[3] ed è attraversata da sud a nord dal canale Maggiore.[4]
Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]
La località, nota in epoca medievale come Purpurano,[5] secondo la tradizione deriverebbe il suo nome dalla presenza di un'antica tintoria di porpora.[3]
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Le più antiche tracce della presenza umana nella zona di Porporano risalgono all'età del bronzo.[6]
Il territorio risultava abitato anche in epoca romana.[7]
Il borgo fu fondato in epoca altomedievale; la più antica testimonianza della sua esistenza risale all'860, quando Porporiano fu citata in un atto di vendita di alcune terre da parte dell'arciprete della cattedrale di Parma Rimperto a suo nipote Stefano, suddiacono.[4][8]
La località fu menzionata anche in altri documenti del secolo seguente, tra cui un rogito del 918, una donazione del 919 e un atto di vendita del 924.[4]
Nel 962 Purpuriano fu citata con altre località nell'atto, di dubbia autenticità, in cui l'imperatore del Sacro Romano Impero Ottone I di Sassonia riconobbe al vescovo di Parma Oberto l'autorità, oltre che sulla città, anche su 3 miglia di contado intorno a essa;[9] il borgo fu nuovamente indicato come confine meridionale del territorio soggetto all'autorità vescovile di Parma nel 989, nell'atto di conferma da parte dell'imperatore Ottone III di Sassonia.[4]
In quei secoli fu edificata la pieve romanica dedicata a san Pietro, menzionata per la prima volta nel 1005 nell'Ordo Archipresbiterorum Plebium voluto dal vescovo Sigifredo II.[5]
La zona di Porporano rimase soggetta a lungo all'autorità vescovile di Parma e successivamente a quella comunale.[4]
Nel 1403 i Rossi avviarono i lavori di costruzione di un castello in adiacenza alla torre della chiesa; la notizia giunse a Ottobuono de' Terzi,[10] che l'anno successivo si impadronì con la forza delle torri dei Catellani, dei Guazzardi e dei Valeriani di Porporano, inutilmente difese anche dagli abitanti di Alberi.[11] Nei mesi seguenti Porporano, Panocchia, Alberi, Felino, Vigatto, San Michele Tiorre, Tiorre, Mamiano, Lesignano e altre località rossiane subirono numerose incursioni e scorrerie da parte dei Terzi, che nel 1405 incaricarono Pietro da Vianino di attaccare e distruggere i manieri di Mamiano, Alberi e Porporano, considerati troppo vicini alla città.[12]
Nel 1494 a sud del borgo, nella località che successivamente sarebbe diventata nota come Follo[N 1], fu edificata sul canale Maggiore la più antica cartiera di tutto il Parmense.[4]
Per effetto dei decreti napoleonici, nel 1806 la località divenne frazione del nuovo comune (o mairie) di Marore,[13] che fu sciolto nel 1870 e inglobato in quello di San Lazzaro Parmense, a sua volta assorbito da quello di Parma nel 1943.[14]
Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]
Chiesa di San Pietro[modifica | modifica wikitesto]
Menzionata per la prima volta nel 1005, la pieve romanica fu danneggiata nel 1405 dai Terzi durante l'attacco all'adiacente castello; modificata nel 1798, fu quasi completamente ricostruita in stile neobizantino nel 1914 su progetto dell'architetto Camillo Uccelli, che riedificò la facciata, il campanile e tre delle cappelle laterali.[5][15]
Castello[modifica | modifica wikitesto]
Edificato dai Rossi nel 1403 in adiacenza alla chiesa di San Pietro, fu distrutto per volere dei Terzi nel 1405 e mai più ricostruito.[16]
Villa Simonetta[modifica | modifica wikitesto]
Costruita in stile neoclassico nella seconda metà del XVIII secolo dai conti Simonetta, la villa appartenne in seguito ai conti Simonetta-Sanvitale, ai conti Del Bono e ai marchesi Solari-Del Bono; circondata da un ampio parco con giardino alla francese, la struttura, caratterizzata dalle due facciate timpanate uguali e contrapposte con portico e loggiato sovrastante, presenta anche sfarzosi interni su tre livelli completamente affrescati. Sul confine meridionale del parco sorge l'oratorio dell'Addolorata, eretto nel 1879 in forme neogotiche per volere dei conti Simonetta.[17][18]
Note[modifica | modifica wikitesto]
Esplicative[modifica | modifica wikitesto]
- ^ da Fulum a papiro, ossia "cartiera"
Bibliografiche[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b La Frazione di Porporano, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 20 febbraio 2017.
- ^ [1]
- ^ a b Zuccagni-Orlandini, p. 499.
- ^ a b c d e f Dall'Aglio, pp. 766-767.
- ^ a b c Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti, p. 51.
- ^ Archeologia medievale, p. 560.
- ^ Catarsi, Anghinetti, Bedini, p. 2.
- ^ Affò, p. 286.
- ^ Affò, pp. 240-241.
- ^ Pezzana, p. 45.
- ^ Pezzana, p. 62.
- ^ Pezzana, pp. 75-78.
- ^ Catarsi, Anghinetti, Bedini, p. 76.
- ^ Storia dei comuni, su elesh.it. URL consultato il 20 febbraio 2017.
- ^ Chiesa di San Pietro "Porporano, Parma", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato l'11 aprile 2017.
- ^ Pezzana, pp. 45, 77-78.
- ^ Villa Simonetta, su goldengreen.mysupersite.it.spazioweb.it. URL consultato il 20 febbraio 2017.
- ^ Dall'Aglio, p. 770.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo primo, Parma, Stamperia Carmignani, 1792.
- Archeologia medievale, V, Firenze, All'Insegna del Giglio, 1978, ISBN 978-88-7814-437-8.
- Manuela Catarsi, Cristina Anghinetti, Elena Bedini, L'insediamento di Marore (Comune di Parma) tra Longobardi e Franchi (PDF), in Atti IV Convegno Nazionale FederArcheo, Cosenza, 2013. URL consultato il 20 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2016).
- Italo Dall'Aglio, La Diocesi di Parma, II Volume, Parma, Scuola Tipografica Benedettina, 1966.
- Marco Fallini, Mario Calidoni, Caterina Rapetti, Luigi Ughetti, Terra di pievi, Parma, MUP Editore, 2006, ISBN 88-7847-021-X.
- Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo secondo, Parma, Ducale Tipografia, 1842.
- Attilio Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole, Italia superiore o settentrionale Parte VI, Firenze, presso gli Editori, 1839.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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