Poltrona 41

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
A 41, Paimio
prodotto di disegno industriale
Dati generali
Anno di progettazione1930-31
ProgettistaAlvar Aalto
Profilo prodotto
Tipo di oggettopoltrona
Concettileggerezza
ProduttoreArtek
Prodotto dal1932
Materialilegno compensato e legno multistrato di betulla.
Tecnica di lavorazionecurvatura a vapore del multistrato e del compensato

La Poltrona 41, conosciuta anche come Paimio, è una poltrona disegnata da Alvar Aalto e da sua moglie Aino. Fu disegnata nell'ambito del progetto dell'ospedale di Paimio in Finlandia[1]. La sedia fa parte della collezione permanente del MoMA di New York e del Design Museum di Helsinki.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1928 Alvar Aalto e la moglie Aino avevano vinto il concorso per la progettazione del Sanatorio della città finlandese di Paimio, mentre l'edificio era in fase di costruzione, i due coniugi furono incaricati anche della progettazione degli arredi. Inizialmente avevano pensato ad utilizzare i mobili in tubo d'acciaio del Bauhaus (erano in possesso della Sedia Wassily di Marcel Breuer)[2] ma ben presto optarono per il legno. Per cui cominciarono a lavorare con questo materiale, i primi esempi che realizzarono furono esposti nel 1929 in occasione del settecentesimo anniversario della città di Turku. Nel 1933 il sanatorio era stato completato e i progetti sia architettonici che dei mobili furono esposti a Londra. Nel 1934 i mobili erano già in vendita nel catalogo della Wohnbedarf di Zurigo, tuttavia il marketing del prodotto non soddisfò gli autori che decisero di creare una loro galleria espositiva e una ditta di distribuzione, fondarono quindi la Artek.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Poltrona 41 Paimio, su Articdesign | Design Scandinavo, 26 aprile 2021. URL consultato il 3 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2021).
  2. ^ A. von Vegesack, P. Dunas, M. Schwartz-Clauss (a cura di), 100 capolavori della collezione del Vitra Design Museum, Skira ed., Milano-Ginevra, 1998, scheda 54

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]