Podoces biddulphi

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Ghiandaia terragnola del Sinkiang
Illustrazione a cura di Keulemans
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseAves
SottoclasseNeornithes
SuperordineNeognathae
OrdinePasseriformes
SottordineOscines
InfraordineCorvida
SuperfamigliaCorvoidea
FamigliaCorvidae
GenerePodoces
SpecieP. biddulphi
Nomenclatura binomiale
Podoces biddulphi
Hume, 1874

La ghiandaia terragnola del Sinkiang o podoce di Biddulph (Podoces biddulphi Hume, 1874) è un uccello passeriforme della famiglia dei Corvidi[2].

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome scientifico della specie, biddulphi, rappresenta un omaggio al colonnello John Biddulph, il quale si dilettava come naturalista ed ottenne gli esemplari in seguito utilizzati per la descrizione scientifica.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Misura 26,7-31,2 cm di lunghezza, per 120-141 g di peso[3][4]: a parità d'età, i maschi sono più pesanti delle femmine anche del 10%[3].

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Esemplare impagliato.

Si tratta di uccelli dall'aspetto massiccio, muniti di grossa testa arrotondata con becco robusto e appuntito, lungo e lievemente ricurvo verso il basso, ali arrotondate, coda di media lunghezza e dall'estremità squadrata e zampe forti e allungate.

Possiede un becco lungo, sottile e ricurvo, con alla base un ciuffo di piume non troppo lunghe color sabbia. Il vertice è nero, con riflessi bluastri o violacei. La gola è di colore nero opaco con piume dall'estremità bianca che gli conferiscono un aspetto screziato, e appare più nera man mano che il piumaggio si usura. I lati della gola e la regione malare sono neri opachi con piume dall'estremità leggermente più chiara; tale zona nera si estende fin dietro all'occhio. Il resto della testa, il collo, le regioni superiori e quelle inferiori del corpo sono di colore beige-sabbia rosato, molto più chiaro sul lato ventrale, dove assume quasi una tinta crema. Le ali sono di colore nero-blu lucido, fatta eccezione per le remiganti primarie, che sono bianche, pur essendo nere alla base ed all'estremità; bianca è anche l'alula e l'estremità delle remiganti secondarie. Le piccole copritrici, invece, sono dello stesso beige del corpo. La lunga coda è bianca con una striscia scura sul lato dorsale che però non si estende fino alla punta.

Il becco e le zampe sono neri. L'iride è marrone scuro.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Uccello timido e sfuggente, vive generalmente in coppie o in piccoli gruppi familiari. Si sposta rapidamente sul terreno con la caratteristica andatura «ondeggiante» tipica dei corvidi, piuttosto che correndo. Sembra fare più affidamento sul volo rispetto alle altre specie di podoce, e talvolta copre in volo anche lunghe distanze, con battiti d'ala piuttosto deboli e affaticati. Si appollaia con facilità su cespugli e piccoli alberi, sui quali si nasconde quando viene avvicinato.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Va alla ricerca di cibo scavando vigorosamente nella sabbia con il lungo becco ricurvo. L'analisi dei contenuti stomacali ha rivelato la presenza di insetti e di chicchi di cereali, presumibilmente rinvenuti tra gli escrementi degli animali domestici.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Nidifica su cespugli o piccoli alberi, a circa un metro di altezza dal suolo, e, forse, anche in cavità del terreno. Il nido è costituito da una struttura di ramoscelli a forma di tazza, imbottita con lana, peli, erba secca, semi lanuginosi e foglie. La covata si compone di 1-3 uova di colore verde-bluastro chiaro, fittamente costellate con macchioline di varie gradazioni di marrone. Nidi con uova all'interno sono stati rinvenuti nel mese di marzo[4].

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie è endemica del bacino del Tarim, nell'Uiguristan, dove popola il deserto del Taklamakan dallo Yarkand al Lop Nur.

Vive nei deserti sabbiosi, specialmente in prossimità di cespugli e piccoli alberi (specialmente pioppi), fra i 900 e i 1200 m di quota[3].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Quasi sicuramente oggi il numero di esemplari è calato notevolmente rispetto al 1930, quando la specie venne descritta come «molto numerosa» nella regione compresa tra Tarim Azne e il fiume Yarkand e in quella estesa tra Kashgar e Aksu. Nel corso di una ricerca sul campo effettuata nel 1988 non ne venne rinvenuto nemmeno un esemplare tra Kashgar e Aksu, mentre un gruppo familiare venne avvistato nei pressi di Korla. Il degrado della vegetazione del deserto dovuto al sovrappascolo e alla raccolta di legna da ardere, nonché l'aumento dei programmi di irrigazione, sono le probabili cause di questo apparente declino.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) BirdLife International 2016, Podoces biddulphi, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Corvidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 6 maggio 2014.
  3. ^ a b c (EN) Xinjiang Ground-jay (Podoces biddulphi), su Handbook of the Birds of the World. URL consultato il 16 maggio 2018.
  4. ^ a b Madge.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Steve Madge, Helm Identification Guides, Crows and Jays, A. & C. Black, 2010, ISBN 14-08131-69-2.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Podoces biddulphi, in Avibase - il database degli uccelli nel mondo, Bird Studies Canada.
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