Pocilloporidae

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Pocilloporidae
Pocillopora meandrina
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
RamoRadiata
PhylumCnidaria
ClasseAnthozoa
SottoclasseHexacorallia
OrdineScleractinia
FamigliaPocilloporidae
Gray, 1842
Generi

Pocilloporidae Gray, 1842 è una famiglia di madrepore della sottoclasse degli Esacoralli[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Le Pocilloporidae sono una famiglia di coralli coloniali ermatipici. Di solito le colonie sono arborescenti, ma alcune specie sono anche semi-massicce. I coralliti sono piccoli e variano da essere affondati a piccoli coni rialzati. Hanno columelle ben sviluppate e setti ben disposti che di solito sono fusi con la columella. Il cenosteo è coperto di spinule.[1]

Tutti i generi di questa famiglia sono altamente polimorfici con morfologie di crescita distinte che dipendono dall'esposizione alle onde e all'intensità della luce. In ambienti ad alta energia, le colonie tendono ad essere piccole con rami spessi e tozzi, tuttavia, in acque più profonde o in ambienti lagunari, i rami sono più sottili e più aperti. Le colonie sono ermafrodite e rilasciano le planule dopo la fecondazione durante tutto l'arco dell'anno.[2]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Le specie sono distribuite nell'Indo-Pacifico e parte dell'Oceano Atlantico, principalmente dalle coste della Florida al Mar dei Caraibi.[3]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia Pocilloporidae comprende i seguenti generi[1]:

Alcune specie[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Pocilloporidae, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 27 febbraio 2020.
  2. ^ Pierre Mad, Op. citata
  3. ^ obis.org, Ocean Biogeographic Information System (OBIS), https://obis.org/taxon/135079. URL consultato il 4 marzo 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Pierre Madl, Family Pocilloporidae, in Tropical Marine Biology II - Classification of Scleractinian (Stony) Corals, University of Vienna, March through June 2001, 2001. URL consultato il 4 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2012).

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