Picholine

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Picholine
La Picholine è nota principalmente come oliva da cocktail
SinonimiPecholine, Colliasse, Fausse (Lucques), Vinello, Piquette
RegioneFrancia, Linguadoca, Provenza
Caratteri botanici e agronomici
Attitudinemensa (principale) e olio
Portamentoespanso
Fogliaellittico-lanceolata, di media lunghezza e larghezza [1]
Autofertilitàparziale
Caratteristiche dei frutti
Peso medio3-5 grammi
Formaovoidale
Simmetrialeggermente asimmetrico
Colore a maturazioneda rosso vinoso a nero violaceo
Epicarpocon numerose lenticelle
Endocarpoappuntito ad entrambe le estremità, con superficie liscia e mucrone [2]
Resistenza
Alla moscamedia
All'occhio di pavonealta
Al freddomedia
Alla siccitàmedio alta

La Picholine è la cultivar di olivo più diffusa in Francia.[3] Anche se viene usata anche per ottenere olio d'oliva è meglio conosciuta come oliva da cocktail.

Generalità[modifica | modifica wikitesto]

La Picholine è originaria della regione di Gard nella Francia meridionale,[4] sebbene oggi sia più comune in Provenza e in altre parti della Francia e in Italia[3], è diffusa anche in Marocco, Israele, Cile, Stati Uniti e in altri luoghi del mondo.[4][2]

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

La Picholine è conosciuta localmente con molti nomi diversi. In Gard e Francia meridionale è chiamata Coiasse, Plant de Collias, Fausse Lucques o Lucques Batarde. In Tunisia si chiama Judoleine, mentre in altri paesi è spesso chiamato Picholine de Languedoc data la sua regione di provenienza (Gard fa parte della Linguadoca)[2].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Botaniche[modifica | modifica wikitesto]

L'albero è di media grandezza; la chioma è mediamente densa, espansa e leggermente assurgente, ma assume una forma bassa quando è carico di frutti.[4]Si tratta di una cultivar di medio vigore, con una forma di crescita aperta.[5] La capacità rizogena è media. L'infiorescenza è media sia in lunghezza che per numero di mignole.

La raccolta avviene nel mese di ottobre e novembre, mentre ancora il frutto è ancora verde, per l'impiego come olive da tavola.[4] Nel caso vengano raccolte per la produzione di olio, le olive vengono raccolte in seguito, una volta invaiate.[5] Il periodo esatto per effettuare il raccolto è a giudizio del singolo agricoltore: una raccolta anticipata dà un sapore fruttato, mentre una successiva porta un sapore più dolce.[4]

La Picholine, dato che la polpa si stacca facilmente dal nocciolo, è più degna di nota per il suo uso come un'oliva da cocktail,[4] e a tal fine sono trattate con liscivia, poi fermentate in salamoia per un massimo di un anno, dando loro un sapore leggermente salato.[3] È anche usata per l'estrazione di olio, di qualità elevata e dalla resa media: di solito ne può essere estratto il 19-21%, ma le piante in zone irrigue a volte hanno una resa di solo 15-18%.[3] Il gusto dell'olio è fruttato con sentore di amaro e piccante.[3]

Agronomiche[modifica | modifica wikitesto]

È considerata una cultivar dall'entrata in produzione precoce e maturazione tardiva, di produzione buona e costante.[6] Si adatta bene anche a diverse tipologie di climi e terreni.[4]

Si concorda generalmente che sia solo parzialmente autofertile, in modo che possa trarre vantaggio da una certa presenza di impollinatori.[6] Tra le cultivar di olivo utilizzate per l'impollinazione vi sono Bouteillan, Leccino, Lucques, Manzanilla e Sigoise.[5]

È sensibile ad alcuni parassiti organici, tra cui Gloeosporium olivarum, Piralide/Margaronia e Tripide dell'olivo .[7] È piuttosto vulnerabile al freddo: mentre un albero adulto può sopportare temperature fino a -12/-14 °C, gli alberi giovani hanno bisogno di temperature molto più elevate per sopravvivere. Questo può essere un problema nelle regioni di Gard e della Provenza, dove gli inverni sono spesso rigidi.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Picholine (PDF) [collegamento interrotto], su internationaloliveoil.org, International Olive Council. URL consultato il 18 gennaio 2009.
  2. ^ a b c Cultivar name: Picholine, su oleadb.it, OLEA Databases. URL consultato il 18 gennaio 2009.
  3. ^ a b c d e Picholine Olives, su practicallyedible.com, Practically Edible. URL consultato il 18 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2013).
  4. ^ a b c d e f g h (FR) Michel Courboulex, Les oliviers, Paris, Éditions Rustica, 2002, pp. 37–8, ISBN 2-84038-635-6.
  5. ^ a b c Picholine, su santacruzolive.com, Santa Cruz Olive Tree Nursery. URL consultato il 18 gennaio 2009.
  6. ^ a b Agronomical characters for cultivar Picholine, su oleadb.it, OLEA Databases. URL consultato il 18 gennaio 2009.
  7. ^ Susceptibility to biotic stress for cultivar Picholine, su oleadb.it, OLEA Databases. URL consultato il 18 gennaio 2009.