Permission to Land

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Permission to Land
album in studio
ArtistaThe Darkness
Pubblicazione7 luglio 2003 Bandiera del Regno Unito
5 agosto 2003 Bandiera degli Stati Uniti
Durata38:09
Dischi1
Tracce10 + 1
GenereGlam rock
Heavy metal
Hard rock
EtichettaAtlantic
ProduttorePedro Ferreira
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera della Danimarca Danimarca[1]
(vendite: 20 000+)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti[2]
(vendite: 500 000+)
Dischi di platinoBandiera dell'Australia Australia[3]
(vendite: 70 000+)
Bandiera del Canada Canada[4]
(vendite: 80 000+)
Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda[5]
(vendite: 15 000+)
Bandiera del Regno Unito Regno Unito (4)[6]
(vendite: 1 200 000+)
The Darkness - cronologia
Album precedente
Singoli
  1. Get Your Hands off My Woman
    Pubblicato: 24 febbraio 2003
  2. Growing on Me
    Pubblicato: 16 giugno 2003
  3. I Believe in a Thing Called Love
    Pubblicato: 22 settembre 2003
  4. Christmas Time (Don't Let the Bells End)
    Pubblicato: 15 dicembre 2003
  5. Love Is Only a Feeling
    Pubblicato: 22 marzo 2004

Permission to Land è il primo album in studio del gruppo musicale britannico The Darkness, pubblicato il 7 luglio 2003 dalla Atlantic Records.

Il disco ha avuto un successo enorme, raggiungendo in breve tempo la vetta della Official Albums Chart[7], principalmente grazie alla fortuna riscossa da singoli come I Believe in a Thing Called Love, che arrivò al secondo posto della Official Singles Chart, e Love Is Only a Feeling, fermatosi invece al quinto[7]. In alcune edizioni speciali dell'album compare come traccia bonus la natalizia Christmas Time (Don't Let the Bells End).

Grazie a questo album la band si aggiudicò tre Brit Awards nel 2004 come miglior gruppo, miglior gruppo rock e miglior album.

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

La band era diretta dal manager Sue Whitehouse, che li aveva gestiti sin dai tempi in cui Justin Hawkins creava jingle musicali e durante i loro giorni come Empire. Sin dall'inizio la band era rinomata per i suoi spettacoli dal vivo, e tale era la popolarità della band che avevano un concerto programmato all'Astoria di Londra prima ancora di aver firmato un contratto discografico. La band aveva già l'interesse dell'industria musicale fin dai tempi in cui si chiamavo Empire grazie ai contatti di Sue Whitehouse. Joe Taylor, Aled Jones e Paul Scaife dei The Tip Sheet sentirono parlare per la prima volta della band attraverso un post sulla bacheca della pagina dei The Tip Sheet, e presentarono Love is Only a Feeling nel gennaio 2002. Hanno iniziato durante il Record of the Day e hanno ripreso la canzone all'epoca degli SXSW nel marzo 2003. Volevano presentare Friday Night, ma gli fu detto che la band lo stava riservando per un album[8].

Secondo A&R Nick Raphael in un'intervista con HitQuarters, non c'era alcun clamore iniziale per la firma della band, "Non ci sarebbe potuto essere meno di un ronzio, e solo due etichette discografiche hanno mostrato interesse per loro"[9]. Il motivo della mancanza di interesse era che "Il business nel suo insieme era poco piacevole. In realtà, la gente diceva che erano uno scherzo e che non erano reali."[9]

Permission to Land, è salito subito al secondo posto nella classifica degli album del Regno Unito il giorno della sua uscita il 7 luglio 2003, prima di arrivare al numero uno e rimanere lì per quattro settimane, per poi vendere 1,5 milioni di copie nel solo Regno Unito.

Registrazione[modifica | modifica wikitesto]

La band prese ispirazione per alcuni dei loro brani dall'area locale del nord Suffolk che circonda la loro città natale, Lowestoft, inclusa "Black Shuck", basata sulla leggenda di un cane che presumibilmente perseguita la chiesa del vicino villaggio di Blythburgh. "Stuck in a Rut" menziona anche una serie di strade conosciute come "Barnby Bends", e "Acle Straight", entrambi percorsi importanti tra Lowestoft e Beccles e Norwich e Great Yarmouth. La band ha registrato un'intervista per MTV Japan, dove discute dell'ispirazione che sta dietro a queste canzoni, oltre a presentare filmati auto-girati della loro città natale. Questo materiale è incluso in un DVD bonus dell'edizione deluxe giapponese dell'album.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

L'album ha ricevuto ampi consensi dalla critica specializzata. Per Metacritic, che assegna una valutazione normalizzata in base 100 alle recensioni dei critici, l'album ha ottenuto un punteggio medio di 79, basato su 19 recensioni[10].

Secondo Classic Rock "Permission to Land non sarà mai l'album che i The Darkness pensano che sia ma, preso nello spirito con cui viene presentato, è sicuramente più divertente di Use Your Illusion."[11] Nel luglio 2019, la rivista Decibel ha introdotto Permission to Land nella propria Hall of Fame, affermando che l'album "che è stato pensato per ridefinire l'hard rock dei primi anni e non assomiglia a niente che è stato pubblicato nel 2003 - o nel decennio precedente."[12]

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Il successo di questo album ha portato la band in numerosi tour, comprese le parti europee del Summer Sanitarium Tour 2003 dei Metallica. Hanno poi continuato come band principale del Carling Festival nel 2004.

La band ha vinto tre BRIT Awards nel 2004: miglior gruppo, miglior gruppo rock e miglior album. Hanno anche vinto due premi Kerrang! nel 2004 per il miglior show dal vivo e come migliore band britannica.

Il terzo singolo dell'album, "I Believe in a Thing Called Love", è stato un grande successo nel Regno Unito, così come la loro "Christmas Time (Don't Let the Bells End)". Entrambi i singoli hanno raggiunto il numero 2 nel 2003.[13][14]

Oltre al successo in classifica, Permission to Land ha anche permesso all band di vincere due premi importanti: miglior album rock al Kerrang! 2003[15] e Best British Album ai BRIT Awards del 2004 (durante i quali hanno anche vinto i premi come Best British Group e Best British Rock Act)[16]. Permission to Land o è stato votato 49° nei 50 migliori album del XXI secolo su Kerrang!.

È stato successivamente citato nella canzone "Whichever Way You Wanna Give It" dell'altra band del cantante Justin Hawkins, Hot Leg. Nel 2005 l'album è stato classificato al numero 356 nel libro The 500 Greatest Rock & Metal Albums of All Time della rivista Rock Hard.[17] L'album è stato anche incluso nel libro 1001 Albums You Must Hear Before You Die.[18]

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Testi e musiche di Ed Graham, Daniel Hawkins, Justin Hawkins e Frankie Poullain.

  1. Black Shuck – 3:20
  2. Get Your Hands off My Woman – 2:46
  3. Growing on Me – 3:29
  4. I Believe in a Thing Called Love – 3:36
  5. Love Is Only a Feeling – 4:19
  6. Givin' Up – 3:34
  7. Stuck in a Rut – 3:17
  8. Friday Night – 2:56
  9. Love on the Rocks with No Ice – 5:56
  10. Holding My Own – 4:56
  11. Christmas Time (Don't Let the Bells End) – 4:02 – traccia bonus

Bonus track edizione europea di Natale[modifica | modifica wikitesto]

  1. Christmas Time (Don't Let the Bells End) – 4:02

Tracce bonus dell'edizione deluxe giapponese[modifica | modifica wikitesto]

  1. The Best of Me – 3:18
  2. Makin' Out – 3:49

DVD bonus in edizione deluxe giapponese[modifica | modifica wikitesto]

  1. History of the Darkness (Documentario) – 20:00
  2. Get Your Hands Off My Woman (Live Astoria) – 4:33
  3. I Believe in a Thing Called Love (Live a Knebworth) – 4:43

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifica (2003/04) Posizione
massima
Australia[19] 17
Austria[19] 40
Belgio (Fiandre)[19] 43
Canada[20] 10
Danimarca[19] 21
Finlandia[19] 17
Francia[19] 62
Germania[19] 19
Irlanda[21] 2
Italia[19] 16
Norvegia[19] 13
Nuova Zelanda[19] 5
Paesi Bassi[19] 30
Regno Unito[7] 1
Stati Uniti[20] 36
Svezia[19] 8
Svizzera[19] 59

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DA) Guld og platin i 2004, su IFPI Danmark. URL consultato il 29 marzo 2023 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2007).
  2. ^ (EN) Permission to Land – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 26 maggio 2015.
  3. ^ (EN) ARIA Charts – Accreditations – 2004 Albums, su aria.com.au, ARIA Charts. URL consultato il 26 maggio 2015.
  4. ^ (EN) Gold Platinum Database, su musiccanada.com, Music Canada.
  5. ^ (EN) New Zealand album certifications [collegamento interrotto], su nzmusicawards.co.nz, Recording Industry Association of New Zealand. URL consultato il 26 maggio 2015.
  6. ^ (EN) BRIT Certified, su bpi.co.uk, British Phonographic Industry. Digitare "The Darkness" in "Keywords", dunque premere "Search".
  7. ^ a b c (EN) Artist Chart History - Darkness, su officialcharts.com, Official Charts Company. URL consultato il 16 marzo 2016.
  8. ^ Record of the Day :: UK-based music news subscription service, featuring the hottest music business and record industry analysis. Maintained by Paul Scaife, Joe Taylor, David Balfour and James Foley., su web.archive.org, 11 ottobre 2006. URL consultato il 28 settembre 2019 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2006).
  9. ^ a b A&R, Record Label / Company, Music Publishing, Artist Manager and Music Industry Directory, su hitquarters.com. URL consultato il 28 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2016).
  10. ^ (EN) Permission To Land by The Darkness. URL consultato il 28 settembre 2019.
  11. ^ Hotten, Jon, "Black humour", collana Classic Rock, vol. 56, agosto 2003, p. 90.
  12. ^ (EN) The Darkness - "Permission to Land", su Decibel Magazine, 15 agosto 2019. URL consultato il 28 settembre 2019.
  13. ^ (EN) boom boom/christmas slide ft india beau | full Official Chart History | Official Charts Company, su officialcharts.com. URL consultato il 28 settembre 2019.
  14. ^ (EN) Official Singles Chart Top 100 | Official Charts Company, su officialcharts.com. URL consultato il 28 settembre 2019.
  15. ^ (EN) The Darkness rock Kerrang! awards, 22 agosto 2003. URL consultato il 28 settembre 2019.
  16. ^ (EN) Brits 2004: The winners, 17 febbraio 2004. URL consultato il 28 settembre 2019.
  17. ^ Rensen, Michael., Heine, Uwe. e Stratmann, Holger., Best of Rock & Metal : die 500 stärksten Scheiben aller Zeiten, Heel, 2005, ISBN 3898805174, OCLC 62273803. URL consultato il 28 settembre 2019.
  18. ^ Dimery, Robert,, 1001 albums you must hear before you die, Revised and updated edition, ISBN 0789320746, OCLC 558738692. URL consultato il 28 settembre 2019.
  19. ^ a b c d e f g h i j k l m (NL) The Darkness - Permission to Land, su ultratop.be, Ultratop. URL consultato il 16 marzo 2016.
  20. ^ a b (EN) Permission to Land: Awards, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 16 marzo 2016.
  21. ^ (EN) TOP 75 ARTIST ALBUM, WEEK ENDING 16 October 2003, su chart-track.co.uk, Chart-Track. URL consultato il 16 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2016).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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