Pedicularis rostratospicata

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Pedicolare carnicina
Pedicularis rostratospicata
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaOrobanchaceae
TribùPedicularideae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineScrophulariales
FamigliaOrobanchaceae
GenerePedicularis
SpecieP. rostratospicata
Nomenclatura binomiale
Pedicularis rostratospicata
Crantz, 1769
Nomi comuni

Pedicolare a spiga allungata

La pedicolare carnicina (nome scientifico Pedicularis rostratospicata Crantz, 1769) è una pianta parassita appartenente alla famiglia delle Orobanchaceae.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome generico (Pedicularis) deriva da un termine latino che significa "pidocchio" e si riferisce alla convinzione che queste piante infestino di pidocchi il bestiame al pascolo; altri giustificano l'etimologia del nome del genere all'opposto, ossia in quanto si pensa che queste piante liberino la testa dai pidocchi.[2][3][4] L'epiteto specifico (rostratospicata) è formato da due termini: "rostrato" (= becco, rostro)[5][6] e "spicata" (= spiga, con una infiorescenza allungata)[7][8] e insieme fanno riferimento all'infiorescenza allungata con fiori a becco.

Il binomio scientifico di questa pianta è stato proposto per la prima volta dal medico e botanico lussemburghese naturalizzato austriaco Heinrich Johann Nepomuk von Crantz (1722-1799) nella pubblicazione "Stirpium Austriarum Fasciculus. Editio Altera Aucta. Wien - Ed. 2. 2(4): 317 (-320, 323)" del 1769.[9]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Descrizione delle parti della pianta
Il portamento

Queste piante sono alte da 15 a 45 cm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Inoltre sono piante parassite: le radici mostrano organi specifici per nutrirsi della linfa di altre piante.[2][10][11][12]

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici, spesso fusiforme o fascicolate, grosse e carnose, si distribuiscono a raggiera cercando di raggiungere le radici di altre piante per succhiarne la linfa.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

La parte aerea del fusto è ascendente o eretta; è glabra alla base, mentre è pubescente vicino all'infiorescenza.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie hanno il contorno lanceolato e la forma è due volte pennatosetta; la superficie è glabra. I piccioli sono glabri. Le foglie cauline in genere sono più di tre. Dimensione delle foglie: larghezza 1 – 2 cm; lunghezza 4 – 8 cm.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

Infiorescenza

Le infiorescenze sono formate da spighe allungate capitate con fiori peduncolati o subsessili e spaziati. Le brattee dell'infiorescenza sono simili alle foglie cauline ma più brevi e villose. Lunghezza del peduncolo: 1 – 2 mm.

Fiore[modifica | modifica wikitesto]

Il fiore

I fiori sono ermafroditi, zigomorfi (del tipo bilabiato), tetrameri, ossia con quattro verticilli (calicecorolla - androceogineceo) e pentameri (la corolla e il calice sono a 5 parti). Lunghezza del fiore: 11 – 16 mm.

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
X, K (5), [C (2+3), A 2+2], G (2), (supero), capsula[10]
  • Calice:il calice è gamosepalo con cinque denti più o meno diseguali lunghi la metà della parte tubulosa (la base del calice è un tubo campanulato); la superficie è glabra. Lunghezza del calice: 6 – 8 mm.
  • Corolla: la corolla, a forma più o meno cilindrica, è gamopetala bilabiata a fauci aperte. Il tubo della corolla supera appena il calice. Delle due labbra, quello superiore è falcato e termina in un becco allungato; quello inferiore è formato da tre lobi generalmente glabri. Il colore della corolla è roseo lungo il tubo e rosso-purpureo scuro nel labbro superiore. Lunghezza della corolla: 11 – 13 mm.
  • Androceo: l'androceo possiede quattro stami didinami (due grandi e due piccoli - quelli inferiori hanno i filamenti allungati). I filamenti sono inseriti più o meno alla base della corolla e quelli degli stami anteriori sono glabri o scarsamente pubescenti. Le antere, dissimulate sotto il cappuccio del labbro superiore sono strettamente unite da una fitta peluria. La maturazione del polline è contemporanea allo stigma.[13]
  • Gineceo: l'ovario è supero formato da due carpelli (sincarpellare) ed è biloculare. Lo stilo inserito all'apice dell'ovario è del tipo filiforme; lo stigma è semplice ed è protruso brevemente oltre il cappuccio della corolla in modo da evitare l'auto-impollinazione.[13]
  • Fioritura: da luglio a agosto.

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

Il frutto è una capsula loculicida bivalve a forma ovoide (a maturità è lunga il doppio del calice). I semi sono pochi a forma angolosa.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza della specie (Orobanchaceae) comprende soprattutto piante erbacee perenni e annuali semiparassite (ossia contengono ancora clorofilla a parte qualche genere completamente parassita) con uno o più austori connessi alle radici ospiti. È una famiglia abbastanza numerosa con circa 60 - 90 generi e oltre 1700 - 2000 specie (il numero dei generi e delle specie dipende dai vari metodi di classificazione[14][15]) distribuiti in tutti i continenti. Il genere Pedicularis comprende 400-500 specie (il genere più numeroso della famiglia con distribuzione quasi cosmopolita - manca in Africa e Australia) delle quali 23 sono presenti nella flora spontanea italiana.

Le tre sezioni del genere

La classificazione del genere è difficile in quanto la forma del fiore è molto simile tra specie e specie; inoltre il colore della corolla nel secco è indistinguibile. Pignatti nella "Flora d'Italia" divide le specie spontanee della flora italiana in tre gruppi in base alla forma del labbro superiore (vedi il disegno):[12]

  • Sez. Anodontae: l'apice del labbro superiore della corolla è arrotondato (né rostrato e né dentato).
  • Sez. Rhyncholophae: il labbro superiore della corolla è più o meno falcato e termina in un becco allungato.
  • Sez. Pedicularis: il labbro superiore della corolla è provvisto di due dentini sotto la parte falcata.

La specie P. rostratospicata appartiene alla sez. Rhyncholophae.

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Secondo una recente ricerca di tipo filogenetico la famiglia Orobanchaceae è composta da 6 cladi principali nidificati uno all'interno dell'altro. Il genere Pedicularis si trova nel quarto clade (relativo alla tribù Pedicularideae). All'interno della tribù il genere è in posizione "gruppo fratello" al resto dei generi della tribù.[16]

Variabilità[modifica | modifica wikitesto]

Per questa specie sono riconosciute due sottospecie:[12][17] – Distribuzione alpina[18][19]

Sottospecie rostratospicata[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della sottospecie rostratospicata
(Distribuzione regionale[17] – Distribuzione alpina[18])
  • Nome scientifico: ''P. rostratospicata subsp. rostratospicata
  • Descrizione: la pianta ha un portamento gracile con una infiorescenza allungata alla fruttificazione; le brattee e il calice si presentano con una pelosità ragnatelosa; inoltre i denti del calice sono interi sul bordo.
  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Orofita - Sud Europeo.
  • Distribuzione: in Italia è una pianta molto rara e si trova dalla Carnia al Cadore (e Appennino Centrale). Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Austria e Slovenia. Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nei Carpazi.[18]
  • Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono i pascoli alpini e subalpini. Il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo con pH basico, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.[18]
  • Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 1800 fino a 2500 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino e alpino.
  • Fitosociologia: dal punto di vista fitosociologico questa sottospecie appartiene alla seguente comunità vegetale:[18]
Formazione : Comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Classe : Elyno – Seslerietea variae
Ordine : Seslerietea variae
Alleanza : Caricion ferrugineae

Sottospecie helvetica[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della sottospecie helvetica
(Distribuzione regionale[17] – Distribuzione alpina[18])
  • Nome scientifico: ''P. rostratospicata subsp. helvetica (Steingr.) O. Schwarz, 1949[20]
  • Basionimo: per questa sottospecie il basionimo è Pedicularis incarnata var. helvetica Steininger, 1886
  • Descrizione: la pianta ha un portamento robusto con una infiorescenza densa e più o meno allungata; le brattee e il calice si presentano con una pelosità villosa; inoltre i denti del calice dei fiori inferiori sono distintamente visibili.
  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Ovest Alpico.
  • Distribuzione: in Italia è una pianta rara e si trova nelle Alpi occidentali. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia (tutti i dipartimenti alpini), in Svizzera (cantoni Vallese e Grigioni) e in Austria (Länder del Tirolo Settentrionale).[18]
  • Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono i pascoli alpini e subalpini. Il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo con pH basico, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.[18]
  • Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 1800 fino a 2500 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino e alpino.
  • Fitosociologia: dal punto di vista fitosociologico questa sottospecie appartiene alla seguente comunità vegetale:[18]
Formazione : Comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Classe : Elyno – Seslerietea variae
Ordine : Seslerietea variae
Alleanza : Caricion ferrugineae

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:

  • Pedicularis incarnata var. helvetica Steininger

Altre notizie[modifica | modifica wikitesto]

La pedicolare a spiga breve in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:

  • (DE) Ähren-Läusekraut
  • (FR) Pédiculaire à bec et en èpi

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pedicularis rostratospicata, su The Plant List. URL consultato il 13 agosto 2015.
  2. ^ a b Motta 1960, Vol. 3 - pag. 236.
  3. ^ David Gledhill 2008, pag.294.
  4. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 21 giugno 2015.
  5. ^ David Gledhill 2008, pag.334.
  6. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 9 agosto 2015.
  7. ^ David Gledhill 2008, pag.358.
  8. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 13 agosto 2015.
  9. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 13 agosto 2015.
  10. ^ a b Judd, pag. 496.
  11. ^ Strasburger, pag. 852.
  12. ^ a b c Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 597.
  13. ^ a b Motta 1960, Vol. 3 - pag. 237.
  14. ^ Strasburger, p. 850.
  15. ^ Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 20 ottobre 2014.
  16. ^ McNeal, Bennet, Wolfe, Mathews.
  17. ^ a b c Conti et al. 2005, pag. 140.
  18. ^ a b c d e f g h i Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 268.
  19. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 14 agosto 2015.
  20. ^ Pedicularis rostratospicata subsp. helvetica, su The Plant List. URL consultato il 14 agosto 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 3, 1960, p. 236.
  • David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 14 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 268.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 137, ISBN 88-7621-458-5.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 597, ISBN 88-506-2449-2.
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica, vol. 2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • Joel R. McNeal, Jonathan R. Bennett, Andrea D. Wolfe e Sarah Mathews, Phylogeny and origins of holoparasitism in Orobanchaceae, in American Journal of Botany, vol. 100, n. 5, maggio 2013, pp. 971-983 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2015).

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