Paolo Carasso

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Paolo Carasso
Paolo Carasso nel 2019
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
Pallacanestro
RuoloAllenatore
Carriera
Carriera da allenatore
1982-1999Basket Rimini(giov.)
1999-2000Basket Rimini9-12
2000-2004Basket Rimini(giov.)
2002-2003Basket Rimini(ass.)
2004-Santarcangelo(giov.)
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Statistiche aggiornate al 30 novembre 2023

Paolo Carasso (Rimini, 18 novembre 1968) è un allenatore di pallacanestro e dirigente sportivo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

È figlio di Gian Maria Carasso, che fu a sua volta lo storico manager del Basket Rimini dal 1962 al 2000[1].

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Sin da giovane tralascia l'idea di diventare un giocatore per intraprendere l'attività di allenatore.

Nel settembre 1982 viene contattato da Claudio Papini, il quale curò per 18 anni le giovanili del Basket Rimini, per diventare il suo assistente. Lavorando con lui vive vicende sportive a tratti esaltanti, fra cui le vittorie di tre titoli nazionali e partecipazioni a diverse finali italiane. Durante questi anni viene a contatto con prospetti del basket riminese destinati a calcare i parquet della Serie A, quali Ruggeri, Ferroni, Semprini e soprattutto Carlton Myers, oltre ad altri giocatori come Alex Righetti o Mauro Morri negli anni successivi.

Il 6 dicembre 1999, a seguito dell'esonero di Massimo Bernardi, il trentunenne Carasso viene scelto come nuovo capo allenatore della prima squadra[2] che in quel momento occupava l'ultimo posto della Serie A1 1999-2000 con quattro punti insieme a Reggio Emilia[3]. In campo europeo la squadra arriva agli ottavi di finale di Coppa Korać, mentre il raggiungimento del terzultimo posto in campionato consente la salvezza e la partecipazione ai play-off (dove arriva un'eliminazione agli ottavi contro la Benetton Treviso futura finalista). Dopo questa esperienza, in vista dell'anno successivo, la decisione di Carasso è quella di tornare ad allenare i giovani. Nel dicembre 2002, per il resto della stagione 2002-2003, torna temporaneamente nell'orbita della prima squadra con il ruolo di vice allenatore[4].

Nel maggio 2004 decide di allontanarsi dal Basket Rimini a causa di divergenze con la proprietà[5][6], che nel frattempo era passata a Luciano Capicchioni da un paio d'anni. Il presidente degli Angels Santarcangelo, Maurizio Fabbri, lo ingaggia con la volontà di far crescere il settore giovanile della formazione gialloblu. Parallelamente al lavoro con gli Angels, nel luglio 2004 insieme a Massimiliano Intorcia presenta alla stampa il progetto Insegnare Basket Rimini (IBR), associazione sportiva mirata alla pallacanestro giovanile[7].

A partire dalla stagione 2018-19, oltre a mantenere i propri ruoli presso Angels e IBR, Carasso diventa anche amministratore delegato di Rinascita Basket Rimini (RBR), società appena creata le cui squadre Under-16 e Under-15 si appoggiano proprio agli Angels. La prima squadra, invece, parte dalla Serie C e nel giro di quattro anni arriva alla Serie A2. Nel frattempo, nonostante i forti attriti emersi in passato tra Carasso e Capicchioni, la società aveva acquisito da quest'ultimo lo storico titolo sportivo del Basket Rimini[8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ciao Gian Maria!! Grazie per il Basket Rimini, su rinascitabasketrimini.it, 19 agosto 2020.
  2. ^ Rimini licenzia coach Bernardi, al suo posto il 31enne Carasso, su archiviostorico.gazzetta.it, 7 dicembre 1999.
  3. ^ Fortitudo, trionfo oltre il derby, su archiviostorico.gazzetta.it, 6 dicembre 1999.
  4. ^ Basket. Bernardi è il nuovo dg della Vip. Carasso il viceallenatore, su newsrimini.it, 11 dicembre 2002.
  5. ^ Paolo Carasso lascia Rimini, su legaduebasket.it, 26 maggio 2004. URL consultato il 31 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2005).
  6. ^ Basket. Dura risposta di Capicchioni a Paolo Carasso, su newsrimini.it, 3 giugno 2004.
  7. ^ Chi siamo - Insegnare Basket Rimini, su insegnarebasket.it.
  8. ^ Capicchioni, Carasso e quella grande rivalità nata da un'incomprensione, su newsrimini.it, 2 marzo 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]