Palazzo Venturelli

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Palazzo Venturelli
La facciata.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàCrema
IndirizzoVia Borgo San Pietro, 4
Coordinate45°21′54.47″N 9°41′19.86″E / 45.36513°N 9.68885°E45.36513; 9.68885
Informazioni generali
Condizioniin uso
Costruzionedal XV secolo
Usoresidenziale
Piani2
Realizzazione
ProprietarioFamiglia Venturelli

Il palazzo Venturelli, già Benzoni, è una dimora storica di Crema.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le sue origini risalgono al Quattrocento quando vi sorgeva una proprietà Benzoni, collocata fuori dalle mura medievali al limite del Borgo San Pietro all'epoca esterno rispetto al centro fortificato[1].

Lo si apprende dalla Parte Presa del 3 gennaio 1451: in essa si stabilisce che la comunità dovesse risarcire ad Ardicino Benzoni e nipoti la somma di 100 fiorini per riparare la loro dimora collocata in Borgo San Pietro, vicino alla roggia Crema, devastata da soldati[1].

Bisogna giungere all’anno 1585 per avere successive notizie di questo stabile quando, secondo lo Stato d’anime della parrocchia di San Pietro vi risiedeva il nobile Francesco Monteslini; solo pochi anni dopo, nel 1596, invece, vi appare il nome del nobile Mario Marazzi[1].

Il testamento di Camillo Marazzi redatto nel 1661 disponeva che all'Ospedale degli Infermi fossero devoluti tutti i suoi beni eccetto l’abitazione che veniva lasciata a Giacomo Antonio e Giovanni Pietro Perugini, aggiungendo la clausola che, qualora non vi fossero più stati eredi maschi, anche la dimora sarebbe andata all’Ospedale[2]

Camillo Perugini morì nel 1820 senza eredi e, in teoria, il palazzo avrebbe dovuto essere assegnato all’Ospedale, ma invece fu ereditato dalla sorella Giuseppa che morì nubile nel 1846 lasciando i suoi beni a Girolamo Stanghini[2].

Nei primi anni del XX secolo la dimora fu acquistata dalla famiglia Longhi, fino a pervenire agli attuali proprietari[2].

Personalità legate al palazzo[modifica | modifica wikitesto]

Scuola bergamasca, ritratto di Camillo Perugini, olio su tela, post 1619.
  • Mario Marazzi, figlio di Giovanni Paolo e Aurelia Zurla, nipote e omonimo del Marazzi citato nello Stato d’anime del 1596, intraprese la carriera militare, volontario nell’esercito francese, capitano durante l’assedio di Perpignano del 1642 e nella battaglia di Rocroi del 1643; per il suo valore ebbe un attestato onorifico dal generale Jean de Barat[3].
  • Camillo Perugini, notaio, ebbe la carica di Vice-Collaterale e fu anche Cancelliere della città; essendo stato nobilitato nel 1627, ottenne un seggio nel Gran Consiglio. Con testamento del 1661 nominò quale erede universale l’Ospedale degli Infermi che commissionò ad un ignoto autore il ritratto[4]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Il portale.

L'aspetto attuale è frutti di secolari interventi tra i quali la manomissione avvenuta all'epoca in cui erano proprietari gli Stanghini che per lucro fecero smontare un rosone presente sulla facciata e uno scalone in marmo[2].

La facciata è divisa in due ordini cromaticamente distinti; in quello inferiore spicca il portale con arco a tutto sesto e fascia a bugnato in mattoni. Semplici e prive di cornici ma dotate di elaborate inferriate le finestre del primo piano[5].

In evidenza nel secondo ordine le due finestre tardo gotiche riportate alla luce dopo la prima guerra mondiale durante i restauri commissionati dai Longhi e compiuti sotto la guida dell'ingegner Bernieri[5][2].

L'androne conduce ad un portico che dà su un cortile parzialmente adibito a giardino.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Perolini, p. 39.
  2. ^ a b c d e Perolini, p. 41.
  3. ^ Benvenuti, p. 181.
  4. ^ Ritratto di Camillo Perucino, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 20 gennaio 2023..
  5. ^ a b Piantelli, p. 118.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Sforza Benvenuti, Dizionario biografico cremasco, Bologna, Forni editore, 1887.
  • Mario Perolini, Vicende degli edifici storici e monumentali di Crema, Crema, Leva Artigrafiche, 1995.
  • Annamaria Piantelli, Crema, passeggiando guardando i palazzi, Pro Loco di Crema, 2010.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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