Palazzo San Giacomo (Vicenza)

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Palazzo San Giacomo
Ingresso della Biblioteca civica Bertoliana nel Palazzo San Giacomo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneVeneto
LocalitàVicenza
Indirizzocontra' Riale 5
Coordinate45°32′54.13″N 11°32′40.34″E / 45.54837°N 11.54454°E45.54837; 11.54454
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1605-1680
UsoSede della Biblioteca civica Bertoliana dal 1910
Realizzazione
ProprietarioVicenza

Palazzo San Giacomo è un edificio situato nel centro storico di Vicenza, in angolo tra contrà Riale e stradella San Giacomo. A suo tempo sede del convento seicentesco dei padri Somaschi, dal 1910 è la sede principale della Biblioteca Civica Bertoliana.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Portone del palazzo, con il simbolo del convento
Angolo tra stradella San Giacomo e contrà Riale

Su di un'area ove nel Medioevo sorgeva il turrito palazzo dei conti di Arzignano - potente famiglia estinta con Singhelfredo II nei primi decenni del secolo XIV[1] - e poi occupata da case dell'aristocrazia vicentina nel XV e XVI secolo, i padri Somaschi costruirono, nel corso del Seicento, il loro convento e l'annesso collegio.

I Somaschi erano stati chiamati a Vicenza dal vescovo Michele Priuli che aveva chiesto di essere aiutato nell'attuazione della riforma tridentina, servizio che svolsero in particolare come insegnanti nel seminario di nuova istituzione e come educatori negli ospedali della Misericordia e di San Valentino[2]. Essi erano qualificati per svolgere questi compiti: all'attività iniziale per cui era sorta la congregazione - l'assistenza materiale agli orfani - se n'erano ben presto aggiunte altre, come l'insegnamento nei seminari e, soprattutto, l'istruzione dei giovani dell'aristocrazia; il gradimento e l'appoggio economico della nobiltà ne aveva favorito una rapida diffusione in varie località italiane

Oltre ad affrontare la completa ristrutturazione dell'antica cappella urbana dei Santi Giacomo e Filippo, che era stata loro assegnata dal vescovo, i Somaschi acquistarono le case dello storiografo Francesco Barbarano, del canonico Fontana e della famiglia Quinto adiacenti alla casa canonica e iniziarono la costruzione del loro convento e di un collegio. Gli imponenti lavori, però, si protrassero a lungo; iniziarono nel 1642 su disegni di Domenico Borella, cui probabilmente partecipò anche il giovane Antonio Pizzocaro, ai suoi esordi nella frangia dei muratori; non erano ancora conclusi nel 1672 quando, in una supplica al Consiglio comunale, si affermava la mancanza di risorse economiche. Tra il 1708 e il 1719 veniva eretta l'ala settentrionale verso contrà Riale e i lavori, che continuarono sotto la direzione di altri capomastri della famiglia Borella - come Carlo - e di Francesco Muttoni, si conclusero definitivamente soltanto nel 1727[3].

In seguito al decreto della Repubblica Veneta del 1769, che prevedeva la soppressione dei monasteri e dei conventi che non raggiungevano un certo numero di religiosi, anche quello di San Giacomo venne abbandonato dai padri Somaschi. Acquistato dalla città nel 1774, venne adibito prima a scuole civiche[4] e in seguito a sede dell'Archivio e Camera notarile; si tentò anche di trasformare l'edificio nella sede del palazzo delle Poste e dei Telegrafi, ma il progetto fallì. Nel 1909 fu destinato a ospitare la Biblioteca civica Bertoliana, divenendone la sede storica a seguito del trasferimento da quella originaria del Palazzo del Monte di Pietà nel 1910.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio supera abilmente i notevoli dislivelli dell'area; sulla facciata e sul fianco rade finestre alleggeriscono appena la struttura. Verso contrà Riale due bassi portoni centinati, disposti alle estremità, immettono al piano terreno; su quello di sinistra si nota ancora lo stemma dei Somaschi.

Il cortile del palazzo è l'antico chiostro quadrato e pensile rispetto alle strade, circondato da un portico i cui archi poggiano su pilastri ai quali si addossano semicolonne tuscaniche; al di sopra del portico, le nude pareti ripropongono il semplice schema dell'esterno.

L'interno del convento è stato ristrutturato per assolvere alla nuova funzione; radicali sono state soprattutto le trasformazioni del decennio 1949-1959. Nei vari ambienti sono collocati alcuni dipinti e sculture, in particolare il busto marmoreo (nell'atrio d'ingresso) e un ritratto di Giovanni Maria Bertolo, fondatore della biblioteca con la donazione alla città della sua cospicua raccolta libraria[5]. Di particolare interesse anche la balaustra in ferro battuto della scala recuperata dal distrutto teatro Verdi, la sala capitolare al primo piano con il pregevole pavimento settecentesco, dove è ospitata dalla sala la sala manoscritti della biblioteca, il corridoio e alcune celle monastiche al secondo piano dell'ala sud[6].

Biblioteca[modifica | modifica wikitesto]

La sede di Palazzo San Giacomo ospita 3 sale di lettura con 115 posti a sedere, un salottino per la lettura dei periodici, 3 lettori di microfilm, 7 postazioni per l'accesso ai cataloghi elettronici, 2 postazioni per la consultazione di cd rom e banche dati e 4 postazioni per la consultazione di Internet.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giarolli, 1955,  p. 418.
  2. ^ Maria Luigia De Gregorio, in La carità a Vicenza. Le opere e i giorni, a cura di Ermenegildo Reato, Ed. IPAB, Vicenza, 2004, pp. 271-73
  3. ^ Sottani, 2014, p. 43.
  4. ^ Si trattava della scuola elementare; dal 1808 all'ultimo piano furono collocati il Liceo e il Ginnasio, prima del loro trasferimento rispettivamente a Palazzo Trissino al Duomo e all'ex-convento di Santa Corona. Sottani, 2014, p. 44
  5. ^ Barbieri, 2004, pp. 353-54.
  6. ^ Sottani, 2014, p. 44.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Franco Barbieri e Renato Cevese, Vicenza, ritratto di una città, Vicenza, Angelo Colla editore, 2004, ISBN 8890099070.
  • Giambattista Giarolli, Vicenza nella sua toponomastica stradale, Vicenza, Scuola Tip. San Gaetano, 1955.
  • Natalino Sottani, Cento chiese, una città, Vicenza, Edizioni Rezzara, 2014.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]