Palazzo De Torres - Lancellotti

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Palazzo De Torres
Sulla destra la facciata di palazzo De Torres su piazza Navona
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
Indirizzopiazza Navona
Coordinate41°53′51.53″N 12°28′24.23″E / 41.897646°N 12.473398°E41.897646; 12.473398
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVI sec.
Usoresidenza privata
Piani4
Realizzazione
Architettoattribuito a Pirro Ligorio
ProprietarioFamiglia Massimo Lancellotti

Palazzo De Torres è un palazzo di Roma nel Rione Parione, il cui prospetto principale occupa parte del lato meridionale di Piazza Navona, gli altri lati sono su via della Cuccagna (così chiamata perché c'era l'albero della cuccagna, un palo viscoso con sulla cima dei doni), di rimpetto a Palazzo Braschi, Via della Posta Vecchia (con due cassette postali, per Roma più grande e per l'estero più piccola) vicolo della Cuccagna e su piazza de' Massimi.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia De Torres[modifica | modifica wikitesto]

Stemma della famiglia De Torres

Nella storia del palazzo occorre distinguere tra due generazioni della stessa famiglia. Il costruttore del palazzo fu il primo Luigi (o Luis) De Torres (Malaga, 1495 † Roma, 13 agosto 1553); membro del Supremo Consiglio, venne in Italia da Malaga al seguito dell’Imperatore Carlo V d’Asburgo-Spagna. Il 19 dicembre 1548 fu eletto arcivescovo di Salerno, e lasciò il palazzo ai nipoti Fernando e Ludovico II[1]; il secondo Luigi Ferdinando divenne principe dei Sanguigni per matrimonio e si trasferì nel Palazzo di questa famiglia. Ludovico (II) fu protagonista delle trattative internazionali prodromi della vittoria della battaglia navale di Lepanto. Nel salone da ballo si intravede una porta chiusa ed affrescata con un gruppo di persone che stanno in viaggio su asinelli; si ritiene che sia la porta d'ingresso dell'appartamento nel quale viveva Ludovico (I) durante i lavori di costruzione, il primo piano di un palazzo pre esistente con torre contigua, detto 'della vedova', che si può ipotizzare fosse del IV secolo dopo Cristo, come la casa dei guardiani delle adiacenti opere romane, ossia l'odeon e dello stadio; quindi l'affresco potrebbe essere datato 1548.
La famiglia che godette dei favori di Carlo V, conseguì negli anni di poco seguenti (1575) il marchesato di Pizzoli nel contado Aquilano[2] stabilendo la sua definitiva residenza nel loro palazzo romano, grazie alla presenza di altri componenti ecclesiastici tra cui i cardinali Ludovico II de Torres e Cosimo.

Il palazzo[modifica | modifica wikitesto]

Facciata di palazzo De Torres Lancellotti su piazza Navona
La fontana del Moro a piazza Navona e sulla sinistra parte della facciata di Palazzo De Torres
Particolare del soffitto cassettonato e decorazioni ad opera di Agostino Tassi

La costruzione del palazzo ebbe inizio nella prima decade del 1500, ma subì innumerevoli vicissitudini e fu terminata solo con l'arrivo dell'architetto napoletano Pirro Ligorio. Giovanni Baglione scrive che alla realizzazione vi fu il contributo di Jacopo Barozzi da Vignola.[3]

L'edificio venne realizzato sin dal principio ricalcando alcune metodologie costruttive tradizionali di stile andaluso e moresco, ancora riscontrabili nella città di Malaga secondo il modello delle windcatcher o windtower, quale il condizionamento naturale attraverso un sistema di cunicoli e di cantine di modo che in estate si crei una corrente discensionale nelle due corti, mentre in inverno è ascensionale, tale da creare delle condizioni climatiche gradevoli. Nella nuova costruzione che aveva accorpato nel lato sud, noto in passato come l'area in pede Agonis[4], le case preesistenti, tra le quali la casa di una Rita de Bussis di Viterbo[5] e una della famiglia Muti[6], visse al primo piano il secondo monsignor Luis de Torres.
Con buona probabilità l’edificio incorporò anche la preesistente abitazione di Willem Enckenwoirt, noto come Cardinale di Tortosa, che nel censo del 1527 appariva come una delle più grandi dimore della piazza dovendo ospitare "100 bocche"[7], sepolto nel 1534 nella non lontana chiesa di Santa Maria dell'Anima.

Al suo interno le mostre delle porte del piano nobile conservano le iscrizioni che testimoniano la conclusione entro il 1553 dei principali lavori.

Tutte le facciate dei palazzi che definiscono piazza Navona avevano la facciata principale verso l'esterno, anche il palazzo de' Torres aveva in origine la facciata principale sulla via della Cuccagna.

L'edificio[8], di architettura tardo rinascimentale, avente pianta irregolare e disposto su due cortili, presenta una facciata di quattro piani con finestre, architravate e sovrastate da un cornicione. Dalla facciata su piazza Navona emerge il portale ad arco con bugne a raggiera il cui motivo è ripreso nei cantonali. Al primo piano si aprono finestre architravate, mentre gli altri due piani presentano elementi a cornice semplice. A coronamento un ricco cornicione ornato con teste di leone, rosoni e torri, emblemi della famiglia Torres.

Al piano nobile si conservano importanti decorazioni ad affresco, iniziate già durante la prima fase costruttiva, e portate avanti dai successori dell'arcivescovo, la famiglia rivestì un ruolo di rilievo nella Roma della Controriforma i cui echi si esprimono nello stile che contraddistingue l'edificio e i suoi interni.
Le decorazioni interne del palazzo presentano raffinati fregi e volte a grottesche, con tema classico o biblico, la data scritta nella targa dipinta sul fregio affrescato ( la sala a nord est al primo piano in angolo su piazza Navona) è 1625, si ritiene fu commissionato dal principe Lancellotti per ossequiare la moglie che gli aveva portato in dote il palazzo, attribuiti ad Agostino Tassi. La decorazione del salone a doppia altezza, con scene della Battaglia di Lepanto del 1571 commissionata da monsignor Ludovico de Torres, è opera di pittori romani rimasti finora anonimi. Di splendida fattura cinquecentesca i soffitti lignei a cassettone in cui ricorre lo stemma della famiglia.
Il palazzo passò per eredità alla famiglia Lancellotti nel secolo XVII ai quali nella metà del secolo XIX succedettero i Massimo Lancellotti che ancora lo possiedono.

Pirro Ligorio a palazzo De Torres[modifica | modifica wikitesto]

L'attribuzione dell'architettura di palazzo Torres Lancellotti a Pirro Ligorio è attestata a partire dai primi anni '50 del '600, con la pubblicazione dell'incisione di Pietro Ferrerio.
Solo da un esame stilistico è al momento possibile confermare l'autografia dell'artista napoletano, non essendo stata ancora effettuata una ricerca documentaria, anche se sembra plausibile dal confronto stilistico mediante la ricorrente e raffinata scelta del paramento bugnato del prospetto del palazzo, che richiama la casina di Pio IV nei giardini vaticani e il cortile del Belvedere di Bramante. Tale attribuzione è stata nuovamente confermata nel 2014 dall'architetto Enzo Pinci autore del restauro del palazzo[9]. Se così fosse il palazzo De Torres risulterebbe la prima opera di architettura realizzata dal Ligorio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ " Nell'anno 1513 Lodovico (I) de Torres protonotario Apostolico partecipante et Arcivescovo di Salerno fondò casa in Roma facendo venire da Malaga Ferdinando, e Lodovico (II) suoi nipoti, figli di Giovanni de Torres suo fratello.... Il predetto Lodovico(I) fabbricò il palazzo in Roma a capo Piazza Navona, .... fu benefattore di luoghi Pii e particolarmente de Santa Caterina della Rosa detta dei Funari in Roma..... fu seppellito in Santa Caterina della Rosa, e poi il suo corpo lo trasferirono in Malaga, sua Patria, e sepolto nella Cappella di Santa Maria degli Angeli in S. Francesco.." Famiglia Torres, su www.nobili-napoletani.it. URL consultato il 9 febbraio 2017.
  2. ^ Lorenzo Giustiniani, Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli, Napoli 1804, vol. VII, p. 212
  3. ^ Miscellanea della R. Società romana di storia patria, Presso la Società, 1920, p. 250. URL consultato il 1º settembre 2022.
  4. ^ L'area era già nota in passato per essere frequentata da famiglie della nobiltà romana e da persone di nazionalità spagnola che vi avevano eretto nelle immediate vicinanze la chiesa di San Giacomo degli Spagnoli, v. Rodolfo Lanciani, Storia degli scavi di Roma e notizie intorno le collezioni romane di antichità, Vol. II, (a. 1531-1549), p.229-230; Anna Esposito, L'area di piazza Navona tra medioevo e rinascimento: istituzioni, famiglie, personalità, in "Piazza Navona, ou Place Navone, la plus belle et la plus grande": Du stade de Domitien à la place moderne. Histoire d'une évolution urbaine, sous la direction de J.F. Bernard, Rome 2014, pp. 471-480.
  5. ^ Rodolfo Lanciani, Storia degli scavi di Roma e notizie intorno alle collezioni romane di antichità, Vol. II, p.229
  6. ^ Pasquale Adinolfi, La via Sacra o del Papa, p.25
  7. ^ Descriptio Urbis: the Roman census of 1527, Roma 1985, Rione Parione
  8. ^ N. 623 della Pianta di Giovanni Battista Nolli
  9. ^ Palazzo Massimo Lancellotti, in "Palazzi storici a Roma - Cortili Aperti 2015", p.33

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Palazzo Massimo Lancellotti, in "Palazzi storici a Roma - Cortili Aperti 2015", Ed. Associazione Dimore Storiche Italiane, pp.30-33.
  • Palazzo Torres Lancellotti a piazza Navona, Sede di Aspen Institute Italia a Roma, a cura di Mario Bevilacqua
  • Armando Schiavo, I vicini di palazzo Braschi, in “Capitolium”, 1966, nn. 8-9 (poi in C. Pietrangeli, a cura di, Palazzo Braschi e il suo ambiente, Roma 1969, pp. 151-158)
  • Luigi Salerno, Palazzo de Torres Lancellotti, in Piazza Navona isola dei Pamphili, Roma 1970, pp. 271-276
  • Cecilia Pericoli Ridolfini, Guide Rionali di Roma. Rione VI, Parione, I, Roma 1973, pp. 64-70
  • Vincenzo Abbate, ‘Torres adest': i segni di un arcivescovo tra Roma e Monreale, in “Storia dell'arte”, 2007, pp. 19-66
  • http://www.nobili-napoletani.it/Torres.htm

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