Orfanotrofio di Santa Maria in Aquiro e Collegio Salviati

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Disambiguazione – Se stai cercando la chiesa annessa, vedi Chiesa di Santa Maria in Aquiro.
Istituti di Santa Maria in Aquiro
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
Coordinate41°54′00.1″N 12°28′42.7″E / 41.900028°N 12.478528°E41.900028; 12.478528
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVI secolo
Inaugurazione1540
Usobenefico, assistenziale

L'orfanotrofio di Santa Maria in Aquiro e collegio Salviati sono due storici istituti benefici romani. Nati entrambi nel XVI secolo a seguito del sacco di Roma, oggi sono noti congiuntamente con il nome di "Istituti di Santa Maria in Aquiro" (ISMA).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il terribile sacco di Roma del 1527, un gruppo di cittadini romani, laici e religiosi, dedicarono alla cura degli orfani a seguito di quegli eventi: tale attività fu riconosciuta con la fondazione della Pia Casa delle Orfane di Santa Maria in Aquiro presso la chiesa omonima, tramite motu proprio di papa Paolo III Farnese del 4 febbraio 1540 e ratificata con una bolla pontificia del 5 febbraio 1541.[1] Questa struttura è stata storicamente la prima opera di assistenza residenziale a Roma, in un contesto storico in cui il sistema di assistenza sociale nello Stato Pontificio si andava fortemente strutturando. Qualche anno più tardi, nel 1591, il cardinal Anton Maria Salviati, che fu deputato della Pia Casa, fondò una seconda struttura annessa alla prima, denominata "collegio Salviati", indirizzata all'istruzione superiore per i ragazzi più meritevoli.

Dopo l'annessione dello Stato Pontificio al Regno d'Italia, nel 1871 queste e altre strutture di assistenza romana furono riunificate sotto un unico ente morale, la "Pia Casa di Santa Maria in Aquiro e delle orfane dei SS. Quattro Coronati".

Attualità[modifica | modifica wikitesto]

Attualmente riunificati sotto il nome di "Istituti di Santa Maria in Aquiro", questi due storici istituti sono ancora dedicati all'assistenza sociale pubblica (IPAB).

Nel 2005, a seguito di alcuni interventi di restauro delle sue fondamenta, sono stati trovati i resti del Tempio di Matidia[2].

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

  • Sicuramente il Collegio ebbe anche un piccolo teatro interno, dato che al collegio furono effettuate per certo alcune rappresentazioni teatrali nel corso del XVIII secolo, sempre con finalità didattiche ed educative[3].Si hanno notizie di rappresentazioni avvenute , sempre con le stesse finalità ,anche tra il 1960 e il 1970

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

A seguito di diversi servizi de Le Iene, è emerso che la struttura benefica è stata affittata al Senato della Repubblica nel 2003 allo scopo di ricavarne degli uffici. Tuttavia, la spesa effettuata per la ristrutturazione, ancora largamente incompleta all'epoca dei servizi, pare essere stata di ben 30 milioni di Euro dal 2003 al 2011 (una cifra 7 volte maggiore da quanto consentito dalla legge vigente), con inoltre un ritardo nella consegna di diversi anni[4]. In tale ristrutturazione è avvenuta la scoperta del Tempio di Matidia. Infine, da tale indagine è emerso pubblicamente che la destinazione d'uso assistenziale originaria del complesso è stata deplorevolmente disattesa in violazione all'atto originario di donazione. Questo fatto è stato denunciato in particolare da Oliva Salviati, discendente ed erede del cardinale fondatore del collegio[5], in modo analogo allo storico Ospedale di San Giacomo degli Incurabili pure a Roma.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Imperi, pp. 28-30.
  2. ^ Rinasce il tempio di Matidia, in La Repubblica, 13 dicembre 2006. URL consultato il 6 marzo 2020.
  3. ^ Franchi, Saverio. Drammaturgia romana:(1701-1750). Vol. 2. Ed. di storia e letteratura, 1997.
  4. ^ Simona Casalini, S.Maria in Aquiro, l'ultima speculazione: trenta milioni dal Senato e lavori in alto mare, in La Repubblica, 30 marzo 2011. URL consultato il 6 marzo 2020.
  5. ^ Olivia Salviati promette battaglia: "Farò di tutto per riavere il Collegio", in Il Tempo, 25 Luglio 2016. URL consultato il 6 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2019).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Silvio Imperi, Della chiesa di S. Maria in Aquiro in Roma, B. Morini, 1866.
  • Mario D'Onofrio e Claudio M. Strinati, S. Maria in Aquiro, Roma, Marietti, 1972.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito di ISMA [collegamento interrotto], su isma.roma.it. URL consultato il 6 marzo 2020.
  • ISMA: inventari (PDF), su dati.isma.roma.it (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2018).