Morani (famiglia)

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Francesco Morani scultore figlio di Fortunato.

I Morani o Morano furono una famiglia polistenese di pittori e scultori attivi tra il XVIII e il XX secolo.[1][2][3]

Fortunato Morano[modifica | modifica wikitesto]

Fortunato Morano, (San Pietro di Caridà 1773 - Polistena 1836)[4] fu membro di una famiglia di decoratori di San Pietro di Caridà che operava già nel corso del XVIII secolo. Secondo il costume del tempo, diede vita ad una bottega d'arte, in cui si svolgeva la sua attività. Trasferitosi a Polistena,[5][6] prese parte al più generale fermento artistico e culturale che rivitalizzò la zona della Calabria nell'area di Vibo, dopo la distruzione del terremoto del 1783. Questo rinnovato clima culturale era in larga parte generato dal gruppo di artisti il cui fulcro era l'archeologo ed erudito Vito Capialbi.[7]

La facciata del Santuario di Maria Santissima dell'Itria di Polistena, fu realizzata su progetto di Francesco Morani n. nel 1804, l’edificio originario fu distrutto dal terremoto del 1783.[8][9]

Opera di Fortunato Morani e la statua lignea della Madonna del Rosario di Cittanova nella chiesa Santuario di Maria Santissima del Rosario, statua, tuttavia attribuita da alcuni studiosi a Domenico De Lorenzo[10].

I discendenti di Fortunato[modifica | modifica wikitesto]

Casa natale dei Morani a sinistra lo stemma di famiglia. [11][12]

Francesco, Vincenzo, Domenico e Giovanni, figli di Fortunato e di Pasqualina Mamone, si formarono nella bottega del padre.
Francesco, il primogenito, nato nel 1804 a Polistena, che morì a Polistena nel 1878[senza fonte], si specializzò in opere devozionali e realizzò sculture e decorazioni per diverse chiese della zona di Reggio Calabria e Sicilia. Si ricordano in particolare una statua e gli stucchi nella Chiesa di San Francesco di Paola e le decorazioni della Chiesa di Maria Santissima del SS. Rosario di Polistena - a cui lavorò insieme ai figli Fortunato, Vincenzo, Emanuele e al fratello Vincenzo[7].

Vincenzo, nato a Polistena nel 1809, divenne un affermato pittore e decoratore. Si formò inizialmente nella bottega del padre e in seguito a Napoli. Mutò il cognome paterno in Morani, sia perché spesso i fratelli firmavano le proprie opere collettivamente ed erano conosciuti come "i Morani", sia per ricalcare i cognomi dei grandi artisti dell'epoca, molti dei quali terminanti con una i. Dopo aver raggiunto una certa notorietà nel regno borbonico si trasferì nel 1834 a Roma, dove visse e lavorò fino alla morte nel 1870. [13][7][14][15]
Ebbe un figlio, Alessandro, anch'egli pittore e decoratore.[16]

Domenico, terzogenito di Fortunato, nacque a Polistena nel 1813[17] e si trasferì a Roma insieme al fratello Vincenzo; fu allievo di Pietro Tenerani e divenne uno scultore di opere in gesso e marmo di stile purista. Nella Basilica dei Santi XII Apostoli a Roma è conservata una statua di un angelo realizzata da Domenico nel 1842 per il sepolcro di Vincenzo Valentini[18]. Nel 1843 realizzò due sculture raffiguranti Menandro e Hendel per il teatro di Villa Torlonia. Una sua statua raffigurante Silvia, personaggio dell'opera Aminta di Torquato Tasso, fu esposta a Firenze nel 1861. Nel Conservatorio di San Pietro a Majella a Napoli è infine conservato un suo busto raffigurante Vincenzo Bellini.[7]

I discendenti di Francesco[modifica | modifica wikitesto]

Mariarosa Morani, figlia di Francesco n, 1825 sposò Fortunato Jerace dando alla luce sette figli, tra cui Francesco, Vincenzo e Gaetano Jerace, che seguirono la vocazione artistica di famiglia. Francesco fu pittore e scultore e apprese i primi rudimenti artistici nello studio del nonno materno Francesco;[19] Vincenzo fu uno scultore animalista ed è ricordato per la decorazione del palazzo del duca di Guardialombarda a Napoli;[20] Gaetano fu un pittore specializzato in paesaggi e scorci marinari.[21]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rosa Maria Cagliostro, Atlante del barocco in Italia: Calabria, De Luca Editori d'Arte, 2002, ISBN 8880164538. URL consultato il 9 dicembre 2013.
  2. ^ Comune di Polistena (PDF), su comune.polistena.rc.it. URL consultato il 16 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2015).
  3. ^ A. Caruso, La famiglia Morani di Polistena, in Calabria Letteraria, XL (1992), 7-9, pp. 99 s.
  4. ^ Enzo Le Pera, Arte di Calabria tra Otto e Novecento: dizionario degli artisti calabresi nati nell'Ottocento, Rubbettino Editore, 2001, ISBN 978-88-498-0096-8. URL consultato il 6 aprile 2023.
  5. ^ L'ORIGINARIA CASA DEI MORANI FU QUELLA... - L'Alba della Piana (PDF), su lalbadellapiana.it. URL consultato l'11 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2017).
  6. ^ Morani Arte, su digilander.libero.it. URL consultato il 6 aprile 2023.
  7. ^ a b c d Vincenzo Morani, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  8. ^ Santuario di Maria Santissima dell'Itria di Polistena - guida e...
  9. ^ Francesco Morani Chiesa di Sant’Anna Polistena...
  10. ^ Le Chiese - .:: Comune di Polistena - portale istituzionale, su comune.polistena.rc.it. URL consultato l'11 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  11. ^ GAGLIATO (Provincia di Catanzaro) - Calabresi.net.- Lo stemma in pietra che si trova sulla casa di Polistena e quello che sta a indicare il cognome della famiglia Morano che Gioacchino da Fiore indicò: “nobile famiglia di Giuristi di Catanzaro”, Gagliato è in territorio di Catanzaro dove i Morano possedevano un feudo e poi furono spodestati dai Sanseverino. Il sigillo in bronzo ereditato sempre dal primogenito sta al indicare la nobiltà e la baronia di Gagliato.
  12. ^ Giovanni Fiore, Della Calabria illustrata, Rubbettino, 1999-2001, ISBN 88-7284-831-8, OCLC 43577309. URL consultato il 16 marzo 2023.
  13. ^ 800 Calabrese - Galleria Il Triangolo
  14. ^ Vincenzo Morani - Storia
  15. ^ I dipinti / La collezione - Museo di Roma in Trastevere, su museodiromaintrastevere.it. URL consultato il 16 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2015).
  16. ^ Alessandro Morani, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  17. ^ (EN) Francis Napier, Notes on modern painting at Naples, London : J.W. Parker, 1855, p. 39. URL consultato il 16 marzo 2023.
  18. ^ Basilica dei Ss. XII Apostoli di Roma, su frescobaldifestival.it. URL consultato il 25/04/2017 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2017).
  19. ^ Francesco Jerace, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  20. ^ Vincenzo Jerace, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  21. ^ Gaetano Jerace, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Frangipane: L'arte in Calabria, pag. 38.
  • A. Giorno: La Calabria nell'Arte, pp. 244–245.
  • Lavagnino: L'arte moderna, vol. 1, pp. 332–448-450 e 451.
  • Ugo Campisani: Artisti Calabresi ottocento e novecento pittori-scultori-storia-opere, pag.277.
  • Giovanni Russo libro, Fortunato Morano C.S.P. - 2000
  • Enzo Le Pera, Arte di Calabria tra Otto e Novecento. Dizionario degli artisti calabresi nati nell'Ottocento, Rubbettino Editore, 2001.
  • Francesco Morani BIOGRAFIA di Francesco Morani (Scultore statuario e Professore di Stucchi) Arte Poligrafiche Varamo 2007
  • Giovanni Russo libro, Francesco Jerace e Polistena in: Francesco Jerace scultore (1853–1937) - EdE Erminia Corace - Roma - 2002