Mesocricetus raddei

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Criceto dorato del Caucaso
Immagine di Mesocricetus raddei mancante
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Rodentia
Sottordine Myomorpha
Superfamiglia Muroidea
Famiglia Cricetidae
Sottofamiglia Cricetinae
Genere Mesocricetus
Specie M. raddei
Nomenclatura binomiale
Mesocricetus raddei
(Nehring, 1894)
Sinonimi

Cricetus nigricans raddei
Nehring, 1894
Mesocricetus nigriculus
Nehring, 1898

Il criceto dorato del Caucaso (Mesocricetus raddei Nehring, 1894) è un Roditore della famiglia dei Cricetidi[2].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il criceto dorato del Caucaso è la specie più grande del genere Mesocricetus. Il corpo misura 165–280 mm, e la coda circa 15 mm. Il peso è di circa 200-320 g. Gli esemplari diffusi nelle regioni montuose sono più grandi di quelli stanziati nelle pianure. La regione dorsale è di colore bruno-giallastro; la gola e le regioni inferiori sono bianco-crema, mentre la regione ventrale è nera. Nella regione scapolare sono presenti due larghe strisce nere; le orecchie sono grandi e rotonde.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie vive lungo le pendici settentrionali del Caucaso e nella Ciscaucasia, nella regione compresa tra il Daghestan, il Don e il mar d'Azov. In Georgia è nota unicamente a partire da un unico esemplare[1]. Sembra che stia estendendo sempre più il suo areale verso nord e nord-ovest, in ambienti di pianura, ma sulle montagne il numero di esemplari sembra rimanere stabile. È presente nelle steppe erbose e anche nelle steppe di montagna ad altitudini comprese tra i 1600 e i 2300 m. Predilige i terreni lasciati a pascolo e le zone coltivate, ma vive anche nelle cinture di alberi e di erbe ispide tra un campo e l'altro, pur non spingendosi mai dentro le aree boschive[3].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Il criceto dorato del Caucaso conduce vita prevalentemente notturna, spingendosi fuori dalla tana al crepuscolo per nutrirsi di erba e vegetali verdi in primavera e agli inizi dell'estate, e di semi, granaglie e radici in autunno. La tana è molto estesa e presenta più uscite nel caso appartenga ad esemplari che vivono in montagna o solo un'uscita nel caso appartenga ad esemplari di pianura. Nel periodo autunnale la specie immagazzina grandi quantità di cibo, fino a 16 kg, prima dell'ibernazione, che può durare da quattro a sei mesi a seconda della temperatura e dell'altitudine. La maggior parte delle provviste vengono consumate in primavera, prima che l'animale esca dall'ibernazione. Nelle aree montuose le femmine hanno due nidiate all'anno, mentre in pianura le nidiate possono essere anche tre o quattro. Ciascuna nidiata può comprendere fino a venti piccoli, ma generalmente il loro numero si aggira attorno alle dodici unità. Grazie a tale fecondità una popolazione può riprendersi rapidamente dopo rigidi inverni e per questo il numero di esemplari è soggetto a notevoli fluttuazioni[1][3].

In alcuni anni questa specie diviene un vero e proprio flagello per i raccolti. Può danneggiare cereali ed erbe perenni, distruggere piantagioni di patate, campi di meloni ed orti. Nelle zone attorno alla tana la vegetazione può venire completamente distrutta[4]. Talvolta questi animali vengono catturati per la loro pelliccia[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Tsytsulina, K. 2008, Mesocricetus raddei, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Mesocricetus raddei, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ a b c Mesocricetus raddei Nehring. – Ciscaucasian Hamster or Georgian Hamster.. Agroatlas.ru. Retrieved on 2012-12-28.
  4. ^ Magomedov M., Omarov K.Z. (1995). The peculiarities of nutrition and condition of natural population of ciscaucasian hamster (Mesocricetus raddei avaricus) in agricultural landscapes of mountain. Dagestan. Zoologicheskii zhurnal, 74(3): 123–133. (In Russian)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ronald M. Nowak: Walker's Mammals of the World. Johns Hopkins University Press, 1999 ISBN 0801857899
  • S. Aulagnier, P. Haffner, A. J. Mitchell-Jones, F. Moutou, J. Zima (2008). Guide des mammifères d'Europe, d'Afrique du Nord et du Moyen-Orient. Delachaux & Niestlé SS, Paris. ISBN 978-88-89999-70-7.

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