Maisie (gruppo musicale)

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Maisie
Cinzia La Fauci con i Maisie in concerto alla Lomax (Catania, 30 gennaio 2010)
Paese d'origineBandiera dell'Italia Italia
(Sicilia)
GenereArt rock
Periodo di attività musicale1994 – in attività
Album pubblicati6
Studio6

I Maisie sono un gruppo musicale art rock italiano nato nel 1994 a Messina. Il nome del gruppo rimanda al titolo dell'omonima canzone di Syd Barrett, contenuta nell'album Barrett.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La band prende vita da un'idea di Alberto Scotti e di Cinzia La Fauci. Il primo demo dal titolo Marguerite Saqui viene pubblicato dalla tape label Snowdonia, all'epoca gestita da Marco Pustianaz.

Alcuni loro brani sono apparsi in due compilation Orchestre meccaniche italiane e Sbim e sbam.

L'esordio discografico ufficiale risale al 1998 con Maisie and the Incredible Strange Choir of Paracuwaii[1]. L'album contiene brani autografi del gruppo e riletture degli stessi brani da parte di musicisti amici.[2]

Nel 2001 esce Do You Still Remember When You Have Found Your IUD in My Nostril?. La propensione no wave del gruppo si radicalizza dando vita a 24 canzoni volutamente stonate, sgraziate, monche, sbilenche, spesso urlate o biascicate, eppure con un loro cuore "pop"[3]. Pare che la maggior parte delle canzoni siano state suonate con chitarre e basso mancanti di una o più corde. Il risultato finale ricorda molto da vicino gli esperimenti più radicali di band come Residents e Half Japanese[senza fonte]. Il 2002 è l'anno della pubblicazione di Music Is a Fish Defrosted with a Hair-Dryer. Il disco è un cocktail di lounge, jazz, canzoncine circensi e avanguardia[4]. In questo caso i Maisie si presentano in veste di compositori, affidando l'esecuzione delle partiture al polistrumentista e cantante francese Falter Bramnk, all'amico Jacopo Andreini ai tedeschi Daisy Cooper.[2]

È del 2003 la pubblicazione di Bacharach for President, Bruno Maderna Superstar!, disco più tradizionale dei precedenti, composto da bizzarre canzoncine pop e dove compare come ospite in due brani il trombettista Roy Paci. L'interesse nei confronti della band cresce anche a livello internazionale, tanto che la label statunitense Acidsoxx realizza una versione americana dell'album[5]. Nel 2005 esce Morte a 33 giri, con una formazione a cinque elementi segna il passaggio dall'uso della lingua inglese all'italiano[6]. Il cantautore Bugo è presente in qualità di ospite in due brani: Sottosopra e Finché la borsa va lasciala andare.

Nel 2009, dopo quattro anni di lavoro, la band torna con l'album doppio dal titolo Balera metropolitana. Tra gli ospiti presenti: la jazzista e polistrumentista americana Amy Denio e i cantautori Flavio Giurato e Mario Castelnuovo. Un nuovo album, dal titolo Maledette Rockstar[7], è uscito nel gennaio 2018 ed è stato scelto da Fabio Zuffanti di Rolling Stone come miglior disco di gruppi prog italiani del periodo 2000-2020[8]. A gennaio del 2022 pubblicano il loro nuovo doppio album, dal titolo 2013-2021 Dal diario di Luigi La Rocca, cittadino. Cronaca di un viaggio troppo allucinante dalla tenebra della barbarie alla luce troppo meravigliosa della civiltà.[9][10]

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Formazione attuale[modifica | modifica wikitesto]

  • Alberto Scotti - programmazione, sintetizzatori
  • Cinzia La Fauci - voce, cori
  • Riccardo Lolli - voce, cori, programmazione, sintetizzatori
  • Walter Sguazzin - basso
  • Vittorio Bonadei - batteria
  • Cristiano Lo Mele - chitarre, mandolino
  • Edson Zuccolin - sax
  • Tommy Fusco - basso, contrabbasso
  • Max Caronia - chitarre
  • Bruno Ghislandi - chitarre, armonica

Ex componenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Alessandro Calzavara - tastiere, chitarra (1995)
  • Pierluca Marzo - basso, chitarra (1995-1996)
  • Danilo La Fauci - chitarra (1995-1997)
  • Paolo Messere - tastiere, chitarra (2004-2005)
  • Carmen D'Onofrio - voce
  • Serena Tringali - voce
  • Michele Alessi - chitarra, ukulele
  • Luigi Porto - programmazione, sintetizzatori
  • Donato Epiro - flauto, chitarra, sintetizzatori, basso, banjo
  • Francesco Bosa - programmazione, sintetizzatori, chitarra
  • Massimo Palermo - batteria

Formazione dal vivo[modifica | modifica wikitesto]

Tour "Morte a 33 giri" + "Balera metropolitana"

  • Cinzia La Fauci - voce, strumenti giocattolo, radio
  • Michele Alessi - chitarra
  • Luigi Porto - basi elettroniche - tastiere

Tour "Balera metropolitana"

  • Cinzia La Fauci - voce, strumenti giocattolo, radio
  • Michele Alessi - chitarra
  • Ignazio Nisticò - basso
  • Massimo Palermo - batteria
  • Luigi Porto - programmazione, sintetizzatori

Tour "Maledette Rockstar"

  • Cinzia La Fauci - voce
  • Andrea Corti - basso
  • Sebastiano Danelli - batteria
  • Michele Sambrici - chitarra, tastiera, voce
  • Paolo Tognazzi - tastiere
  • Andrea Turrini - chitarra, voce

Dal Tour di "Diario di Luigi La Rocca" a oggi

  • Cinzia La Fauci - voce
  • Vittorio Bonadei - batteria, cori
  • Max Caronia - chitarra
  • Bruno Ghislandi - chitarre, armonica e voce (in precedenza, Lab - chitarra e voce)
  • Tommy Fusco - basso

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Album in studio[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Così scrisse su Rockerilla John Vignola, recensendo l'album: "Giochi sui suoni, con la creatività di un Frank Zappa davvero in forma, filtrato da ascolti prestigiosi ma irriverenti (Cage, Nono, Varèse) e la voglia, tanto punk, di fare un bel casino. Lo-fi? Avantgarde? Retro-garde? Io suggerirei un bamboo-rock, vista la natura forestale dei nostri e la totale alterità (a volte benefica e ludica demenza) del progetto. Ben trovati, Maisie, in questo clima di conformismo sonoro occidentale ci volevate proprio..."
  2. ^ a b Gianluca Testani (a cura di), Enciclopedia del rock italiano, Arcana Editrice, 2006, p. 248.
  3. ^ il nuovo "Do you still remember when you found your iud in my nostril?" è pop giunto devastato alla soglia del ventunesimo secolo. (Francesco Vignotto - Blow Up)
  4. ^ Così recensice il disco su Rockerilla il critico Enrico Ramunni: I brani dei Maisie (da alcuni classici come "Resta di stucco, è un barbatrucco" alle cose nuove di zecca) completano così una transizione già in atto dalla contundente no wave degli esordi ad una bolla di sapone con riflessi più soffici e swinganti, dove nuotano impazziti motivetti circensi, scorie di Mothers in acido (o è la Bonzo Dog band, come suggerisce "I'm swinging"?), paesaggi bandistici e veementi inserti free, simulacri di Ziggy Stardust (ma Bowie venderebbe la nonna per scrivere oggi "Sun Burns in Pink Air") e surf-jazz da telefilm di spie.
  5. ^ Maisie - "Bacharach for President, Bruno Maderna Superstar!", su acidsoxx.com. URL consultato il 3 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  6. ^ Il disco "Morte a 33 giri", cantato completamente in italiano, è il loro capolavoro assoluto, tappa finale di un percorso iniziato anni fa e modificatosi pian piano, maturando ogni giorno un po', e capitolo iniziale di una nuova scintillante avventura musicale, un viaggio nel cuore della musica per il cuore, emozione e commozione continua, gioia e malinconia, un prisma sentimentale le cui infinite sfaccettature spaziano dai Velvet Underground a Heather Parisi e tutto quello che ci sta in mezzo, ma anche prima e dopo.) (Nicola Mazzocca - Ondarock). sito ufficiale della webzine[collegamento interrotto]
  7. ^ Maisie - Maledette rockstar:: Le Recensioni di OndaRock
  8. ^ I 10 migliori dischi di gruppi prog italiani usciti negli ultimi 20 anni, su Rolling Stone. URL consultato l'8 giugno 2021.
  9. ^ rockit.it, https://www.rockit.it/recensione/55349/maisie-2013-2021-dal-diario-di-luigi-la-rocca-cittadino-cronaca-di-un-viaggio-troppo-allucinante-dalla-tenebra-della-barbarie-alla-luce-troppo-meravigliosa. URL consultato il 26 febbraio 2022.
  10. ^ snowdonia.bandcamp.com, https://snowdonia.bandcamp.com/album/dal-diario-di-luigi-la-rocca-cittadino-3. URL consultato il 26 febbraio 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Enciclopedia del rock italiano, a cura di Gianluca Testani, Arcana Editrice, 2006, ISBN 88-7966-422-0.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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